Termometro Finanziario: mercati verso i nuovi massimi, aspettando qualche buona notizia

Pubblicato il 17 Settembre 2012 alle 11:13 Autore: Giovanni De Mizio

Termometro Finanziario: mercati verso i nuovi massimi, aspettando qualche buona notizia

 

Mercati finanziari ancora euforici dopo aver incassato tutte le buone notizie previste in settimana. L’indice italiano FTSE MIB supera i 16500 punti e si avvia a toccare i massimi del marzo scorso sopra i 17000, mentre il DAX tedesco si appresta a dare l’assalto ai massimi del 2011, che sono anche il punto più alto toccato dal 2008 e che segnerebbero il riallineamento agli indici americani, che li hanno già superati da qualche tempo.

I motivi di tanta euforia spaziano da ambo i lati dell’Atlantico: in Europa la Corte Costituzionale tedesca ha dato il suo ok al fondo salva-Stati ESM, aggiungendo condizionalità che risultano in fondo piuttosto blande. Il fondo ESM, che sarà attivo da ottobre, non potrà essere finanziato dalla Germania per un importo superiore a quanto già stanziato (190 miliardi) a meno che non vi sia esplicita approvazione del Parlamento, a ricordare che la sovranità appartiene pur sempre al popolo. La condizione imposta non è di per sé gravosa, a meno che non scatti la richiesta di aiuto di Stati troppo grossi, come Spagna e Italia. In quel caso i due Paesi dovrebbero ritirare la propria quota dall’ESM, e i soldi mancanti dovrebbero essere versati dagli Stati rimasti nell’ESM. Le conseguenze fra la popolazione di tali Paesi sono facilmente immaginabili, considerato che non passa settimana senza che qualche ministro dei Paesi primi della classe non lamenti mal di pancia causato dai PIIGS.

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In ogni caso, la notizia ha portato a un deciso restringimento degli spread, ma, va sempre ricordato, si tratta ancora di aspettative: si attendono ancora azioni decise e vere da parte dei governi. L’ESM è una rete di sicurezza che bisogna tentare di lasciare intatta: difficilmente, infatti, essa reggerà alla caduta della terza o della quarta economia della UE.

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Il secondo motivo di euforia proviene dagli USA: la Federal Reserve ha approvato all’unanimità meno uno il terzo piano di alleggerimento quantitativo (o QE). Questa volta Ben Bernanke e gli altri membri del FOMC hanno deciso di gettare dagli elicotteri denaro nell’ordine di 40 miliardi al mese, che, aggiungendo i piani di reinvestimento già in atto, si tradurrà in acquisti per ben 65 miliardi mensili. La Fed, in questo round, acquisterà titoli ipotecari, compresi i famigerati MBS (quelli della crisi subprime, per intenderci), a tempo indeterminato, ovvero fin quando il mercato del lavoro americano non darà forti segnali di ripresa.

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