Ragusa: vittoria al ballottaggio del M5S

Pubblicato il 26 Giugno 2013 alle 15:09 Autore: Andrea Iurato

Sicilia, ballottaggio Ragusa e i 5 Stelle alla siciliana. Dopo Parma il Movimento di Grillo espugna un altro capoluogo di provincia: Ragusa.

Il Movimento 5 stelle nella città siciliana è riuscito ad invertire la rotta che lo sta colpendo a livello nazionale: dopo le espulsioni, ma per alcuni è meglio chiamarle “epurazioni”, dopo le accuse di totalitarismo mosse a Grillo dai suoi stessi senatori e deputati e le defezioni delle ultime ore, Grillo esce ridimensionato dai sondaggi a livello nazionale.

Il “caso Ragusa” ha avuto ampio spazio sui media nazionali, come mai era successo prima. Molti cittadini, però, si sono lamentati di questo: la città negli ultimi anni ha avuto un’enorme crescita a livello turistico ed infrastrutturale ma quest’attenzione non c’è mai stata: attenzione che è arrivata solo perché Grillo ha dovuto “salvare” l’unico Comune nel quale i suoi erano arrivati al ballottaggio. E il comico genovese si è impegnato davvero in quest’opera: è stato presente a Ragusa al primo turno riempiendo le piazze principali della città ma la sua presenza è stata massiccia soprattutto al ballottaggio. Da giovedì a sabato Grillo è andato in giro ad infuocare gli animi dei ragusani e il giorno prima del silenzio elettorale ha riempito nuovamente la piazza principale di Ragusa (anche con l’aiuto di molti attivisti penta stellati venuti da parecchi comuni di fuori).

Ma al ballottaggio non c’è stata storia: Federico Piccitto, ingegnere 36enne si è imposto con più del 69% dei voti contro Giovanni Cosentini, sostenuto dal centro-sinistra ed ex vicesindaco dell’attuale Consigliere Regionale del Megafono Nello Dipasquale.

La sconfitta a cosa si può addebitare? Alla voglia di cambiamento della città? Alla mancata idea di rinnovamento che dava la figura dell’ex vicesindaco? Alla strana alleanza che lo ha sostenuto? Al fatto che i ragusani non hanno digerito che l’ex sindaco Dipasquale, rieletto per la seconda volta con quasi il 60% dei voti, abbia deciso di lasciare la città per diventare un consigliere regionale? Possibile. Difatti il “caso Ragusa” è anche, e soprattutto, questo: Nello Dipasquale ha governato la città di Ragusa per 7 anni con un’alleanza di centro-destra da sempre in forte contrapposizione con l’opposizione di centro-sinistra capeggiata dal PD. Da questo a fare un’alleanza di centro sinistra con Megafono-PD-UDC e liste civiche il passo non è stato molto breve e senza scossoni. Parte del PD Ragusa si è discostato dalla scelta del segretario ufficiale sostenendo, apertamente, Piccitto e questo ha provocato non pochi problemi.

Ma la verità è che anche il 5 Stelle ragusano deve chiedersi come è arrivato a vincere. Subito dopo il primo turno in molti hanno fatto dei comunicati stampa a favore di Piccitto: il Movimento Città, forte di più del 9% di consensi del primo turno, Partecipiamo con l’oltre il 7%, e poi 3 partiti che non ti aspetti: La Destra, SEL e Fratelli d’Italia, tutti insieme a sostegno del candidato dei grillini. Ma Grillo, non era colui che non voleva fare alcun apparentamento con i partiti? E ora in città si vocifera che tra i 5 assessori scelti dal Movimento grazie ai curricula inviati, 2 di essi dovranno fare un passo indietro per permettere al Movimento Città e a Partecipiamo di avere un posto in giunta. Si tratta solo di voci quindi nulla di certo e confermato.

La realtà,però, è che Ragusa ha voluto affidarsi al nuovo, a coloro che mai hanno governato e che dovranno farlo per i prossimi anni. La legge elettorale voluta dal precedente governo Lombardo li aiuta in questo: grazie al risultato ottenuto avranno 18 consiglieri su 30, un’ampissima maggioranza che dovrebbe permettere una navigazione serena tra le onde amministrative. Ma la verità è che in questo periodo, con lo Stato che fatica a trovare persino i soldi per evitare di aumentare l’IVA di un punto percentuale e che, di conseguenza, trasferisce sempre meno risorse alle Regioni le quali ne trasferiscono sempre meno ai Comuni, non sarà certo facile far quadrare i bilanci. D’altronde anche il collega penta stellato Pizzarotti si è accorto che tra le promesse elettorali e la realtà c’è una grossa differenza.

I cittadini del capoluogo ibleo sono divisi a causa di una campagna elettorale del ballottaggio parecchio dura e con toni spesso aspri. Spetterà al neo sindaco pacificare gli animi e realizzare il suo programma sperando che, in consiglio comunale, non si ripeta lo spettacolo a cui assistiamo tutti i giorni: accuse di mancati versamenti della diaria, scontrini non rendicontati, grillini divisi tra “talebani” e “dissidenti”, et cetera.

 

Andre Iurato