Il flop delle inglesi in Champions ed Europa League

Pubblicato il 20 Marzo 2015 alle 14:49 Autore: Stefano Merlino

Le notti europee sono state piuttosto amare per i sudditi di Sua Maestà che, dopo circa 22 anni, non vedranno nessuna loro squadra disputare i quarti di finale di Champions ed Europa League. Il flop delle inglesi, clamoroso ed inaspettato, non passerà certamente inosservato visto che sarebbe già pronta una rivoluzione dei campionati. Secondo un’attenta analisi dell’autorevole Daily Mail tuttavia, la colpa non è soltanto dei troppi impegni che non consentirebbero a chi disputa le coppe europee di riposarsi.

In Inghilterra si gioca troppo? Non è vero

Non è nuovo il dibattito tra tecnici e giocatori della Premier League circa il calendario, diventato negli anni fitto di impegni. D’altronde, come dar loro torto vista la presenza di altre due manifestazioni calcistiche organizzate dalle Football Association: la FA Cup e la Capital One Cup, recentemente vinta dal Chelsea di Josè Mourinho. I club che disputano le coppe europee sono quindi ‘condannati’ a giocare praticamente sempre, senza giorni di riposo e rischiando seri infortuni. Dati alla mano però, non è vero che le inglesi giochino più partite rispetto ad altri club europei. Il Barcellona, che ha battuto il Manchester City qualificandosi ai quarti di Champions, per esempio è finora sceso in campo 44 volte (42 i Citizens,ndr) e Leo Messi ha disputato la bellezza di oltre 3500 minuti (record in assoluto,ndr). Anche i francesi del Paris Saint Germain che hanno fatto fuori il Chelsea, hanno disputato più match: 45 contro i 44 degli inglesi.

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Calcio inglese spettacolare? Non sempre

Dando un’occhiata alle statistiche delle inglesi che hanno disputato gli ottavi di Champions, si nota come il numero di passaggi totalizzati da ciascuna nei due match (andata e ritorno,ndr), sia notevolmente più basso rispetto al Bayern Monaco allenato dal professore del tiki-taka, lo spagnolo Pep Guardiola. Chelsea, Manchester City ed Arsenal hanno pericolosamente ribaltato quel ‘luogo comune’ secondo cui il gioco proposto dai club d’Oltremanica poteva definirsi come il più spettacolare d’Europa.

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Per vincere una Champions non basta investire

Nonostante le severissime regole di fair play finanziario volute dalla Uefa, in Premier si continua a spendere troppo e male. Molto spesso infatti, i club inglesi non fanno altro che accontentare i loro bizzosi tecnici, acquistando giocatori a cifre folli. Di esempi recenti ce ne sono assai: da Radamel Falcao e Angel Di Maria, pagati dal Manchester United oltre 100 milioni di Euro, ai 35 milioni pagati dal Chelsea alla Fiorentina per Juan Cuadrado. Non mancano poi casi piuttosto curiosi di giocatori pagati a peso d’oro salvo poi essere svenduti (o quasi,ndr) al miglior offerente perché considerati ‘incompatibili col calcio inglese’. Mourinho si sta ancora mangiando le mani per essersi liberato troppo frettolosamente dell’egiziano Mohamed Salah, pagato dal Chelsea più di 15 milioni e poi ‘regalato’ alla Fiorentina nell’ambito dell’affare Cuadrado

L'autore: Stefano Merlino

Sono nato nel 1987 e da sempre mi piace scrivere. stefano.merlino@termometropolitico.it (Twitter: @stefano_mago)
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