Comunicare (bene) i cambiamenti. Il caso di Area C a Milano

Pubblicato il 13 Gennaio 2012 alle 10:43 Autore: Teresa Cardona
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Il 16 gennaio entrerà in vigore a Milano “Area C”, la nuova “congestion charge” individuata dalla giunta Pisapia, per ridurre traffico e smog, in una città particolarmente colpita dal problema dell’inquinamento (atmosferico e acustico).

L’obiettivo è di riuscire a ridurre drasticamente il traffico privato nel centro di Milano, destinando tutti gli introiti derivati dall’applicazione del provvedimento (che stabilisce fasce diverse, sia per la tipologia dei veicoli, sia di contribuzione) al potenziamento della rete di trasporto pubblico e della mobilità ciclabile.

Area C è anche la risposta della Giunta di Giuliano Pisapia al voto referendario del 12-13 giugno, dove il 79% dei milanesi ha espresso la volontà di adottare provvedimenti utili alla riduzione di smog e traffico in città.

Tutto bene dunque?

A leggere le notizie degli ultimi giorni non sembra del tutto così.

Intorno al nuovo provvedimento si è acceso un dibattito infuocato, che ha visto protagonisti i partiti dell’opposizione di centro destra, impegnati ad alimentare faziosamente i disagi espressi da una parte dei cittadini milanesi, in particolare i residenti della zona centrale della città, chiamati anche loro a contribuire, seppur con ampie agevolazioni (“devo pagare per entrare e uscire da casa mia”, questa potrebbe essere la sintesi brutale delle proteste dei cittadini del centro).

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Il Sindaco, l’assessore alla mobilità Pierfrancesco Maran, la giunta e i consiglieri comunali della maggioranza, si stanno spendendo per spiegare ai cittadini il senso e le modalità di Area C.

Con l’ansia (apprezzabile) di chi vuole svolgere al meglio il proprio ruolo di amministratore.

Ma con qualche carenza nella qualità della comunicazione che rischia di limitare la percezione del provvedimento a “ennesima gabella”, penalizzando il valore aggiunto che Area C dovrebbe avere.

Si fa fatica a trasmettere il pensiero strategico di cambiamento che ci sta dietro, di cui l’introduzione della congestion charge rappresenta solo un tassello iniziale.

E si offre così una sponda facile alle polemiche “di parte”, poco interessate a entrare nel merito della qualità delle proposte.

Nella lettera mandata ai cittadini milanesi, Giuliano Pisapia parla di “Area ‘C’ come ‘Centro’, come ‘Congestion’”.

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L'autore: Teresa Cardona

Teresa Cardona, laureata in architettura, art director e graphic designer, da alcuni anni si occupa di progetti di comunicazione strategica e di comunicazione politica. Fino al settembre 2011 è stata responsabile della comunicazione del Partito Democratico metropolitano milanese. Il suo sito personale è www.teresacardona.it
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