Buoni fruttiferi: è sempre conveniente investire sui titoli Poste Italiane?

Pubblicato il 19 Aprile 2021 alle 12:06 Autore: Claudio Garau
buoni fruttiferi gennaio 2021

Buoni fruttiferi postali: è sempre conveniente investire su di essi?

Tutti in Italia hanno sentito parlare, almeno una volta nella loro vita, dei cosiddetti ‘buoni fruttiferi postali’. D’altronde, può dirsi – senza alcuna ombra di dubbio – che i buoni fruttiferi costituiscano la forma di risparmio più diffusa tra i cittadini italiani, anzi tramandata da generazioni in generazioni.

Tuttavia, ultimamente lo scandalo degli interessi che ha coinvolto Poste Italiane, ha reso il privato cittadino più cauto nei confronti di detta forma di investimento al risparmio. Ciò che vogliamo cercare di capire di seguito è se, oggigiorno, è ancora conveniente fare un investimento nei buoni postali fruttiferi con la crisi e il Governo Draghi. Ecco un quadro di riepilogo della situazione, per cercare di offrire uno spunto per eventuali iniziative di investimento.

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Buoni fruttiferi postali: che cosa sono?

Prima di focalizzarci sull’opportunità, o meno, di un investimento in buoni fruttiferi postali oggi, vediamo di ricapitolare i tratti essenziali sul tema. Di certo i buoni in oggetto non costituiscono prodotti per investitori amanti del rischio e del guadagno consistente in tempi relativamente brevi. Infatti, i buoni fruttiferi sono rivolti essenzialmente alle famiglie. Una caratteristica basilare dei buoni fruttiferi postali è rappresentata dal fatto che il valore restituito non può essere mai al di sotto di quanto investito. E’ quel che si dice in gergo un ‘investimento a capitale garantito’.

Altresì va ricordato che in tema buoni fruttiferi postali, per l’investitore non sussistono costi di sottoscrizione né di rimborso. Ciò in quanto i buoni fruttiferi postali sono emessi da Cassa Depositi e Prestiti. Mentre, l’attività di collocamento è compito di Poste Italiane che la svolge in via gratuita. La cosa è facilmente comprensibile, se ricordiamo che Poste Italiane in passato era completamente di proprietà dello Stato. Ecco perchè tuttora si presta a svolgere alcune attività in modo gratuito.

Chiaro che il settore degli investimenti può assegnare grandi rendimenti soltanto se l’investitore è in grado di sopportare un rischio alto. E questo non è il caso dei buoni fruttiferi postali, che non possono assicurare rendimenti importanti. Come controbilanciamento però, tra i punti forti di detti buoni vi è anche una tassazione agevolata, corrispondente al 12,50%.

Non solo: anche le modalità di rimborso sono interessanti per l’investitore. Per avere indietro l’intera somma non è obbligatorio infatti attendere la scadenza dell’investimento. Il capitale può essere rimborsato al 100% in ogni momento. Più nel dettaglio, soltanto gli interessi saranno liquidati a seguito della scadenza dei termini previsti alla data dell’investimento. E non è finita qui, giacchè Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti assorbono e sostengono anche il costo del bollo, che dunque non grava sul cliente in alcun modo.

E’ conveniente oggi investire in questi buoni?

Ebbene, alla luce di quanto appena ricordato e del fatto che oggi in tema di buoni fruttiferi postali c’è molta più trasparenza che in passato, è possibile svolgere le seguenti considerazioni.

In verità, la preoccupazione degli italiani non è ingiustificata. Infatti, nel passato molti risparmiatori si sono rivolti all’Arbitro Bancario Finanziario per far valere i propri diritti proprio in relazione a detti prodotti. Ma ci riferisce alle note vicende dei buoni della serie O e P e della serie Q. Ora i buoni postali fruttiferi sono trasparenti e di facile sottoscrizione.

C’è chi si sta domandando se la crisi economica, unita al programma del Governo Draghi, possano in qualche modo minare l’utilità dell’investimento in buoni fruttiferi postali. Ebbene, su questo punto, giova ricordare che i buoni postali fruttiferi sono garantiti dallo Stato italiano ed emessi da Cassa depositi e prestiti SpA. Tuttavia, c’è chi ha osservato che con il Governo Draghi buona parte dei consumatori temono che possano essere bloccati, tassati o soggetti ad una nuova patrimoniale, di cui spesso si discute.

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A ben vedere, però, i risparmi degli italiani al momento non sono in pericolo e, con ragionevole certezza, si può dire che non saranno toccati i buoni fruttiferi postali.

Se ci domanda, in modo diretto, se investire in buoni fruttiferi postali valga davvero la pena, è opportuno sottolineare quanto segue. La convenienza in questo delicato periodo storico è un fattore soggettivo come non mai. Certo tutti sanno che non conviene tenere il proprio denaro fermo sul conto corrente, giacchè ciò non frutta alcunchè ed, anzi, il denaro in questione è soggetto alla svalutazione.

In linea generale, i buoni fruttiferi postali continuano ad essere convenienti, seppure in misura lieve. Essi infatti offrono tassi molto bassi. Ma d’altronde, per chi non ama il rischio (e di questi tempi è comprensibile), si tratta di una buona opportunità di investimento sicuro a zero costi di sottoscrizione. Attenzione anche al beneficio rappresentato dall’esenzione dall’imposta di successione.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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