Contributi a fondo perduto nel decreto Sostegni: meccanismo e importo

Pubblicato il 22 Marzo 2021 alle 12:01 Autore: Claudio Garau
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Contributi a fondo perduto nel decreto Sostegni: meccanismo e importo

Il decreto Sostegni – presentato lo scorso venerdì 19 marzo in conferenza stampa – rappresenta la prima maxi-operazione del Governo Draghi, per favorire la ripresa dell’economia italiana e dare un concreto aiuto a tantissimi lavoratori, famiglie ed aziende. Detto provvedimento si fonda su ben 32 miliardi di scostamento di bilancio, già approvati dal Parlamento – dei quali 11 destinati ad imprese e professionisti, 5 al piano vaccini, 8 al lavoro e alla lotta alla povertà – suddivisi in 5 aree di intervento: imprese e partite iva, lavoro, salute e sicurezza, enti territoriali, trasporto e scuola. Insomma, un intervento ‘trasversale’, che include anche il sì alla cancellazione o condono delle cartelle esattoriali, ma non nel numero inizialmente ipotizzato: cancellate infatti le cartelle esattoriali 2000-2010 per i redditi fino a 30 mila euro.

Qui di seguito vogliamo focalizzarci su un punto in particolare del recentissimo provvedimento dell’Esecutivo, ossia i contributi a fondo perduto per le piccole e medie imprese e gli operatori del terzo settore. Vediamo i dettagli.

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Contributi a fondo perduto e decreto Sostegni: il contesto di riferimento

Lo abbiamo appena ricordato: il decreto Sostegni vuole offrire un supporto economico a quante più categorie possibile. Tre gli obbiettivi chiave del provvedimento: lotta alla povertà, sostegno al lavoro e sostegno alle imprese.

Ma come è stato riferito agli organi di informazione dallo stesso ex Presidente della BCE, l’imperativo guida è uno solo: “dare più soldi possibile e più velocemente possibile”. Anzi lo stesso Draghi ha voluto rimarcare con forza due novità rilevanti rispetto ai discussi decreti “Ristori” disposti dal precedente Governo Conte bis, ossia:

  • la velocità dei pagamenti nei confronti dei destinatari degli aiuti economici;
  • l’abbandono dei codici Ateco, che in effetti avevano tagliato fuori non poche partite iva.

In particolare, proprio allo scopo di velocizzare i tempi di erogazione dei contributi, l’Amministrazione finanziaria ha messo a disposizione una piattaforma telematica ad hoc, e i pagamenti cominceranno già dal prossimo 8 aprile.

Per completezza ricordiamo altresì che il decreto Sostegni oltre ad aver previsto contributi a fondo perduto, ha anche inteso reagire alla crisi socio-economica e del mercato del lavoro, stabilendo – onde evitare un improvviso boom della disoccupazione – la proroga della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti. Nuovi corposi stanziamenti anche per quanto riguarda il reddito di emergenza e il reddito di cittadinanza, attraverso il citato scostamento di bilancio.

Contributi a fondo perduto: chi sono gli aventi diritto?

Come anticipato, è consistente anche il sostegno per le PMI e gli operatori del terzo settore, con un intervento pari a più di 11 miliardi di euro. Nonostante la poca soddisfazione emersa da parte degli imprenditori e partita Iva, attraverso le associazioni di riferimento – tra cui Confesercenti – che hanno bollato come insufficienti le risorse stanziate, va sottolineato che il Governo ha comunque previsto contributi a fondo perduto per i soggetti titolari di partita IVA che esercitano attività d’impresa, arte o professione, e per gli enti non commerciali e del terzo settore, senza più limitazioni per settore o vincolo di classificazione delle attività economiche interessate. Non a caso, i codici Ateco sono abbandonati dal citato decreto Sostegni.

In particolare, potranno fare domanda per l’ottenimento dei contributi a fondo perduto, tutti i soggetti che:

  • hanno dovuto fare i conti con perdite di fatturato, tra il 2019 e il 2020, corrispondente ad almeno il 30%, quantificato sul valore medio mensile;
  • hanno ottenuto ricavi fino a 10 milioni di euro (cade l’anteriore limite dei 5 milioni di euro).

Misure specifiche per il settore del turismo

Invece, misure ad hoc sono state progettate per fronteggiare la crisi delle grandi imprese. Non solo: una particolare attenzione è stata data all’ambito del turismo, negli ultimi mesi duramente penalizzato dalle restrizioni anti-contagio.  Come ha rimarcato Draghi in conferenza stampa: “è un settore dove vale veramente la pena continuare ad investire perchè sappiamo per certo che finita la pandemia il turismo tornerà”. Alle aziende del turismo vanno dunque misure orizzontali, come parte dell’intervento da 11 miliardi per il fondo perduto destinato alle imprese, e tramite il sostegno predisposto per il pagamento delle bollette elettriche. Previsti anche sostegni per i lavoratori stagionali.

Cifre consistenti quelle che ruotano attorno al settore turismo: 700 milioni di Euro sono destinati soltanto alla filiera della montagna – un vero e proprio Fondo per il turismo invernale. Inoltre, saranno stanziati 200 milioni di Euro, da suddividere tra Regioni e Province autonome, per supportare le imprese di ristorazione e le attività commerciali dei centri storici, e le imprese operanti nel settore dei matrimoni e degli eventi privati.

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Importi del contributo a fondo perduto: ecco quali sono

Veniamo a questo punto all’aspetto più interessante dei contributi a fondo perduto, ossia gli importi previsti. Ebbene, l’importo del contributo a fondo perduto è calcolato in percentuale rispetto alla differenza di fatturato evidenziata e comprovata, secondo quanto segue:

  • 60% per i soggetti con ricavi e compensi non al di sopra dei 100mila euro;
  • 50% per i soggetti con ricavi o compensi da 100 mila a 400mila euro;
  • 40% per i soggetti con ricavi o compensi al di sopra a 400mila euro e fino a 1 milione di euro;
  • 30% per i soggetti con ricavi o compensi al di sopra del 1 milione e fino a 5 milioni di euro;
  • 20% per i soggetti con ricavi o compensi al di sopra a 5 milioni e fino a 10 milioni di euro.

Va altresì rimarcato che, in base a quanto disposto dal decreto Sostegni, l’importo in oggetto non potrà mai essere al di sotto dei mille euro per le persone fisiche e duemila euro per le persone giuridiche. Inoltre, non potrà mai superare i 150mila euro. E ricordiamo ancora una volta che i beneficiari non dovranno fare i conti con i legati ai codici Ateco, abbandonati dal recente decreto.

Concludendo, i detti contributi a fondo perduto potranno essere versati agli aventi diritto attraverso bonifico bancario direttamente sul c/c intestato al beneficiario o come credito d’imposta, da sfruttare esclusivamente in compensazione.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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