Marca da bollo su affitto: chi deve pagarla e importo

Pubblicato il 7 Gennaio 2021 alle 14:40 Autore: Claudio Garau

Marca da bollo su affitto: chi deve pagarla e importo

I rapporti di affitto tra proprietario e affittuario sono, come ben sappiamo, assai articolati e comportano tutta una serie di ipotesi pratiche e conseguenze di varia natura, specialmente se l‘inquilino si rivela moroso. Ebbene, può darsi anche il caso per il quale il conduttore domandi al proprietario l’emissione di una ricevuta collegata all’avvenuto pagamento del canone mensile di affitto, che lo comprovi: in queste circostanze, chi deve pagare il costo della marca da bollo? Vediamolo.

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Marca da bollo: che cos’è?

Tutti abbiamo sentito nominare almeno una volta la cosiddetta marca da bollo, ma di che si tratta in concreto? Non è difficile chiarirlo: la marca da bollo è infatti un’imposta che si applica, per legge, al posto dell’IVA per quelle transazioni per cui questa non è esigibile. In linea generale, essa viene applicata su ricevute e fatture quando l’importo totale supera i 77,47 euro.

Le marche da bollo possono essere acquistate nei rivenditori di sali e tabacchi e poi immesse in fattura o ricevuta.

La marca da bollo è dunque un valore bollato, una sorta di francobollo che deve essere indicato su una serie di documenti previsti dalla legge per adempiere all’obbligo di pagamento della collegata imposta di bollo, dovuta allo Stato.

In sintesi, per versare l’imposto di bollo di cui alla marca da bollo, l’obbligato può procedere con una delle due seguenti modalità:

  • versando l’imposta ad un intermediario convenzionato con l’Agenzia delle Entrate che certifica l’effettivo pagamento emettendo un contrassegno ad hoc;
  • versando l’imposta di bollo virtualmente all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate o ad altri uffici autorizzati, ovvero via web, o con versamento su c/c postale.

Nello specifico dei contratti di affitto e delle ricevute di affitto, l’onere di versamento dell’imposta di bollo deve essere rispettato sia in relazione alla registrazione del contratto che, laddove domandata dall’inquilino, in rapporto alla ricevuta di pagamento del canone mensile.

Locazioni e imposte di bollo: va sempre pagata allo Stato?

Sgomberiamo il campo da ogni dubbio, è la legge sull’imposta di bollo che chiarisce che essa va pagata anche a seguito di un contratto di locazione. Ciò in quanto è in gioco uno di quei documenti che fanno parte delle tariffe allegate alla legge citata: insomma è il legislatore che ha stabilito che, laddove si sottoscriva e si registri un contratto di locazione, è sempre obbligatorio versare (anche) l’imposta di bollo per un importo corrispondente a 16 euro a foglio.

Ma attenzione: resta fuori dall’applicazione dell’imposta di bollo con marca da bollo, il contratto di locazione nell’ambito del quale si aderisca al regime della cosiddetta cedolare secca.

Va da sè che dette regole fiscali vanno conosciute sia dal proprietario che dal soggetto che intende stipulare il contratto di affitto con il primo.

Ricevuta di versamento del canone e marca da bollo: chi è tenuto a pagarla?

A questo punto, vediamo di capire chi è obbligato a pagare la citata marca da bollo a seguito del pagamento della rata mensile. Ebbene, sappiamo che l’inquilino è tenuto soprattutto a versare il canone di affitto mensile, nei confronti del proprietario: esso rappresenta la principale obbligazione e il corrispettivo dovuto per la permanenza nell’abitazione non propria.

La ricevuta di affitto, emessa dal proprietario, a seguito del pagamento del canone mensile è, come detto, non obbligatoria per legge: infatti, è l’inquilino a domandarla, in via eventuale.

In particolare, il l‘art. 1199 del Codice Civile (“Diritto del debitore alla quietanza“) impone che il creditore che ottiene un pagamento, deve emettere quietanza o ricevuta, su domanda e a spese sostenute dal debitore. Nel caso dei contratti di affitto, dunque, è l’inquilino che la può richiedere – appunto come ricevuta del pagamento dell’affitto mensile – ed è questi che è tenuto a sostenere il costo dell’acquisto della marca da bollo.

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E’ chiaro tuttavia che anche nei rapporti d’affitto è applicato il principio di autonomia privata, in buona sostanza il potere dei privati di regolare liberamente i propri interessi e di decidere della propria sfera giuridica, nel rispetto delle leggi vigenti. Pertanto, nonostante la regola citata del Codice metta a carico dell’inquilino l’obbligo di pagare la marca da bollo, ben può darsi che le parti si accordino in diversa maniera, prevedendo una suddivisione dei costi della marca da bollo 50% a testa, oppure che la marca da bollo sia versata dal proprietario.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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