Commissione grandi rischi. Quello che si può prevedere

Pubblicato il 1 Novembre 2012 alle 12:39 Autore: Redazione
processo a commissione grandi rischi

La sentenza del giudice unico Marco Billi, del Tribunale de L’Aquila, era destinata a suscitare polemiche ancora prima che venisse pronunciata. Qualunque fosse stato l’esito del giudizio, la sentenza era troppo attesa perché non fosse oggetto di una massiccia esposizione mediatica e, di conseguenza, di un gran numero di critiche.

Non è la prima e non sarà l’ultima sentenza che riguarda i fatti legati al terremoto che ha colpito l’Aquila il 6 aprile 2009 (proprio in questi giorni è stato condannato un architetto 85enne per la progettazione di un edificio). Ma per diverse ragioni, questo processo è stato vissuto come emblematico di una caccia al “responsabile del terremoto”. Beh, non è così, né potrebbe esserlo.

Un processo penale ha la funzione di individuare ed accertare le responsabilità individuali in relazione a condotte o ad eventi che sono sotto la sfera di controllo dell’agire umano. Tutto ciò che travalica questi limiti non può essere oggetto di una responsabilità penale.

E, chiaramente, un evento sismico non può avere responsabili.

processo a commissione grandi rischi

Ma può esistere un grado di responsabilità sugli effetti originati da un terremoto. Perché se l’uomo non ha il potere di impedire un terremoto, può scongiurarne o limitarne notevolmente i danni.

Ed è proprio questo che il processo che ha visto condannati sette ex membri della commissione grandi rischi intendeva accertare: se alcune delle morti avvenute a seguito del terremoto che ha devastato L’Aquila potevano essere evitate.

È stato detto, da più parti, che i sette imputati erano accusati di “non aver previsto il terremoto”. Ma, per le medesime ragioni accennate prima, non poteva essere questo l’oggetto dell’accusa. Le attuali conoscenze scientifiche non consentono la previsione di un terremoto e, per questo, nessuno potrebbe essere ritenuto responsabile di non essere stato in grado di avvertire dell’imminenza di un sisma.

C’è qualcosa che si può prevedere, però, qualcosa che, anzi, sarebbe stato compito precipuo della Commissione Grandi Rischi prevedere e valutare: i possibili danni che un sisma di media ed elevata potenza avrebbe potuto causare nella città de L’Aquila. Ed invece il messaggio diffuso a seguito dell’ormai celeberrima riunione tenuta dalla Commissione il 31 marzo 2009 invitava la popolazione a stare tranquilla, sulla base di quali evidenze scientifiche, tuttavia, è ancora un mistero. L’attenzione non deve essere rivolta esclusivamente al verbale redatto in seno a quella riunione, nel quale si affermava l’estrema improbabilità di una scossa sismica di potenza rilevante, ma a quanto effettivamente fu comunicato dai membri della Commissione alle autorità che avrebbero dovuto provvedere a mettere in atto tutte le misure opportune di prevenzione e che invece sono rimaste sostanzialmente inerti proprio sulla base delle rassicurazioni ricevute dalla Commissione Grandi Rischi.

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