Legislatura finita, ora la politica attende le decisioni di Monti

Pubblicato il 22 Dicembre 2012 alle 17:55 Autore: Giuseppe Colasanto

Domattina l’ormai ex Premier Mario Monti presenterà in una conferenza stampa le sue decisioni in merito al proprio stesso futuro politico, decisioni che saranno determinanti nel definire lo scenario della prossima campagna elettorale.

Come ben dimostrato dal sondaggio Ipsos di questa settimana la presenza di Monti in uno schieramento centrista può determinare uno spostamento di una quarantina di seggi, andando ad incidere notevolmente sul peso politico del centro “casinian-montezemoliano”: in ogni caso, Bersani dovrà tener fede al suo impegno di colloquiare con i moderati, ma senza Monti i moderati corrono davvero il rischio di essere una semplice stampella per il duo Bersani-Vendola. Con Monti in campo, invece, potrebbero ambire ad essere un soggetto importante anche nel futuro del centrodestra.

 

Oggi però è stata la giornata delle consultazioni, un “rito stanco” che di fatto in questa occasione è servito esclusivamente a legittimare la chiusura anticipata della legislatura, senza provare soluzioni alternative al Governo in carica, come si fa nella maggior parte dei casi. Anche se le cronache di questa mattinata registrano una proposta di Micaela Biancofiore (Pdl), che ha proposto di assegnare l’incarico di formare il Governo a Silvio Berlusconi. Una boutade, chissà quanto voluta.

Ma nella giornata delle dichiarazioni, non è certo stata l’unica degna di nota. Oltre alla Biancofiore, una delle principali esponenti del gruppo delle amazzoni berlusconiane, per conto del centrodestra hanno parlato anche Cicchitto e Gasparri, esprimendo al Presidente Napolitano la loro preoccupazione circa la terzietà del Premier in campagna elettorale, e il conseguente auspicio che lo stesso non si candidi. Auspicio ribadito anche dagli esponenti minori come Silvano Moffa e dalla rappresentante della nuova lista di destra (Centrodestra Nazionale) che ha proposto (seconda fesseria della mattinata) di nominare un altro premier per avere terzietà in campagna elettorale.

Per il Pd hanno parlato Franceschini e Finocchiaro, che nella conferenza stampa successiva hanno potuto  chiarire quale sarà il refrain dei democratici in caso di candidatura di Monti: “si chiude una fase, siamo stati leali fino all’ultimo, ora il Paese merita di più”. Sarà in effetti proprio il Pd a dover guidare la campagna elettorale, se vorrà almeno mantenere il vantaggio che oggi tutti i sondaggi gli assegnano, e dovranno farlo distinguendosi dall’ex Premier.

Il Terzo Polo è invece in attesa delle dichiarazioni di Monti, e mentre mette le mani avanti (“non è questione di nomi”, ma “di seguire l’agenda Monti”, dicono i vari Riccardi, Rutelli, Dalla Vedova) pensano ad un piano B che nelle idee di Buttiglione potrebbe avere le sembianze di Emma Marcegaglia (un modo come un altro per bruciare un nome?).

Non sono poi mancati gli strali di Beppe Grillo contro “Rigor Montis”, colpevole, secondo il comico, di aver fatto peggio di “Tremorti”: non si ricandiderà – predice – perché i sondaggi non gli sono favorevoli. Non dovrebbe cambiare molto, per il suo MoVimento 5 Stelle, perché è alquanto improbabile che il Premier possa pescare dal bacino grillino o dall’astensionismo filo-grillino.

A tutti ha risposto il Presidente Napolitano, ricordando che la chiusura anticipata “era nei fatti” già da alcune settimane, a seguito dello strappo del Pdl, e che non vi sarebbe stato il tempo necessario per nominare un nuovo governo che sarebbe dovuto durare un paio di mesi appena.

Si chiude così la legislatura, avrebbe potuto essere diversa, sarebbe dovuta essere “costituente”, non ha nemmeno saputo cambiare la legge elettorale.

L'autore: Giuseppe Colasanto