Assegno di divorzio: novità dalla Cassazione per gli ex-coniugi over 50

Pubblicato il 27 Gennaio 2021 alle 12:10 Autore: Claudio Garau
Separazione consensuale o divorzio senza giudice e avvocato assegno di mantenimento

Assegno di divorzio: novità dalla Cassazione per gli ex-coniugi over 50

L‘assegno di divorzio è una delle tematiche più dibattute in tribunale, come testimonia anche l’altissimo numero di sentenze in materia. Anzi, negli ultimi tempi, complice anche la convivenza forzata causa pandemia, i casi di separazione e divorzio sono aumentati in modo esponenziale.

Di assegno di divorzio abbiamo già parlato più volte, come ad esempio in relazione all’assegno di divorzio assegnato all’ex depressa, su cui si è espressa la Corte di Cassazione. Ma questo giudice più volte ha preso parola sull’argomento, e recentemente lo ha fatto in relazione all’ex moglie over 50 che non cerca lavoro: ha diritto o meno a questo versamento di denaro da parte dell’altro ex-coniuge? Vediamolo.

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Assegno di divorzio: la nuova ordinanza della Cassazione

In buona sostanza, la Cassazione – con la recente ordinanza n. 289 del 2021 – ha stabilito che spetta l’assegno di divorzio alla ex moglie, anche laddove la donna non si rechi a colloqui di lavoro e non vada al centro per l’impiego per cercare attivamente lavoro.

La tesi della Suprema Corte, esposta nel provvedimento citato, ci dice che il mancato riconoscimento dell’assegno di divorzio non è giustificato dal fatto che la persona, ormai over 50, non si attivi per tornare nuovamente occupata o per trovare un lavoro che gli permetta di mantenersi economicamente da sola. Il diritto a questo versamento, dunque, permane.

Nel caso concreto, analizzato dal giudice di legittimità, la donna divorziata, di 53 anni e senza alcuna esperienza lavorativa pregressa è in effetti difficilmente ricollocabile nel mondo del lavoro. E ciò anche laddove l’ex coniuge possa contare sull’aiuto di parenti e amici, tanto da poter svolgere qualche lavoro saltuario.

L’ordinanza prende le mosse da una controversia in cui un ex marito aveva fatto ricorso alla Cassazione, contro la sentenza d’appello, che aveva accolto solo parzialmente le sue ragioni, abbassando l’importo dell’assegno di divorzio da 400 a 300 euro mensili. Evidentemente, l’uomo ha ritenuto non soddisfacenti le conclusioni del secondo grado, rivolgendosi alla Suprema Corte per avere una ulteriore decisione, possibilmente più favorevole.

Il ricorso è inammissibile e conferma il diritto dell’ex-coniuge

In dettaglio, la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 289 del 2021 dichiara il ricorso inammissibile, e di fatto dà dunque ragione alla donna, riconoscendogli il diritto all’assegno di divorzio.

La “ex” over 50, innanzi alla Suprema Corte, ha dunque esposto la propria difficile situazione, non avendo mai svolto in passato alcuna attività lavorativa, con conseguente oggettiva difficoltà nell’inserimento del mondo del lavoro dopo una certa età. Sono state le circostanze concrete in cui si è trovata la donna, che hanno dunque condotto ad un provvedimento di questo tenore.

In altre parole, non basterebbe la ferma volontà di trovare lavoro, per trovarlo davvero, superati i 50 anni, se non si è in possesso di una esperienza lavorativa degna di nota o addirittura se non si ha alcuna esperienza lavorativa. Come già sostenuto in appello, la capacità lavorativa dell’ex-coniuge over 50 è ormai da considerarsi in qualche modo lesa o pregiudicata “non essendo realistico pensare che oggi, a 53 anni possa utilmente e proficuamente inserirsi nel mondo del lavoro, non vantando neppure alcuna specifica esperienza pregressa”, le parole usate dal giudice di secondo grado.

Di contro, per l’ex marito la donna, pur over 50, avrebbe piena capacità lavorativa e, nonostante ciò, si sarebbe sempre resa indisponibile su base volontaria a trovare un’occupazione.

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Come accennato, però, il giudizio della Corte di Cassazione è stato netto: vi è stato il rigetto dell’impugnazione, con la conferma che la semplice allegazione del rifiuto di un lavoro non comprovi di per sé la capacità lavorativa della persona che lo rifiuta, specialmente se over 50.

Concludendo, il diritto all’assegno di divorzio va riconosciuto all’ex-coniuge con più di 50 anni, la quale soltanto con estrema difficoltà, può trovare lavoro, sebbene in qualche modo supportata da amici e parenti.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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