Le esportazioni, una luce nel buio della crisi, ma stanno rallentando

Pubblicato il 23 Gennaio 2014 alle 19:07 Autore: Gianni Balduzzi
esportazioni

Nella crisi economica che attanaglia l’Italia dalla fine del 2008, e aggravatasi dalla fine del 2011, vi è stato un solo elemento che soprattutto nel 2012 e 2013 ha dato un po’ di respiro, l’aumento, o meglio, la resistenza, delle esportazioni.

Nonostante la forza dell’euro, e il generale impoverimento industriale italiano, le esportazioni hanno preso ad aumentare, in alcuni mesi anche a un ritmo superiore a quello delle esportazioni tedesche, in ogni caso confermandoci nella solida posizione di secondo Paese esportatore d’Europa, nonchè leader in decine di settori di nicchia anche ad alto valore aggiunto. Naturalmente questo ha creato una disuguaglianza interna sia geografica che settoriale poichè il confine tra chi beneficia dalla domanda esterna in ripresa e chi è penalizzato da una domanda interna agonizzante passa tra Nord e Sud, con la Lombardia che ha infatti risentito molto meno della crisi, ma anche tra settori economici coesistenti sullo stesso territorio.

Vediamo come il saldo commerciale si è evoluto negli ultmi 2 anni:

Il saldo è la differenza tra export e import e quindi è basilare vedere come entrambi si sono mossi:

Osserviamo allora che dopo un aumento fino ad agosto 2012, in seguito l’export è rimasto stabile o leggermente diminuito, anche a causa del rallentamento dei Paesi emergenti, come vedremo dopo.

E’ stato invece il crollo delle importazioni a determinare il costante miglioramento dei saldi. Certamente nell’import ha la sua importanza il cambio dell’euro, il settore energetico e il prezzo del petrolio, ultimamente un po’ sceso, ma la parte del leone di questa dinamica è stata fatta dal grande calo della domanda interna, si tratta di un calo dell’import superiore al 10% in due anni.

Da dove sono provenuti gli aumenti e le diminuzioni di import e export?

L’ISTAT divide il commercio con in Paesi dell’Unione Europea, che copre il 54% circa del totale, in discesa, e quello con i Paesi extraeuropei (tra cui però c’è anche la Svizzera per esempio), il 46%.

Vediamo il saldo con i Paesi della UE:

E le esportazioni e importazioni con la stessa area:

Qui vi è in generale una stabilità, anche se tra alti e bassi, e chiaramente vi è un calo delle importazioni come determinante del miglioramento del saldo totale, l’export si è mantenuto stabile, il che non è un cattivo risultato considerando che la UE è l’area mondiale più debole a livello di domanda, e i timori di deterioramento delle nostre capacità industriali e della nostra competitività. Forse avere un’inflazione finalmente inferiore a quella di molti altri Paesi europei ha giovato.

Maggiori cambiamenti sono certamente intervenuti nei rapporti con i Paesi extraeuropei, vediamo sia il saldo commerciale che l’andamento di esportazioni e importazioni:

Qui il miglioramento del saldo commerciale è stato vistoso, almeno fino a maggio 2013, fino a portarlo in campo positivo, da negativo che era.

Un miglioramento che fino a gennaio 2013 è stato alimentato anche da un vero e proprio aumento dell’export, poi fermatosi, per il rallentamento di Paesi come la Cina, il Brasile, l’India, ecc, ma ci ha pensato il crollo dell’import, del 20%, a contribuire al saldo positivo. Il peso dei prodotti petroliferi è notevole in questo caso.

Il timore ora è che questa spinta generale del commercio estero si sia bloccata, sia per la forza dell’euro rispetto alle altre monete mondiali che, tranne lo yuan, stanno cercando di svalutare in una tipica strategia di “beg my neighbour”, sia per un rallentamento dei Paesi emergenti.

La speranza è che a sostenere la nostra ripresa siano altre variabili, come gli investimenti, e soprattutto una ripresa della domanda interna nel medio periodo.

 

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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