Sondaggio TP: primarie Torino

Pubblicato il 19 Febbraio 2011 alle 00:19 Autore: Redazione

primarie torinoI risultati del sondaggio di Termometro Politico sulle primarie del centrosinistra per il comune di Torino

L’ex segretario dei Democratici di Sinistra ed ex Guardasigilli, Piero Fassino, è in vantaggio sugli altri 4 competitori in corsa per le primarie del centrosinistra per il comune di Torino, che si terranno il 27 febbraio nel capoluogo piemontese. Il sondaggio di Termometro Politico, pubblicato martedì su La Stampa, gli assegna 8 punti di vantaggio sul suo diretto inseguitore, Davide Gariglio – equivalenti a circa 3.500 voti nella previsione di affluenza.

In terza posizione si inserisce l’assessore al Bilancio del comune Gianguido Passoni, sostenuto da buona parte dell’area a sinistra del Pd, che arriva al 14%. Più staccati Silvio Viale e Michele Curto, fermi al 6 per cento a testa.


Occorre premettere ai dati di dettaglio che si tratta di una rilevazione effettuata a due settimane dal voto e riflette dunque, considerato il margine d’errore statistico, la situazione così come essa appare oggi. Essendo le primarie un’elezione particolarmente fluida, gli scenari potrebbero modificarsi anche in modo significativo a seconda di come voteranno gli indecisi e dell’affluenza al voto – i casi di scuola ci insegnano che quanto più è alta la partecipazione al voto, tanto più risulta favorito il candidato con la maggiore notorietà (in questo caso Fassino, l’unico politico con un profilo marcatamente nazionale).

CHI VOTA CHI


Le distribuzioni per età, professione e lista votata sembrano significative nel determinare il livello di consenso dei candidati: Piero Fassino è infatti votato dal 54% degli ultra-sessantenni, dal 56% dei pensionati e dal 60% delle casalinghe, mentre Davide Gariglio riceve flussi in entrata soprattutto da elettori più giovani (il 39% dei 30-44enni e il 35% dei 45-59enni) e dal mondo dei lavoratori dipendenti (39%). Marcato anche il profilo di Gianguido Passoni, scelto dal 17% degli studenti, dal 18% dei lavoratori autonomi e forte soprattutto nelle fasce d’età medio-basse.

Il 52% del campione dichiara di essere elettore del Partito Democratico, e in questo segmento Piero Fassino guida con il 63% delle preferenze, seguito da Gariglio al 34 e con Passoni, Curto e Viale fermi all’1 per cento a testa. Venti intervistati su 100 si dichiarano invece di Sinistra Ecologia e Libertà: il 41% sceglie Passoni, il 25% Gariglio, il 15% Fassino, il 13% Curto e il 6% Viale. Tra il 6% di votanti dell’IDV-Di Pietro, vince Gariglio con il 34%, seguito da Fassino (32%), Passoni (20%), Viale (10%) e Curto (4%).

Modesto l’apporto delle altre liste: i Radicali pesano per 3 elettori delle primarie su 100 (Viale stravince con l’80%; a distanza Gariglio con il 13, Fassino con il 4 e Curto e Passoni a spartirsi le briciole); a Rifondazione comunista vanno ricondotti 2 elettori su 100 (qui Passoni guida con il 46%, seguito da Curto al 20, Gariglio al 16, Fassino al 12 e Viale al 6); i Moderati, che assommano a solo l’1 per cento dell’elettorato delle consultazioni di domenica 27 febbraio, premiano nettamente Gariglio (65%).

Interessante l’orientamento degli intervistati che si dichiarano indecisi riguardo al partito che voterebbero domani: sono quasi il 10 per cento del campione, e tra loro Gariglio raggiunge il 45%, Fassino è fermo al 23 mentre gli altri tre candidati ottengono buone posizioni con il 15% di Passoni, il 14 di Curto e il 4 di Viale.

IL CONSENSO A CHIAMPARINO


Il sondaggio evidenzia una popolarità considerevole per l’attuale sindaco Sergio Chiamparino. Il 79% del campione dà una fiducia uguale o superiore a 6 su 10, e ben il 56% degli intervistati dà un giudizio dall’8 in su.

Incrociando i dati dei candidati con quelli sulla fiducia Chiamparino, si nota come il tasso di approvazione per l’attuale sindaco sia più elevato tra gli elettori di Fassino (addirittura 95%), seguito da quelli di Gariglio (80%) e poi stia intorno al 66% fra coloro che dicono di voler votare Passoni, Curto o Viale – espressione di aree politiche comunque periferiche rispetto al Pd, di cui il primo cittadino è esponente.

 


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