Ritardo vaccini Pfizer: seconda dose a rischio? Quali conseguenze

Pubblicato il 22 Gennaio 2021 alle 15:17 Autore: Guglielmo Sano
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Ritardo vaccini Pfizer: seconda dose a rischio? Quali conseguenze

Il ritardo che stanno accumulando le spedizioni Pfizer non soltanto potrebbe allungare i tempi del programma di vaccinazione ma anche creare dei problemi per la somministrazione della seconda dose. Quali le conseguenze?

Ritardo consegna vaccini Pfizer sarà assorbito entro metà febbraio

In seguito all’ennesimo ritardo annunciato da Pfizer rispetto alle consegne di vaccino destinate all’Italia, nella giornata di ieri, giovedì 21 gennaio, è stata attivata l’Avvocatura dello Stato. L’organo dovrà valutare la possibilità di azioni legali contro la casa farmaceutica: nel frattempo, però, l’Agenzia europea del farmaco ha autorizzato a ricavare 6 dosi di vaccino da ogni fiala (invece delle 5 previste fino a quel momento dal protocollo). Qualsiasi ricorso alla giurisprudenza per rivalersi sul colosso americano, quindi, si annuncia tortuoso (i ritardi non riguardano solo l’Italia ma anche Germania e Francia, per esempio).

L’impegno di Pfizer è basato sul numero di dosi, infatti, e non di fiale, dunque, a livello contrattuale, le richieste non sono risultano soddisfatte ma addirittura avanti nella tabella di marcia. La Commissione Ue ha poi invitato la stessa azienda a non “cavillare” e a rispettare gli impegni (entro marzo devono essere dirette al nostro paese più di 8 milioni e mezzo di dosi): Pfizer si è allora mostrata conciliante. Tra questa e la prossima settimana verrà consegnato il 92% delle dosi “promesse” all’Italia in questa fase, ha assicurato, la restante parte arriverà, invece, entro metà febbraio.

Solo la seconda dose rende il vaccino davvero efficace?

Anche se i ritardi di Pfizer pare saranno presto assorbiti, impongono un’attenta strategia di somministrazione da parte delle singole regioni. Infatti, se alcune possono ancora contare sulla completa fornitura a loro destinata altre hanno subito un taglio fino al 60% delle dosi (come in Veneto, per esempio, ma anche in Friuli o nella provincia di Bolzano).

Il problema a questo punto non riguarda soltanto il rallentamento del piano vaccinale ma anche la somministrazione della seconda dose a chi ha ricevuto la prima (passano 21 di giorni tra l’una e l’altra). La questione non è di poco conto: una recente ricerca condotta in Israele mostra livelli di contagio non trascurabili dopo la prima dose ma prima della seconda. Insomma, solo con la seconda dose il vaccino diventa davvero efficace.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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