Parabola di Monti in meno di tre mesi

Pubblicato il 25 Marzo 2013 alle 12:09 Autore: Dario Cafiero

La parabola di Monti. L’ascesa, il wow, il cane “Empy” ed il fuoco amico. C’è una data che segna l’inizio del declino di Mario Monti. Il “Super Mario” che fino a 3-4 mesi fa sembrava poter risolvere tutti i problemi dell’Italia. Quella data è il 5 gennaio 2013.

Perché? Perchè è il giorno della ‘celebre’ diretta Twitter con il sobrio e responsabile Monti che, tralasciando il suo aplomb, cade nella trappola della rincorsa all’elettorato e si esibisce in improvvidi smile e “wow!” per rispondere ai tweet che arrivano al suo account. Un fatto minuscolo, certamente non “la” causa. Ma, così come per tutti i grandi eventi della storia, probabilmente il punto di snodo principale.

Tra il prima, analizzato attententamente, ed il dopo la differenza è abissale. Dopo quel “wow!” sono arrivate altre scelte di scarso successo: le strategie di Axelrod, le continue comparsate, il “rimprovero” di Zavoli fino all’abisso del cane “Empy”. L’avventura politica del Professore può essere ‘disegnata’ infatti come una parabola: una costante ascesa fino alla presentazione del simbolo di Scelta Civica (il 4 gennaio 2013), dove l’attenzione mediatica è stata al massimo, e dopo un rapidissimo declino, con picchi di caduta libera (come gli esempi accennati in precedenza). Una serie di catasfrofi d’immagine che hanno portato Monti a subire, in questi ultimi giorni, persino il ‘fuoco amico’ della testata che più si è prodigata ad aiutarlo durante l’esperienza governativa, cioè il Corriere della Sera.

Nell’edizione di Domenica 24 Marzo 2013, Ernesto Galli della Loggia – che non si può certamente ascrivere tra i commentatori politici di sinistra (tanto per usare un eufemismo) – rinfaccia alla formazione centrista una serie di errori: dall‘autocompiacimento oligarchico ostentato dalla coalizione (sic!), ad un linguaggio poco “vivo ed autentico” fino all’errore per lui ‘fatale’: il “timore di farsi etichettare di destra dalla Sinistra”. Una serie di appunti in larga parte condivisibili a cui lo stesso Monti si è premurato di rispondere – molto dettagliatamente – sul Corriere di oggi.

Gli appunti di Galli della Loggia, oltre a mostrare ormai il distacco che “l’alta borghesia centrista” che muove il Corriere ha preso ormai nei confronti del Centro (perché è molto più appetibile Renzi? chissà…), pesano comunque come macigni sul futuro politico di Monti. Un futuro – a breve e medio termine – che è di scarso peso politico, perchè come è noto i senatori centristi non sono sufficienti (da soli) alla formazione di una qualsiasi maggioranza, e perché al momento non c’è prospettiva per tutta la coalizione, con Casini che si è eclissato e Fini che nemmeno è stato eletto.

Insomma, a differenza delle molte analisi fatte in precedenza, il Terzo Polo – anche con Monti alla guida – non è ancora nato.

L'autore: Dario Cafiero

Laureato in Comunicazione politica all'Università di Firenze con una tesi sul linguaggio politico di Mario Monti prima delle elezioni politiche del 2013. Collabora con l'Unità e al Corriere Nazionale, ed alla campagna elettorale regionale 2010 per il candidato di centrosinistra. Dal 2011 all'ufficio stampa della giunta provinciale di Firenze. Appasionato di politica e giornalismo, ultimamente scopre (dal divano) il fantastico mondo del basket
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