Covid 19, quali sono i Paesi più efficaci nel tracciamento

Pubblicato il 29 Dicembre 2020 alle 18:27
Aggiornato il: 19 Gennaio 2021 alle 19:14
Autore: Gianni Balduzzi
tracciamento

Covid 19, quali sono i Paesi più efficaci nel tracciamento

I vaccini sono arrivati, anche se non ancora tutti. Il fatto che ora le polemiche siano più che altro sulla disponibilità degli italiani a vaccinarsi, o sulla lentezza con cui potrà essere coperta gran parte degli italiani già significa che abbiamo fatto progressi.

Tuttavia la pandemia di Covi 19 non è finita, tutt’altro, e anzi diventa decisivo a un passo dal traguardo non cadere, ed evitare le ultime morti.

Facendo magari buon uso delle lezioni imparate in questi 10 mesi. Anche se non sembra essere così. Il tracciamento era stato indicato come uno degli strumenti principali della lotta al virus, utile a evitare per esempio lockdown e restrizioni, ma non tutti i Paesi sono stati capaci di metterlo in atto. Praticamente nessuno in Occidente.

L’indicatore principale riguarda la percentuale di tamponi positivi sul totale di quelli fatti. Per poter affermare che riusciamo a seguire l’andamento della pandemia e scovare tutti i casi dovremmo rimanere sotto il 3%. Ma non è andata così neanche nella seconda ondata. L’Italia è scesa sotto il 10%, Francia e Austria hanno fatto di meglio dopo che nel secondo caso si era superato il 20%. Noi siamo arrivati come i Transalpini intorno al 16%.

La Germania era riuscita ad avere percentuali ridotte ma ora fa peggio dell’Italia andando oltre l’11%. Male anche la Svezia, anch’essa in crescita verso quota 16%.

Però è la Repubblica Ceca il Paese nella situazione peggiore. Dopo i record di pochi mesi fa a livello di contagi e di rapporto tra contagi e tamponi oggi è tornata al 35% in questo ultimo indicatore, uno dei livelli più alti al mondo.

Tracciamento, l’Italia tra i Paesi che fa meno tamponi

Il problema è che la Repubblica Ceca fa pochi tamponi, mediamente 2 per 1000 persone. Basti pensare che in Francia si è arrivati recentemente a 7,5 tamponi su 1000 persone, nel Regno Unito a 6,4, sulla scorta dell’allarme sulla variante inglese.

C’è però un Paese che fa a gara in peggio con la Repubblica Ceca. Si tratta dell’Italia. Dove dopo Natale il numero di tamponi è stato di 2,17 ogni mille persone.

Per questo motivo il rapporto contagi/tamponi rimane a livelli non tranqullizzanti.

Eravamo arrivati sopra quota 3,5 settimane fa ma non oltre.

Chiaramente ciò non è positivo per la fase di vaccinazione perché tiene occupati troppi sanitari nella cura dei malati mentre potrebbero essere usati per l’immunizzazione.

Che è già iniziata e vede altri Paesi in testa. Israele è avanti a tutti. Il 28 dicembre aveva vaccinato già il 5,68% della popolazione. Segue il Bahrein con il 3,23%, che supera sia il Regno Unito, a quota 1,18% che gli Stati Uniti, con il 0,64%.

Nel complesso nel mono solo lo 0,07% ha ricevuto il vaccino, e in Europa con lo 008% sono in testa le piccole Danimarca e Lituania, e poi la Germania.

La sfida per noi sarà di non rimanere in ritardo nel prendere questo treno

Segui Termometro Politico su Google News

Scrivici a redazione@termometropolitico.it

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
Tutti gli articoli di Gianni Balduzzi →