Il vilipendio alla bandiera nazionale è reato: ecco perchè

Pubblicato il 20 Gennaio 2021 alle 13:01 Autore: Claudio Garau
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Il vilipendio alla bandiera nazionale è reato: ecco perchè

Non tutti hanno a cuore il senso di identità nazionale e di appartenenza ad una comunità con una propria tradizione e una propria cultura. Ciò ovviamente vale anche per il nostro paese. Ma ciò va nettamente distinto dai comportamenti di chi, con atti che vanno contro al dettato del Codice penale, dà luogo al vilipendio alla bandiera. Si tratta infatti di un reato o illecito penale. Vediamo più nel dettaglio.

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Vilipendio alla bandiera: cosa dice la legge?

Il vilipendio consiste in una chiara dimostrazione di disistima o disprezzo, che potenzialmente può sfociare nell’ingiuria.

In particolare, quando esso ha ad oggetto la bandiera italiana, rileva l’art. 292 del Codice Penale, che infatti – in tema di vilipendio alla bandiera italiana – dispone quanto segue: “Chiunque vilipende con espressioni ingiuriose la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato, è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000. La pena è aumentata da euro 5.000 a euro 10.000 nel caso in cui il medesimo fatto sia commesso in occasione di una pubblica ricorrenza o di una cerimonia ufficiale. Chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibile o imbratta la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la reclusione fino a due anni. Agli effetti della legge penale per bandiera nazionale si intende la bandiera ufficiale dello Stato e ogni altra bandiera portante i colori nazionali“.

La disposizione appena citata è piuttosto chiara ed esaustiva e non ha bisogno, dunque, di dettagliate parafrasi o interpretazioni. In buona sostanza, la persona che dà luogo ad un comportamento, manifestato da scritti, parole o gesti, con il quale schernisce la bandiera, è sanzionato penalmente. E’ reato non solo l’attacco verbale, ma anche – come detto nell’articolo richiamato – la distruzione, il deterioramento o la dispersione della bandiera nazionale, o altro emblema dello Stato.

La norma citata protegge le istituzioni, il sentimento di italianità e i simboli che siano rappresentazione dello Stato italiano, in modo da preservare il principio di autorità.

Quando si rischia la condanna per questo reato?

Bisogna a questo punto puntualizzare un elemento essenziale: per rischiare la sanzione penale, l’autore del vilipendio alla bandiera, deve aver commesso l’illecito pubblicamente, ossia alla presenza di terzi. Si tratta di una vera e propria ‘condizione di punibilità’, come si usa dire nel gergo dei penalisti.

Inoltre, come acclarato dalla prevalente giurisprudenza, per quanto riguarda l’intenzione di commettere il reato di vilipendio alla bandiera, va detto che essa conduce alla responsabilità penale, laddove il soggetto agente manifesta un atteggiamento di disprezzo verso l’idea di Stato rappresentata dalla bandiera, protetta non in quanto tale ma per il suo valore simbolico e morale.

Va altresì rimarcato che, ai fini della configurabilità del reato di vilipendio alla bandiera, la legge richiede la percepibilità dell’illecito da parte di soggetti terzi rispetto all’autore dell’illecito, e non anche la presenza materiale della bandiera.

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E si parlerà di dolo, e quindi di precisa volontà di commettere il reato, anche laddove le finalità di critica o censura eccedano il decoro e la correttezza dovuti verso la bandiera ed altri emblemi dello Stato, ed anzi inducano terzi manifestare con comportamenti concreti il disprezzo delle istituzioni o la disobbedienza ad esse. La critica ‘civile’ non può dunque mai costituire il reato di vilipendio alla bandiera.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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