Diritti e welfare il lato umano della Cina

Pubblicato il 27 Maggio 2013 alle 10:34 Autore: Stefano Giovannini

Cina: gli sforzi della nuova classe dirigente nazionale a tutela di disabili, detenuti e ambiente

Milano, 27 maggio 2013 – I media occidentali in genere accusano la Cina di non rispettare i diritti umani. La Repubblica Popolare sembra aver preso il posto che fu dell’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda quale minaccia globale contrapposta alla democrazia statunitense. Gli esempi in tal senso si sprecano: dalla cosiddetta ‘invasione’ del Tibet del 2008  alla schiavizzazione della manodopera, dall’inquinamento ambientale  alla facilità delle condanne a morte per non parlare dell’assenza di libertà d’opinione, ribadita dalle provocazioni occidentali, quali l’assegnazione del premio Nobel per la pace al dissidente Liu Xiaobo (刘晓波) nel 2010. Un’ulteriore critica dal ‘libero Occidente’ alla ‘dittatura comunista’ riguarda la censura informatica.

Sul Tibet (Xizang, 西藏, in mandarino) la risposta cinese alle accuse occidentali è di aver liberato il popolo da un regime schiavistico per il quale la gente comune lavorava come serva della gleba a beneficio esclusivo della casta monastico-governativa, a capo della quale è il Dalai Lama. Peraltro negli ultimi anni il governo ha adottato misure efficaci per rispettare e proteggere il diritto di autogoverno degli organi amministrativi delle aree etniche autonome. Certo è che nei media occidentali non viene mai dato spazio agli sforzi che la Cina compie per migliorare sotto i precedenti punti di vista, seppure siano intensi e frequenti, come dimostra la condotta della nuova amministrazione nazionale.

Il 25 aprile scorso, per esempio, Shen Deyong, vicepresidente della Corte Suprema del Popolo, ha invitato la magistratura a essere più prudente nel condannare gli imputati, onde evitare verdetti ingiusti. Nel 2012 la dicitura “rispettare e proteggere i diritti umani” è stata aggiunta all’emendata Legge di Procedura Criminale. In àmbito giudiziario la Cina ha applicato controlli più stretti sulla pena di morte, che è stata quindi usata con maggiore prudenza, proteggendo i diritti umani dei detenuti. Nel 2011 la pena di morte è stata rimossa dalle opzioni punitive per i responsabili di reati di 13 tipi di crimini economici e non-violenti, diminuendo di quasi un quinto i casi in cui è possibile condannare a morte.

Per quanto riguarda l’ecologia, la protezione ambientale è una delle politiche di base dell’amministrazione del presidente Xi Jinping (习近平), come si evince anche dal concetto di Linea Rossa Ecologica da lui introdotto l’altro ieri a Pechino nel corso di una sessione di studio sulla promozione del progresso ecologico con membri dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese. Di cosa si tratta? La Cina, spiega il presidente, deve accelerare l’implementazione di una strategia di suddivisione funzionale in zone, alle quali sia richiesto di ottimizzare, priorizzare, restringere o proibire lo sviluppo industriale secondo la loro natura definita. Il concetto, aggiunge Xi, di Linea Rossa Ecologica dev’essere stabilito con fermezza e maggior spazio va dato alla natura perché si rigeneri. “Sui problemi ecologici – osserva Xi – la gente non dovrà oltrepassare la Linea, pena punizione”.

cina bandiera

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L'autore: Stefano Giovannini