Monti: “L’Italia è uno stato di diritto, nessuna discriminazione contro Berlusconi”

Pubblicato il 28 Novembre 2013 alle 18:40 Autore: Lorenzo Cini

Monti: “Nessuna discriminazione contro Berlusconi”

All’indomani del voto che ha decretato la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, arrivano le reazioni dei principali leader politici a proposito di quanto accaduto ieri a Palazzo Madama. Anche Mario Monti ha voluto dire la sua rivendicando il merito di aver contribuito, in quanto capo del governo che ha varato la legge Severino, ad allontanare i politici condannati dalle istituzioni e a garantire lo Stato di diritto in Italia. “L’Italia può avere adesso più fiducia in se stessa – è questo l’incipit di un post pubblicato dall’ex premier su Facebook – non perché Silvio Berlusconi ha dovuto lasciare il Senato, ma perché l’ha dovuto lasciare a seguito di una serie di misure che hanno reso l’Italia, oggi più che ieri, uno Stato di diritto e che hanno dimostrato che nel nostro Paese, se si vuole, si può governare, si possono fare leggi rigorose, severe e applicarle a tutti”.

Mario Monti

“Non è stata la sinistra, non è stato il Movimento 5 Stelle a portare a questo progresso – continua Monti, sottolineando i meriti dell’esecutivo da lui guidato – è stato un governo di grande coalizione, che io presiedevo, e che, sul finire del 2011, interpretando anche il desiderio di tutti partiti che non volevano presentarsi alle elezioni senza avere reagito ai numerosi casi di corruzione e di scandali che i cittadini vedevano, ha introdotto un pacchetto anticorruzione e un provvedimento a difesa dell’istituzione parlamentare, che mettesse fuori dal Parlamento i condannati in via definitiva”. “Non è quindi una misura anti-Berlusconi – si legge ancora nel post – è una misura a tutela degli elettori e delle istituzioni. Il fatto acquisito ora è che corruzione, evasione fiscale e abusi della politica sono mali contro i quali l’Italia si è attrezzata con norme adeguate”.

L’ex premier fa notare anche come queste norme siano state applicate “non solo nei confronti di una trentina di consiglieri regionali e comunali, ma anche nei confronti della personalità più potente, più popolare e che ha dato un contributo di portata storica alla vita italiana, ma che ha subito una condanna definitiva”. Secondo Monti, infatti, non c’è test migliore di questo per capire se un paese è davvero uno Stato di diritto in cui tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Nel paragrafo conclusivo del post, il senatore a vita ribadisce come non ci sia stata alcuna discriminazione nei confronti del senatore Berlusconi, ma neppure “un trattamento di favore per il fatto di essere così potente e così influente”.

Lorenzo Cini