Bersani supera Monti. Berlusconi e Grillo gli avversari più temibili

Pubblicato il 8 Dicembre 2012 alle 15:01 Autore: Carlandrea Poli

Col ritorno in campo di Silvio Berlusconi svanisce il desiderio di salto generazionale, avvertito specialmente fra gli elettori di centrodestra a circa 19 anni dalla discesa in campo dell’imprenditore milanese che ha rivoluzionato la geografia politica del paese. Delineate però le candidature gli italiani non sembrano avere molti dubbi: Pierluigi Bersani è il candidato più idoneo a fare il premier nella prossima legislatura.

Nella classifica dei leader secondo il più recente sondaggio Ipsos (condotto prima dell’ufficializzazione della sesta ricandidatura alla presidenza del consiglio di Berlusconi) il leader della coalizione Italia Bene Comune viene indicato dal 29% degli elettori, superando l’attuale premier Mario Monti che segue al 23%. Da non sottovalutare nel campo dei moderati il consenso per Silvio Berlusconi al 17%. Due indicazioni si possono trarre: la prima è la conferma della netta emarginazione del Popolo della Libertà e del suo leader nell’opinione pubblica con una plausibile riedizione dell’alleanza con la Lega Nord che difficilmente riuscirebbe ad agganciare un terzo degli elettori; al tempo stesso è da considerare come l’ex premier riscuota un tasso di apprezzamento maggiore di un eventuale candidato del MoVimento 5 Stelle, che non andrebbe oltre il 14%. Prima di saltare a conclusioni, però, bisogna leggere questo dato in controluce: fra l’intero elettorato il Cav. non per forza sarà l’avversario più temibile – fra quelli in circolazione – di Bersani: lo vede così il 30% dell’opinione pubblica, mentre un 31% vede in Beppe Grillo una minaccia più temibile alla corsa verso palazzo Chigi del centrosinistra.

Nella sfida Bersani-Berlusconi il disfacimento del governo Pdl-Lega con la necessità di urgenti politiche di salvataggio con l’esecutivo di tecnici di Mario Monti e la competizione interna al centrosinistra per la premiership hanno da mesi segnato il destino di queste elezioni politiche. Ciò nonostante il consenso maggioritario per i progressisti non è privo di sfumature negative.

Il 76% nel vedere una gara fra il segretario del Pd sessantunenne e l’ex premier addirittura settantaseienne non nasconde la sua delusione e perava in leader nuovi a fronte di un 17% appena che li considera i due esponenti più rappresentativi dei rispettivi schieramenti politici.

Secondo dato critico per Bersani. Se all’interno del centrosinistra il suo indiscutibile successo al ballottaggio delle primarie è frutto di una leadership più rassicurante (lo pensa quasi un elettore progressista su due) sull’intero campione le proporzioni si ribaltano e circa il 45% attribuisce l’affermazione sul competitor Matteo Renzi alla capacità di mobilitazione dell’apparato del Partito Democratico, schierato nella sua quasi interezza dalla sua parte.

È meglio anche in questo caso analizzare con chiarezza. Pur incarnando umori in contraddizione questi due dati sarebbero davvero allarmanti soltanto in presenza di una sfida molto più competitiva con differenze di consenso ridotte. Non è questo il caso. E Bersani può affrontare la campagna per le politiche con una maggiore serenità considerando un altro dato del sondaggio Ipsos. Il Pd – come sappiamo – oscilla fra il 36% attribuito dall’istituto di Nando Pagnoncelli al 38% assegnato da Demos&Pi. Uno degli argomenti più ripetuti nella campagna elettorale di Matteo Renzi è che con lui candidato il Pd e il centrosinistra avrebbero avuto un risultato migliore alle elezioni in maniera tale da poter avere salde maggioranze sia alla Camera che al Senato per governare nel prossimo quinquennio. Bene, questa convinzione oltre che dalla percentuale di suffragi attribuita all’alleanza Pd-Sel è smentita pure dalle previsioni degli stessi elettori. Quanti voti prenderà il Partito Democratico con Bersani candidato premier? Il 37% è convinto che Bersani manterrà lo stesso livello di consensi agguantabili con Renzi leader, mentre un 29% immagina un successo ancor più rotondo alle elezioni politiche grazie alla vittoria interna del segretario democrat.

L'autore: Carlandrea Poli

Nato a Prato il 27/06/1987 giornalista pubblicista, ha cominciato a collaborare con alcune testate locali della sua città per poi approdare al Tirreno. Appassionato delle molte sfaccettature della politica, ha una predilezione per la comunicazione, l'economia e il diritto. Adora il neomonetarismo, l'antiautoritarismo della scuola di Francoforte e prova a intonare nel tempo libero con scarso successo le canzoni di Elisa Toffoli. Su Twitter è @CarlandreaAdam
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