Cina ospite degli USA; vertice Obama-Xi a Palm Springs

Pubblicato il 11 Giugno 2013 alle 19:11 Autore: Stefano Giovannini

Cina ospite degli USA: 7-8 giugno, vertice Obama-Xi a Palm Springs, California

“Gli Stati Uniti danno il benvenuto alla continua ascesa pacifica della Cina come potenza mondiale ed è nel loro interesse che essa prosegua sul sentiero del successo, perché crediamo che una Cina pacifica, stabile e prospera sia un bene non solo per i cinesi, ma anche per il mondo e gli Stati Uniti” (Barack Obama)

Barack Obama, presidente degli Stati Uniti d’America, e Xi Jinping (习近平), presidente della Repubblica Popolare Cinese, si sono incontrati a Palm Springs, per la prima volta, per discutere “importanti questioni strategiche d’interesse comune”, come anticipato dal presidente dell’RPC, o il “quadro generale” delle relazioni tra i due Paesi, come lo chiama Douglas Paal, vicepresidente del centro-studi della Fondazione Carnegie per la Pace Internazionale. Il contesto informale costituito da quella che era la casa privata di una coppia di miliardari, i coniugi Walter e Leonore Annenberg, serve a facilitare, secondo Jin Canrong, professore all’Università del Popolo, la concentrazione sui problemi da risolvere. Una tesi sostenuta anche da Tao Wenzhao, membro dell’Accademia Cinese di Scienze Sociali, che ribadisce come sia negli incontri più modesti che hanno origine le discussioni più approfondite. Un’iniziativa “di cui c’era bisogno” la definisce Zbigniew Brzezinski, ex-consigliere per la Sicurezza Nazionale statunitense. L’evento assume maggiore importanza essendo il primo meeting tra il rieletto Obama e il neoeletto Xi, come puntualizza Stapleton Roy, ex-ambasciatore statunitense in Cina. La priorità, Paal spiega, è quella di “evitare che in àmbito strategico la competizione superi la cooperazione”. I due leader sono “consapevoli”, Roy evidenzia, “dei rischi connessi ad un’escalation della rivalità strategica”, il che, l’ex-ambasciatore avverte, non si tradurrà in modo automatico in risultati significativi. A questo proposito Tao prevede l’improbabilità che le due parti si accordino su questioni specifiche, quali situazione coreana o problemi informatici, pronosticando che le discussioni s’incentrino su tematiche più generali e a lungo termine. Anche Cui Tiankai (崔天凯), ambasciatore cinese negli USA, ritiene che “lungi dal fornire risultati immediati, l’incontro servirà a porre le basi per il futuro”. Alla Cina, dice Hong Lei (洪磊), portavoce del ministero degli Esteri, oltre che rinsaldare la comunicazione strategica, la fiducia reciproca e la cooperazione bilaterale, preme cooperare con gli USA per risolvere la crisi economica globale. Difficile ipotizzare che le recenti polemiche sullo spionaggio telematico attuato dall’agenzia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti (NSA) non facilitino un avvicinamento, seppur implicito, tra i due capi di Stato, visto che uno dei cavalli di battaglia della critica operata dai mezzi d’informazione occidentali alla Cina è imperniato sulla censura del Web. Sul tema affine della cibersicurezza Obama, riferisce il responsabile dell’NSA Tom Donilon, a breve sostituito dall’attuale ambasciatrice ONU Susan Rice, intima ai cinesi di cessare gli attacchi informatici.

Contravvenendo alla prassi di alternare le visite fra i capi di Stato, per la quale questa sarebbe stata la volta del presidente statunitense di recarsi nella capitale della Repubblica Popolare Cinese, Xi arriva all’aeroporto internazionale Ontario, in California, giovedì 6 giugno. Viene accolto dalle autorità locali e dall’entusiasmo della popolazione, che vede la visita ufficiale come un’ottima occasione di valorizzazione del territorio, utile per attirare l’attenzione del mondo su Palm Springs e dintorni. Il giorno seguente incontra la controparte statunitense a Rancho Mirage, dove spiega che scòpo della visita è “tracciare uno schema dello sviluppo delle relazioni sinostatunitensi e condurre la cooperazione attraverso l’Oceano Pacifico”. Più di 40 anni fa, spiega, i capi dei due Paesi aprirono le porte alle interazioni sinostatunitensi con coraggio e saggezza politici, “stringendosi la mano attraverso l’Oceano Pacifico”. Da allora, il presidente cinese dice, le relazioni sinostatunitensi, fra alti e bassi, hanno fatto storici progressi portando enormi benefici ai due popoli. Notando come tali relazioni siano ora a un nuovo inizio, Xi aggiunge che i due Paesi condividono importanti interessi convergenti, che includono la promozione dello sviluppo economico reciproco, la stabilizzazione economica globale e la trattazione di temi caldi internazionali e locali, nonché delle sfide mondiali. Ciò richiede, osserva, un rafforzamento della cooperazione bilaterale. Gli Stati Uniti d’America e la Repubblica Popolare Cinese, afferma, in nuove circostanze devono rivedere in profondità i loro legami. “Che tipo di relazione – chiede – ci serve? Che tipo di cooperazione è utile a raggiungere risultati benèfici per entrambi? Come possiamo lavorare insieme per promuovere la pace e lo sviluppo nel mondo? Queste domande sono fonte della massima preoccupazione non solo per i due Paesi e i due popoli, ma anche per l’intera comunità internazionale”. Il presidente cinese invita le due parti a collaborare per costruire un nuovo tipo di relazione tra grandi potenze al fine di servire in modo innovativo e attivo gli interessi fondamentali dei due popoli promuovendo lo sviluppo e il progresso della società umana. Xi dice che non vedeva l’ora di intraprendere intensi e profondi scambi con Obama sui maggiori problemi strategici comuni, in maniera tale da rafforzare la comprensione reciproca e promuovere la cooperazione complessiva fra i due Paesi. “Credo – spiega – che attraverso gli sforzi congiunti delle due parti il vertice raggiungerà risultati importanti e positivi, iniettando nuovo vigore nel futuro sviluppo dei rapporti sinostatunitensi”.

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L'autore: Stefano Giovannini