Il PAGELLONE della Serie A

Pubblicato il 1 Giugno 2015 alle 15:56 Autore: Lorenzo Stella

Si è conclusa anche questa edizione della Serie A. Un’edizione che non ha regalato troppe sorprese agli appassionati di calcio italiani poiché la Juventus si è confermata come l’armata invincibile nonostante l’iniziale contestazione ad Allegri e la Roma mantiene un secondo posto grazie all’ottimo avvio di stagione. La vera sorpresa è la Lazio di Pioli che scalza Napoli e Fiorentina, ma ciò che rimarrà impresso negli annali saranno le negative prestazioni delle milanesi, per la prima volta fuori dall’Europa tutte e due, e la travagliata stagione del Parma. Abbiamo provato a stilare un vero e proprio pagellone della Serie A immaginandola come una classe di venti alunni con promossi e bocciati.

Il Pagellone della Serie A

Juventus: 110 e lode. Dopo un avvio di stagione segnato dal cambio in panchina, con un Allegri contestato dalla tifoseria, la Juventus non ha mai avuto una seria battuta d’arresto. La difesa si conferma fra le migliori d’Europa nonostante il cambio di modulo e Tevez non è mai stato così incisivo; da segnalare l’ottimo apporto di Morata e Pereyra e l’inizio di un declino fisico evidente per il regista Pirlo. Promossa.

Roma: 75. L’inizio del campionato aveva fatto ben sperare i tifosi giallorossi che pensavano di avere finalmente una squadra in grado di competere con la Juventus per la conquista della Serie A, ma la debacle contro il Bayern Monaco ha distrutto psicologicamente una rosa che non è mai più stata in grado di imporsi e che ha lasciato che tutto scorresse senza battere ciglio. Guadagna punti grazie al carattere tirato fuori in occasione del derby che le ha permesso di mantenere il secondo posto – immeritato -. Promossa.

Lazio: 90. Una stagione intera in sordina per poi raccogliere il massimo appena prima dello sprint finale. Grazie alla fame dei giocatori e dell’allenatore è riuscita ad accedere ai preliminari di Champions League sconfiggendo il Napoli all’ultima giornata. Il secondo miglior attacco del campionato – un solo gol lo distanzia da quello juventino – evidenziano l’ammirevole lavoro di Pioli sulla costruzione del gioco. Promossa.

Fiorentina: 70. Da quando Cuadrado è stato venduto al Chelsea, Montella ha perso quella capacità di incursione offensiva e la velocità che avevano contraddistinto la squadra viola. Nonostante questo e le continue frecciatine fra dirigenza e allenatore, la Fiorentina si conferma fra le squadre con la migliore continuità nel lungo periodo. Forse ci si poteva aspettare qualcosa di più. Promossa.

Napoli: 65. Raggiunge la sufficienza solo perché fino all’ultimo si è giocata l’accesso alla Champions League, ma, vista la squadra e l’allenatore, i partenopei potevano ambire a ben altri traguardi. Forse è colpa dei tanti infortuni, forse delle scarse prestazioni di gente dal talento cristallino come Higuain, Hamsik e Callejon, forse è colpa della mancanza di un vero portiere da Champions. Ovviamente non si prendono in considerazione le prestazioni in Europa League: tenendo conto della sconfitta contro il modesto Dnipro non raggiungerebbe la sufficienza. Promosso.

Genoa: 75. Con un Perin in porta diventa tutto più semplice, ma anche gli altri giovani acquisti non hanno certamente sfigurato in questo campionato. Preziosi e Gasperini confermano che le minestre riscaldate non sono sempre il male assoluto. Unico punto interrogativo riguarda la licenza UEFA – si saprà tutto il 3 giugno – e le ultime notizie relative alle intenzione di un gruppo cinese di investire nel club del grifone. Promosso.

Sampdoria: 75. Fino all’anno scorso lottava per non finire in Serie B. Oggi spera nell’esclusione degli odiati cugini dall’Europa League. L’entusiasmo portato dal vulcanico presidente Ferrero si coniuga alla perfezione col pugno di ferro del tecnico serbo Mihajlovic che lascerà i blucerchiati – per approdare al Napoli? -. Ai giocatori l’arduo compito di confermare la Sampdoria come una squadra da alta classifica. Promossa.

Icardi capocannoniere della Serie A con 22 reti

Icardi capocannoniere della Serie A con 22 reti

Inter: 50. Mancini doveva portare una ventata di aria nuova, ma non ha fatto altro che confermare ciò che già con Mazzarri era evidente: la squadra è da rifare. Uniche speranze sono le confermate doti di Icardi e le promesse fatte da Thohir riguardo gli investimenti sul mercato. La pazza Inter è fuori dall’Europa ed è il momento giusto per rifondare la squadra e dare il via ad un nuovo ciclo. Bocciata.

Torino: 70. Il vecchio cuore granata è tornato a valicare le Alpi per giocarsi l’Europa (League) da cui è uscito con grandissima onorabilità. Il dispendio di energie dovuto agli impegni internazionali hanno effettivamente penalizzato la squadra di Ventura che, comunque, si mantiene su livelli più che decenti. Senza Europa, l’anno prossimo, i giocatori hanno promesso un’annata indimenticabile. Promosso.

Milan: 45. Rimane nella parte sinistra della classifica per soli tre punti e perde sempre più memoria delle musichette delle competizioni internazionali. Questo doveva essere l’anno del rilancio, è stato l’anno dell’affondo. Inzaghi di colpe ne ha, ma non troppe: la squadra ne ha di più. Con una dirigenza che ha dato per scontato l’allontanamento del mister fin da febbraio e che è continuamente immersa in trattative di vendita non si poteva sperare che i giocatori dimostrassero una personalità tale da fare i miracoli. Bocciato.

Palermo: 80. L’undicesimo posto è da leccarsi le dita delle mani e dei piedi per una neopromossa. Il miracolo lo hanno fatto i vari talenti sbocciati in maglia rosanero, primo fra tutti Dybala – in partenza per Torino, sponda bianconera -. Piccola curiosità: da quando Zamparini è presidente del Palermo, nessun allenatore è rimasto in carica più di Iachini che sembrerebbe essere confermato anche per la prossima stagione. Forse è proprio grazie alla continuità dell’allenatore che il Palermo ha raggiunto un risultato così prestigioso? Promosso.

Sassuolo: 70. Il Sassuolo si conferma una squadra da Serie A, nonostante molte fossero le discussioni a tal proposito, e Di Francesco è diventato uno degli allenatori più ambiti. Il segreto starà forse nell’italianità della squadra emiliana? Probabilmente quest’estate Berardi e Zaza andranno via dal MAPEI Stadium, ma i neroverdi sanno già che verranno sostituiti da giovani italiani. Promosso.

Verona: 60. Dopo lo smembramento della rosa avvenuto in estate, i tifosi dell’Hellas non potevano aspettarsi una stagione come quella passata. Fortuna che c’è Toni: nonostante i suoi trentotto anni suonati diventa capocannoniere della Serie A – insieme a Icardi – e strappa il record a Hubner che divenne capocannoniere a 35 anni. Promosso.

Toni diventa capocannoniere della Serie A a 38 anni

Toni diventa capocannoniere della Serie A a 38 anni

Chievo: 50. Per l’ennesima stagione il Chievo si salva in corner fra Corini e Maran. Come al solito i veronesi mettono assieme una serie di prestazioni ultra difensive e i numeri lo dimostrano: peggior attacco della Serie A con soli 28 gol messi a segno e la quarta miglior difesa del campionato con 41 reti subite. Come faccia il Chievo a salvarsi ogni anno sta diventando uno dei numerosi misteri del calcio. Bocciato.

Empoli: 80. Il gioco dei toscani è un toccasana per il calcio italiano: Sarri porta una ventata di freschezza in una Serie A altrimenti troppo monotona e strappa molti complimenti. Umiltà sembra essere la parola chiave di questo Empoli di Sarri che sfoggia, fra l’altro, uno dei più puri talenti in via di svezzamento fra le fila dei giovani italiani: il difensore centrale Rugani nel mirino della Juventus. Promosso.

Udinese: 40. Guidolin non c’è più, e si vede. Sotto la direzione di Stramaccioni i friulani centrano il sedicesimo piazzamento, il peggiore dall’annata 93-94 – ai tempi il sedicesimo posto voleva dire retrocessione -. Poche le note positive, anzi quasi nulle: Di Natale si è dimostrato più sgonfio che mai e, infatti, lascerà a fine stagione. Bocciato.

Atalanta: 50. I bergamaschi vengono contestati più volte durante la stagione e i tifosi non hanno torto. Più volte si è temuta la retrocessione e, a dirla tutta, l’Atalanta ha avuto la fortuna di non doversi battere troppo visti i limiti tecnici di Cagliari e Cesena e le difficoltà del Parma. Bocciata.

Cagliari: 40. Prima annata del presidente Giulini e prima retrocessione. Sicuramente non è una partenza ottimale. La colpa probabilmente è da imputare al nomade Zeman, ma Zola non ha risollevato di molto le speranze dei sardi. Guadagna punti grazie al commovente addio del capitano Conti, scoppiato in lacrime all’ultima giornata. Bocciato.

Cesena: 30. Le speranze di una permanenza in Serie A non hanno mai sfiorato la mente dei tifosi e tanto meno dei giocatori romagnoli. Bisoli e Di Carlo hanno appreso a loro spese che Parolo, Nagatomo e Giaccherini appartengono al passato del Cesena. Bocciata.

Parma: 60. La sufficienza deriva dal grande senso dell’onore e del sacrificio dimostrato da giocatori e staff della società emiliana nella sua stagione più tragica, considerando anche quelle del crack Parmalat. Nonostante l’insolvenza e il dover pagare per giocare, i calciatori crociati sono riusciti in imprese onorevolissime. Salutano la Serie A consapevoli di non avere tutte le colpe di questa retrocessione e nella speranza che si possa ripartire dalla Serie B. Promosso sulla fiducia.

L'autore: Lorenzo Stella

Nato a Carmagnola (TO) il 3 ottobre del 1992, studio presso l'Università degli studi di Torino, corso di laurea in Scienze politiche e sociali. Scrivere è, da sempre, la mia più grande passione e, dopo aver scritto per alcune testate sportive locali, ho iniziato a scrivere per la testata on-line Termometro Politico nel maggio del 2013. Da febbraio del 2014 ricopro il ruolo di Vice-caporedattore della sezione sportiva di Termometro Politico.
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