Pensioni ultime notizie: aumento invalidità non spetta a tutti. Il caso

Pubblicato il 30 Ottobre 2020 alle 07:30 Autore: Daniele Sforza
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Pensioni ultime notizie: aumento invalidità non spetta a tutti. Il caso

Pensioni ultime notizie: negli ultimi giorni ha fatto molto parlare di sé l’aumento delle pensioni di invalidità. Abbiamo visto in diversi articoli che l’incremento non spetta a tutti e che per ottenerlo è necessario soddisfare determinati requisiti. In questi giorni diversi soggetti disabili si sono recati sul sito Inps per verificare il proprio cedolino, senza però avvistare la maggiorazione.

Pensioni ultime notizie: aumento invalidità, a chi spetta

Ricordiamo che hanno diritto all’aumento dell’assegno gli invalidi civili totali o sordi o ciechi civili assoluti che sono titolari di pensione o di inabilità previdenziale sin dai 18 anni di età. A loro spetta un incremento considerevole visto che l’assegno sarà di 651,51 euro per tredici mensilità. Per averlo è necessario soddisfare alcuni requisiti reddituali: 8.469,63 euro di reddito individuale per il pensionato singolo e 14.447,42 euro per il pensionato coniugato.

Requisiti reddituali

Questo significa che l’incremento dell’importo dipende in realtà dalle condizioni reddituali. Ovvero, se il reddito del percettore è pari a zero, allora l’incremento sarà massimo. Altrimenti si ridurrà in maniera proporzionale al reddito percepito. Di questo caso ne ha parlato Il Fatto Quotidiano, citando un esempio abbastanza evidente. Un invalido civile totale o inabile al lavoro con reddito a zero e non coniugato riceverà l’incremento massimo, a 651,51 euro mensili. Se invece si è singolo ma si percepisce reddito oltre alla pensione, l’aumento sarà “tale da far arrivare la somma della pensione più il personale reddito al limite di 8.469,63 euro” e non oltre. Se si è coniugati, con reddito zero, ma con reddito del coniuge, il discorso è uguale, ma il limite da non oltrepassare è di 14.447,42 euro.

Pensioni ultime notizie: aumento assegni invalidità (anche di pochissimo)

Insomma, trattandosi di incremento e non di aumento, appare chiaro come l’importo aggiuntivo possa anche essere di entità molto bassa. Questo porta a fare alcune considerazioni di carattere esistenziale: per arrivare a un importo che la stessa Corte Costituzionale ha dichiarato sufficiente per avere almeno una vita dignitosa (rispetto al bassissimo importo originario), è meglio non avere né un reddito né essere coniugato. Cosa che va contro il principio appena citato.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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