Più emigranti ma l’Italia rimane approdo di immigrati

Pubblicato il 3 Febbraio 2014 alle 19:47 Autore: Gianni Balduzzi
Piu emigranti ma lItalia rimane approdo di immigrati

Più emigranti ma l’Italia rimane approdo di immigrati

L’ISTAT ha pubblicato nei giorni scorsi il nuovo rapporto sull’emigrazione e l’immigrazione in Italia. La crisi certamente non è passata in modo indolore, neanche in questo tema. Gli italiani emigrano di più, anche se meno dei vicini europei, e gli stranieri approdano meno in Italia.

Vediamo prima di tutto le cifre, in 5 anni gli immigrati, in grandissima parte cittadini stranieri, sono diminuiti di 180 mila unità all’anno, da 530 mila a 250 mila. Mentre gli emigrati (in buona parte italiani, ma anche stranieri che se ne vanno) sono raddoppiati fino a superare i 100 mila. Vediamo il grafico:

Così il saldo è di 244 mila, quasi la metà rispetto al 2007. Vi è da notare che è sempre un saldo positivo, e abbastanza consistente, mentre in alcuni Paesi come la Spagna ormai si parla di saldi negativi, con più persone che lasciano il Paese di quanti vi entrino.

Volendo indagare la provenienza degli immigrati nel 2012 osserviamo dai seguenti istogrammi il solito modello, più di 80 mila sono rumeni, seguiti da cinesi, marocchini, abanesi, ucraini, ecc.

Poche novità, se non che l’afflusso di rumeni è certamente calato moltissimo rispetto al 2007 quando in seguito all’adesione all’UE ne erano arrivati un 250 mila. E’ allora interessante osservare le variazioni in percentuale di questo afflusso di stranieri. In media gli arrivi sono diminuiti del 9% rispetto all’anno precedente, ma dall’Africa invece vi è stato un grosso aumento, con volumi anche raddoppiati o triplicati da aree con guerra civile come Costa d’Avorio, Sudan, Mali, Siria, Somalia, ma ci sono stati aumenti anche da altri Paesi che in genere incidono poco sull’immigrazione, come Afganistan, Iran, e, novità, la Grecia, attanaliata dalla crisi, i cui immigrati sono aumentati del 27%.

Al contrario vi è stato una diminuzione dell’immigrazione da Paesi del Sud America e dell’Est Europa da cui in media giungono volumi consistenti di migranti, dalla Moldova, per esempio, da Ucraina, Perù, Ecuador. Certamente il miglioramento delle condizioni economiche in quei Paesi, alcuni in boom economico influisce molto, del resto ci son verso queste destinazioni anche dei rientri.

Da segnalare però un aumento degli immigrati cinesi, l’unica grande comunità che aumenta invece di diminuire.

Gli italiani che se ne vanno

Una parte delle cifre illustrate sopra riguarda gli italiani. In particolare dei 100 mila emigranti, 68 mila sono connazionali, in netto aumento, come vediamo dal seguente grafico, negli ultimi anni, ancora nel 2010 erno 20 mila in meno. Naturalmente essendo cifre piccole, anche molto minori di analoghi Paesi europei, gli aumenti si notano, e così il saldo interno tra ritorni dall’estero rimasti stabile a meno di 40 mila, e partenze, è sempre più negativo:

Ma dove vanno gli italiani? Nel seguente grafico vediamo le destinazioni di chi parte e anche l’origine di chi arriva, decisamente è l’Europa la destinazione più diffusa, in ordine Germania, Svizzera, Regno Unito, Francia, che compongono la gran parte del saldo migratorio degli italiani.

Sarà molto interessante osservare i dati del 2013, se ci sarà un ulteriore aumento delle partenze, visto che la recessione non ha accennato  diminuire.

Gianni Balduzzi




L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
Tutti gli articoli di Gianni Balduzzi →