Nord Caucaso polveriera pronta ad esplodere

Pubblicato il 3 Giugno 2013 alle 09:43 Autore: Antonio Casoria
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Il Nord Caucaso è sempre più simile ad una polveriera pronta ad esplodere. È un costante stillicidio di vittime e di piccoli attentati ma dal forte contenuto simbolico quelli che stanno devastando il nord del Caucaso ed in particolare la Repubblica russa del Daghestan, riportando l’attenzione degli osservatori europei su questa turbolenta area geografica di cui si parla poco ma che presenta forti tensioni sempre pronte ad esplodere con la violenza.

È di due giorni fa la notizia di un nuovo assassinio, questa volta di un tenente di polizia in una cittadina del Dagestan non lontano dalla capitale Mahachkala ad opera di delinquenti attualmente non identificati, ma presumibilmente appartenenti a una delle numerose bande criminali o paramilitari che da anni destabilizzano la situazione politica del paese, ferendo e uccidendo esponenti del potere locale e filorusso e che nell’ultimo mese ha intensificato la sua azione ai danni delle forze di polizia e di sicurezza russe, entrate prepotentemente nel mirino di questi atti terroristici.

Quest’ultimo episodio è stato preceduto pochi giorni prima da un lungo conflitto a fuoco, avvenuto sempre in Daghestan fra la polizia stradale e criminali ancora non identificati, che non ha causato per fortuna morti ma solo alcuni feriti fra i poliziotti. Quasi contemporaneamente a questo episodio per così dire marginale ha avuto luogo una forte esplosione, ad opera di un kamikaze, nei pressi dell’edificio sede del ministero degli interni dove ha perso la vita un uomo e tredici persone sono rimaste ferite in modo più o meno grave.

L’episodio che probabilmente ha portato a questa escalation di violenza contro la polizia è stata la massiccia operazione antiterrorismo avvenuta a metà maggio nella turbolenta Repubblica caucasica. Durante questo blitz a cui hanno partecipato forze della FSB (Servizio Federale per la Sicurezza), ovvero la potentissima unità militare riformata da Putin, e il Ministero degli Interni.

Come risultato delle operazioni sul campo si può annoverare l’individuazioni di basi logistiche e di rifornimento di cellule terroristiche. Dopo diversi conflitti a fuoco le forze governative sono riusciti ad arrestare numerosi presunti terroristi e ad uccidere quattro uomini ad esse appartenenti, che secondo  le informazioni in possesso della polizia avrebbero commesso, nell’ultimo anno diversi omicidi, rapine ed estorsioni e avrebbero partecipato a diversi assalti contro le forze armate russe.

Inoltre la polizia ha avuto modo di sequestrare una grande quantità di armi fra cui fucili d’assalto, mitragliatrici leggere, numerose munizioni e componenti per ordigni esplosivi. Questa operazione non è stata indolore per le autorità russe in quanto fra le loro file si possono contare tre feriti e un morto e diverse vittime fra la popolazione civile, il cui numero non è stato reso noto.

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