Cosa è il passaporto vaccinale e cosa ha deciso l’Ue. Le ultime notizie

Pubblicato il 26 Febbraio 2021 alle 12:50 Autore: Guglielmo Sano
Cosa è il passaporto vaccinale e cosa ha deciso l’Ue. Le ultime notizie

Cosa è il passaporto vaccinale e cosa ha deciso l’Ue. Le ultime notizie

Nella giornata di ieri, giovedì 25 febbraio 2021, i vertici degli Stati membri dell’Ue si sono riuniti per buttare le basi di un piano comunitario di contrasto all’epidemia di Covid che non allenta la sua morta sul Continente. Tra le varie misure di cui si è discusso quella che riguarda l’introduzione di un passaporto vaccinale: di cosa si tratta?

Somministrazioni al 70% della popolazione entro l’estate

L’Unione Europea prova a buttare le basi di un’azione coordinata di contrasto all’epidemia di Covid. Al centro della strategia comune non può che esserci un potenziamento e all’accelerazione della campagna vaccinale. L’obiettivo dichiarato del Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen è quello di immunizzare il 70% della popolazione europea entro l’estate.

Una percentuale quantomeno ambiziosa visti ritardi finora accusati dalle consegne e da problematiche varie incontrate dalle singole nazioni. Per evitare di bloccare ancora a lungo gli spostamenti tra stati, soprattutto in un’ottica di riavvio del settore turistico, da Bruxelles si valuta la possibilità di introdurre una sorta di passaporto vaccinale.

Come potrebbe funzionare il passaporto vaccinale?

L’ipotesi di introdurre un passaporto vaccinale è sponsorizzata soprattutto dai paesi dell’Europa del Sud (con la Grecia in testa): cioè quelli che avrebbero i maggiori benefici da una ripresa degli spostamenti per motivi turistici (i paesi del nord hanno fatto emergere dei dubbi ma, a quanto pare niente di insormontabile). Tuttavia, non ci sono particolari dettagli in merito.

Per quello che emerso al momento la discussione si è concentrata in particolare sull’organizzazione di una piattaforma digitale in cui i singoli stati dovrebbero poi inserire i dati dei propri vaccinati, per così dire. Sembra che alcune Big Tech (non è noto quali esattamente) abbiano già proposto la realizzazione di qualcosa di simile all’Oms ma la Von der Leyen in primis ha escluso in questo caso la possibilità di far gestire da enti privati dei dati ritenuti particolarmente sensibili.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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