Romney vicino al sorpasso nella battaglia per i finanziamenti

Pubblicato il 6 Settembre 2012 alle 16:52 Autore: Carlandrea Poli

Un sostanziale pareggio anche nella raccolta dei contributi elettorali. Le presidenziali, in un sistema poco avvezzo al finanziamento pubblico, diventano ben presto competizione di denaro. Così, in America una forma empirica piuttosto affidabile per valutare il consenso di una causa politica consiste nell’andare a guardare quanto il cittadino-elettore attivo sia stato disposto a sborsare per sostenerla. E le due cause presidenziali, quella del presidente Barack Obama e dello sfidante Mitt Romney sembrano raccogliere eguale stima.

La rivelazione che questa campagna, come segnalato del resto in un’intervista concessa al Termometro Politico dal politologo Larry Sabato, è molto più in bilico rispetto a 4 anni fa. Nel 2008 ancor prima di aprire le urne o prendere sotto mano un sondaggio si poteva così scorgere una forbice sempre più divaricata in termini finanziari a favore del comitato elettorale di Barack Obama, che fra media ed elettori aveva lasciato in ombra John McCain.

Compare Candidates

Candidates

(millions of dollars)

All Candidates

1.681,5

Democrats

1.075,7

Obama (D)

747,8

Republicans

605,8

McCain (R)

351,5

Clinton (D)

223,9

Romney (R)

105,2

Giuliani (R)

59,0

Edwards (D)

48,7

Paul (R)

34,5

Thompson, F (R)

23,4

Richardson (D)

22,4

Huckabee (R)

16,1

Dodd (D)

14,9

Biden (D)

11,9

Tancredo (R)

6,3

Kucinich (D)

5,5

Brownback (R)

4,2

Hunter (R)

2,9

Thompson, T (R)

1,2

Cox (R)

1,1

Gravel (D)

0,6

Gilmore (R)

0,4

 

Le proporzioni erano imbarazzanti. I democratici raccolsero per l’intera campagna 1 miliardo di dollari, i repubblicani 605 milioni. Il totale di 1,681 miliardi di dollari fu un record assoluto per una campagna elettorale. Va ricordato che a favore della maxi raccolta di contributi soffiarono molti venti: il rinnovamento della promessa dell’autorealizzazione americana incarnata dal messianico Obama, la concorrenza di una leader naturale dei democrats quale Hillary Clinton e la contestuale assenza fra i repubblicani – partito che deteneva la presidenza – della candidatura del vice-presidente in carica (troppo controverso era Dick Cheney).

Il sentimento generale e bipartisan di change è venuto meno. Le promesse fanno ancora parte dell’ossatura di ogni propaganda elettorale, ma il sogno che rapisce l’interesse e la speranza di milioni di americani quello è svanito.

Nel 2012 i contributi ricevuti dai democratici – almeno nel conteggio parziale fornito dalla Federal Election Commission – sono scesi drasticamente a 348 milioni di dollari, finiti ovviamente nelle casse del comitato elettorale del presidente in carica. Al 31 luglio, invece, i repubblicani che hanno avuto un traino nella spesa dettato dalle primarie sono riusciti a mettere insieme 340 milioni di dollari.

Compare Candidates

Candidates

(millions of dollars)

All Candidates

690,6

Democrats

348,4

Obama (D)

348,4

Republicans

340,0

Romney (R)

193,0

Paul (R)

40,6

Gingrich (R)

23,3

Santorum (R)

22,3

Perry (R)

19,7

Cain (R)

16,3

Bachmann (R)

10,3

Huntsman (R)

8,8

Pawlenty (R)

5,2

Johnson (L)

1,5

Roemer (O)

0,7

McCotter (R)

0,5

 

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L'autore: Carlandrea Poli

Nato a Prato il 27/06/1987 giornalista pubblicista, ha cominciato a collaborare con alcune testate locali della sua città per poi approdare al Tirreno. Appassionato delle molte sfaccettature della politica, ha una predilezione per la comunicazione, l'economia e il diritto. Adora il neomonetarismo, l'antiautoritarismo della scuola di Francoforte e prova a intonare nel tempo libero con scarso successo le canzoni di Elisa Toffoli. Su Twitter è @CarlandreaAdam
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