Quanto costa una querela e chi va pagato? Ecco come non sbagliarsi

Pubblicato il 1 Febbraio 2021 alle 11:37 Autore: Claudio Garau
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 Quanto costa una querela e chi va pagato? Ecco come non sbagliarsi

Come ben noto, la giustizia italiana non assicura quasi mai una immediata risposta alle legittime istanze del cittadino, che fa causa a qualcuno. I tempi molto spesso sono lunghi e i costi, invece, sono certi e assolutamente non esigui. Insomma, chi vuole far valere un proprio diritto facendo una causa, deve essere a priori consapevole delle spese che dovrà sostenere. In particolare, rilevano le cosiddette spese legali, che sono in parte prevedibili e in parte variabili in relazione alla tipologia di pretesa in tribunale.

Qui di seguito vogliamo però porre attenzione su una questione pratica che ha a che fare con il diritto penale: quanto costa fare querela contro qualcuno? Vediamolo.

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Querela: il contesto di riferimento

Come appena accennato, il tema dei costi della giustizia è in verità assai delicato. E’ altrettanto fondato però dire che talvolta sono applicabili benefici come il gratuito patrocinio a spese dello Stato e che in caso di sentenza favorevole, la controparte soccombente sarà condannata alla liquidazione delle spese.

In questo quadro in cui gli aspetti ‘economici’ vanno di pari passo con quelli prettamente giuridici e di tutela dei diritti delle parti in causa, va rimarcato che il procedimento penale ha un peculiare funzionamento. Infatti, in tali circostanze, le spese processuali sono fatte gravare sull’imputato se condannato, invece è obbligato a versarle la persona offesa, esclusivamente se la sua denuncia, all’esito del dibattimento, è ritenuta infondata.

Ricordiamo che la querela è una segnalazione che il privato fa, relativamente ad un fatto o a più fatti che possono rilevare o rilevano in quanto illecito o illeciti penali. Detta segnalazione deve essere fatta alle autorità competenti, ossia le forze dell’ordine come i carabinieri o la polizia, e può anche essere presentata alla Procura della Repubblica.

Tecnicamente, si dice la querela rappresenta condizione di procedibilità dell’azione penale, pertanto senza di essa, la giustizia penale non potrà indagare ed eventualmente individuare una responsabilità penale. Essa può essere presentata in forma orale o scritta. Nel secondo caso potrà redigerla l’avvocato oppure la stessa persona offesa, che poi si dovrà recare presso le autorità (carabinieri, polizia, guardia di finanza, Procura, ecc.) per compiere il deposito.

Per approfondimenti, rimandiamo all’articolo sulla differenza tra detta segnalazione e la denuncia.

Ci sono costi da sostenere?

Per questo tipo di segnalazione, il privato deve sapere che fare querela non comporta – fondamentalmente – alcuna spesa. Sempre che l’interessato non si rivolga ad un avvocato di fiducia per metterla nero su bianco, in tal caso la prestazione professionale del legale andrà remunerata.

Attenzione perchè, in base alla legge, non è possibile sfruttare il meccanismo del gratuito patrocinio. Infatti,  la querela consiste nella redazione di un atto stragiudiziale, ossia di un atto che non si inserisce all’interno di un procedimento penale già in corso di svolgimento.

Inoltre, non ci sono spese neanche per sporgere querela: infatti segnalare alle autorità un possibile reato è un diritto, e per esercitarlo l’interessato non deve versare alcunchè allo Stato. D’altronde la vittima dell’illecito deve poter tutelarsi senza rimetterci economicamente.

Possono esservi però dei costi eventuali, legati alla querela.

Infatti, oltre alle spese di chi sceglie un avvocato per redigerla in forma scritta, c’è il costo relativo alle copie in Procura. Chi fa querela presso le forze dell’ordine come polizia o carabinieri riceve in modo gratuito un attestato di ricezione, che occorre per provare l’effettivo accoglimento dell’atto.

Invece, se l’interessato intende fare il deposito della querela scritta presso la Procura della Repubblica, vi sono dei costi. I relativi uffici emettono copia del deposito, esclusivamente dopo il versamento di una marca da bollo pari a 3,87 euro. In altre parole, in quest’ultima ipotesi, non verrà emesso l’attestato di ricezione, mentre se si vorrà avere il rilascio della copia del deposito, andrà sostenuta la spesa della marca da bollo suddetta.

I rischi a fine procedimento: quali sono?

Concludendo, bisogna prestare attenzione ad un fatto molto importante: l’esito del procedimento. Infatti, se durante il giudizio emerge che la querela era del tutto infondata e comunque inappropriata rispetto a responsabilità penali inesistenti, i rischi concreti per il querelante sono di vedersi condannato al pagamento delle spese di tutto il procedimento, anticipate a suo tempo dallo Stato. Sono i casi della sentenza di assoluzione o della sentenza di non luogo a procedere.

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Inoltre, il magistrato, se ne è fatta domanda, emette condanna nei confronti del querelante, per la quale questi è obbligato al rimborso delle spese sostenute dall’imputato per il procedimento penale. E addirittura, in caso di colpa grave, colui che ha fatto querela potrebbe essere condannato al risarcimento danni verso l’imputato.

Insomma, la querela di per sè non comporta costi, ma attenzione alle circostanze e ai motivi per i quali viene fatta.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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