Quell’aiuto non richiesto per i lavoratori

Pubblicato il 28 Ottobre 2011 alle 08:30 Autore: Gianni Balduzzi

Uno dei leitmotiv della sinistra soprattutto riformista e moderata è quello per cui la precarietà dei giovani si può combattere rendendo conveniente l’assunzione a tempo indeterminato, e non remunerativa quella a progetto o a tempo determinato, quindi diminuendo il cuneo fiscale sul lavoro per i contratti a tempo indeterminato e magari aumentandolo su quelli precari.
La cosa potrebbe essere pensata, da un punto di vista più liberista, come la trasformazione della natura del contratto in una parte stessa del salario, e della paga, vedendo il contratto a tempo indeterminato come un benefit che compensi una diminuzione del salario, e la precarietà del contratto come uno svantaggio che sia compensabile con un salario maggiore. Il tutto senza intervento statale.
Il secondo governo Prodi pensò anche di agire in modo più esplicito e forzoso, rendendo obbligatoria la trasformazione del contratto a progetto in tempo indeterminato dopo 36 mesi. Il successivo governo Berlusconi ha di fatto depotenziato questo provvedimento. Le vittime della legge dei 36 mesi sono state non poche: allo scadere dei mesi è stato uso delle aziende proporre l’assunzione in nero o lasciare a casa addetti per cui non sarebbe stato possibile rinnovare il contratto a progetto, come il caso di addetti ai call center.

lavoratori
Il punto è che qui vi è un classico bias ideologico di sinistra: si crede che l’impresa che assume a tempo determinato o a progetto lo faccia in massima parte per risparmiare o perchè vuole approfittarsi del lavoratore, e che potrebbe benissimo assumerlo a tempo indeterminato, ed è solo questione di volontà o convenienza economica. Non è così. Quello che viene ignorato è che il problema è la fungibilità della competenza del lavoratore: nel momento in cui la mansione è poco specializzata, si può apprendere in fretta e l’offerta di lavoro da parte di chi è in cerca di occupazione è alta, spesso anche la produttività di questo tipo d lavoro è bassa, e la durata del progetto cui si riferisce, incerta. Per cui il datore di lavoro non ha alcuna convenienza a legarsi a qualcuno da cui non ci si può separare in caso di diminuzione del volume di lavoro o di qualsiasi altro problema, vista la grande facilità nel trovare e istruire qualcun altro. L’aumento costante dell’occupazione dopo la legge Treu fino al 2008 è stata provocata soprattutto dalla tendenza di aziende piccole, spesso di servizi ad assumere persone in più a tempo determinato o a progetto, per un aiuto al lavoro già presente mentre prima si faceva il lavoro di 6 in 4 per evitare di assumere 2 persone in più a tempo indeterminato, che quando venivano assunte, lo erano in nero. La produttività infatti non è aumentata purtroppo, a dimostrazione che si tratta di una diversa organizzazione di un lavoro che già esisteva, solo utilizzando più lavoratori regolari.

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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