Crisi di governo: netta apertura della Lega a Draghi, più tiepida quella M5S

Pubblicato il 6 Febbraio 2021 alle 15:54 Autore: Guglielmo Sano
Intergruppo M5S Pd LeU: cosa significa e quali le conseguenze della scelta

Crisi di governo: netta apertura della Lega a Draghi, più tiepida quella M5S

Crisi di governo: termina il primo e decisivo giro di consultazioni del Presidente del Consiglio incaricato Draghi. Oggi i colloqui con Lega e Movimento 5 Stelle. Incassare l’appoggio di entrambi o almeno di uno dei due partiti era fondamentale all’ex Presidente della BCE per avere i numeri in Parlamento: Salvini ha assicurato il supporto del Carroccio, più tiepida l’apertura del Movimento 5 Stelle.  

Crisi di governo: netta apertura della Lega, più tiepida quella M5S

Crisi di governo: dopo i tentennamenti degli ultimi giorni, la Lega si schiera nettamente a favore della nascita di un esecutivo guidato da Mario Draghi. “Siamo a disposizione” e “non mettiamo veti”, in poche parole, questo il succo dell’incontro tenutosi nella tarda mattinata di oggi tra il Presidente del Consiglio incaricato e il segretario del Carroccio Salvini. Anche il Movimento 5 Stelle ha promesso “lealtà” all’ex Presidente della BCE ma chiedendo, in sostanza, di ripartire dalla maggioranza che già sosteneva il Conte bis, quindi, basarsi sul lavoro finora portato avanti dall’asse tra M5S, Pd e Leu.

Considerando che i Dem hanno ampiamente smentito le indiscrezioni circolate nelle ultime ore per cui starebbero ragionando sulla possibilità di offrire solo un appoggio esterno a Draghi (in sostanza, scegliendo come schierarsi valutando i singoli provvedimenti), allo stato dei fatti, solo Fratelli d’Italia ha preso ufficialmente posizione contro il prossimo esecutivo e, quindi, a meno di spaccature interne alle altre forze parlamentari, resterà all’opposizione.

Martedì sera Draghi sale al Colle (con la lista dei ministri)

Crisi di governo: tutti con Draghi, tranne il partito di Giorgia Meloni, dunque. Lunedì, il Presidente incaricato Draghi incontrerà le parti sociali, il giorno dopo, condurrà un secondo giro di consultazioni con i partiti che hanno espresso disponibilità a sostenerlo. Al termine dei colloqui è atteso al Colle dove dovrebbe sciogliere la riserva sull’incarico e consegnare una bozza, abbastanza definitiva, della lista dei ministri. Le anticipazioni vedono il prossimo governo di “larghe intese” formato da un mix di tecnici e politici: i nomi che circolano sono i più diversi.

Farnesina o no, praticamente certo di occupare una casella del prossimo esecutivo è Luigi Di Maio, possono sperare in una riconferma anche Boccia (Affari Regionali), Franceschini (Cultura), Guerini (Difesa). Il Pd vorrebbe trovare spazio anche a Orlando (e forse a Gentiloni). Più difficile ma non da escludere la permanenza di Gualtieri al Mef e di Speranza alla Salute. Un posto in Cdm dovrebbe essere riservato a un leghista (Giorgetti). Per la Giustizia si parla molto di Marta Cartabia, nomi a parte, Bonafede salterà, con tutta probabilità, insieme all’Azzolina (per il Miur si fa insistentemente il nome di Patrizio Bianchi). Rimanendo sui tecnici: sembrano in crescita le quotazioni della virologa Ilaria Capua così come quelle di Cottarelli. Infine, per il fedelissimo di Draghi Fabio Panetta si dovrebbero aprire le porte del ministero che sarà dedicato alla gesione del Recovery Fund.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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