“Pronti 15 chili di tritolo” innalzato livello di sicurezza per pm Di Matteo

Pubblicato il 26 Luglio 2013 alle 11:01 Autore: Gianni Parlatore

“Pronti 15 chili di tritolo”. Innalzato il livello di sicurezza per il pm Di Matteo.

La scorta sarà affiancata dalle teste di cuoio dei carabinieri.

Nino Di Matteo, pm palermitano impegnato in prima fila nella lotta alla mafia, nel mirino dei clan siciliani.

Stando alle dichiarazioni di un confidente della procura del capoluogo siciliano sarebbe in avanzato stato di preparazione un agguato in pieno stile mafioso al magistrato titolare del filone d’indagine sui presunti rapporti tra affiliati alle famiglie siciliane  e ambienti politico-istituzionali nazionali.

Secondo l’uomo, ritenuto dagli investigatori fonte attendibile, sarebbe già stato reperito e portato in città un carico d’esplosivo per realizzare l’attentato al magistrato antimafia.

Quindici chili di tritolo da far esplodere ed in grado di provocare una vera strage.

Per questo il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, d’accordo con l’ufficio scorte del ministero dell’interno, ha deciso di potenziare la scorta del pm, titolare, dopo l’uscita di scena dell’ex procuratore aggiunto Antonio Ingroia, di tutte le più delicate indagini di mafia, compresa quella sulla trattativa Stato-mafia, in cui Di Matteo rappresenta l’accusa.

nino di matteo nel mirino dei clan tritolo pronto

Il livello di protezione per Di Matteo è stato innalzato al livello uno, il massimo grado di sicurezza previsto.

Alla scorta attualmente in servizio sono stati accorpati alcuni uomini del Gis dei carabinieri (il gruppo d’intervento speciale dell’Arma), mentre il dispositivo di sicurezza sarà reso permanente anche nelle zone adiacenti l’abitazione del magistrato.

I suoi spostamenti verranno sempre accompagnati, oltreché dai carabinieri del reparto speciale, anche da alcuni specialisti che provvederanno a bonificare le aree delle città che dovranno essere attraversate dal corteo formato da tre auto blindate e da una quarta usata come staffetta.

Nella ricostruzione del confidente degli investigatori, si sarebbe anche tenuta una riunione tra vari esponenti dei clan cittadini per pianificare l’operazione e definire i dettagli del piano di sangue.

Lo stesso confidente non ha fatto esplicito riferimento al nome di Di Matteo, ma per gli ambienti del Palazzo di Giustizia palermitano sarebbe proprio il magistrato più in vista del pool antimafia di Palermo il bersaglio numero uno dell’organizzazione mafiosa.

La segnalazione in questione non è, poi, la prima che paventa scenari stragisti da parte di Cosa Nostra. Nei mesi scorsi erano, infatti, arrivate nelle stanze degli uffici degli inquirenti diverse lettere anonime in cui si minacciavano azioni violente proprio nei confronti di Di Matteo.

Le intimidazioni e gli anonimi assumono contorni ancor più inquietanti se messe in relazione all’intrusione in casa del pm Roberto Tartaglia al quale i misteriosi ladri hanno sottratto solo una pen drive contente materiale relativo alle indagini condotte dal magistrato della procura palermitana. Solidarietà e attestati di incoraggiamento sono stati intanto espressi sia dall’associazione Giustizia e libertà sia dai vertici dell’Anm.