Come ha fatto il tasso di povertà globale a dimezzarsi in 20 anni?

Pubblicato il 7 Giugno 2013 alle 09:29 Autore: Antonio Casoria

La povertà è facile da individuare, ma difficile da definire. L’America stabilisce la soglia di povertà a 11.490 $ di reddito annui per una famiglia formata da una sola persona, il che equivale a poco più di 30 dollari al giorno.

Qualsiasi reddito al di sotto di tale importo è giudicato inadeguato per il soddisfacimento dei bisogni fondamentali. Altri paesi ricchi individuano le loro soglie di povertà in termini relativi, per cui un aumento relativo dei redditi più elevati si traduce in maggior povertà, se tutto il resto rimane invariato.

La linea di estrema povertà nei paesi in via di sviluppo è fissato ad un livello molto più basso, ovvero a 1,25 dollari al giorno di consumo (invece che di che del reddito). Questo dato è ottenuto attraverso una media delle soglie di povertà nei 15 paesi più poveri, e non perché 1,26 $ sia un numero di comodo frutto di incantesimo.

Questo è quindi  il metro con il quale è stata misurata la riduzione della povertà nei paesi poveri. Sorprendentemente, questo tasso di povertà si è dimezzato in tutto il mondo, dal 43% del 1990 al 21% del 2010.

Come è potuto succedere? I presidenti e primi ministri in Occidente hanno tenuto per 50 anni discorsi enfatici sulla storia della povertà. Nel 2000 le Nazioni Unite hanno annunciato una pacchetto di otto obiettivi denominati di Target di Sviluppo del Millennio volti a ridurre la povertà, migliorare la salute e così via. L’impatto di tali iniziative è stato mediocre.

Quasi tutto il calo del tasso di povertà deve essere attribuito alla crescita economica. Le economie in rapida crescita nei paesi in via di sviluppo hanno svolto la maggior parte del lavoro. Tra il 1981 e il 2001 la Cina ha fatto uscire 680 milioni di persone dalla povertà.

Dal 2000, l’accelerazione della crescita nei paesi in via di sviluppo ha tagliato le cifre della  povertà estrema al di fuori della Cina di 280 milioni. Anche come, la crescita è distribuita è una questione che conta. In un paese dove la disuguaglianza del reddito è alta, ogni punto percentuale di crescita del PIL influirà meno sulla riduzione del tasso di povertà di quanto la stessa crescita avrebbe in un luogo con una distribuzione della ricchezza più uguale.

Questa è un’ottima notizia. Purtroppo, portare il restante miliardo di persone al di sopra della soglia sarà uncopito ben più difficile. Il prossimo paese che dovrebbe spostare milioni di persone oltre quella linea sia appresta ad essere l’India, la cui economia ha rallentato.

Poi sarà la volta di sub-sahariana. Entro il 2030 i due terzi della popolazione mondiale più povera saranno in Stati fragili come il Congo e la Somalia, dove sarà difficile sostenere politiche contro la povertà a causa dei governi nazionali. Eppure, quello di spostare le persone al di sopra la soglia della miseria ha cominciato ad essere un obbiettivo realizzabile nell’arco di una generazione.

(Articolo di J.P.P tratto dall’Economist)

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