Anidride carbonica e mascherina: quanta ne fa inalare?

Pubblicato il 28 Ottobre 2020 alle 15:05 Autore: Guglielmo Sano
Anidride carbonica e mascherina: quanta ne fa inalare?

Anidride carbonica e mascherina: quanta ne fa inalare?

La mascherina fa male alla salute perché fa inalare anidride carbonica? Secondo diversi studi, non è un fattore di rischio per chi la indossa. Una panoramica su quello che sostengono gli scienziati in merito alla questione.

Mascherina e Anidrite carbonica: un fattore di rischio per la salute?

La mascherina fa inalare a chi la indossa una quantità di anidride carbonica dannosa per la salute di chi la indossa? Tale preoccupazione è più diffusa di quanto si potrebbe pensare: gli scienziati, però, sembrano poter fornire delle rassicurazioni ai cittadini. “La concentrazione di anidride carbonica re-inalata indossando una copertura naso-bocca è sui livelli di quella rilevata in ambienti chiusi e risulta essere molto inferiore rispetto a quella espirata” così per esempio la rivista specializzata in diritti dei consumatori Il Salvagente riassume i risultati dello studio condotto dal Laboratorio Analisi Aria e radioprotezione di Bolzano.

Il laboratorio ha condotto le sue ricerche su diversi tipi di copertura naso-bocca (dalla mascherina chirurgica a quella FFP2 o KN95, da quella di comunità alla visiera fino al semplice scaldacollo): “Dallo studio è emerso che indossando un dispositivo di copertura naso-bocca si ha comunque un notevole ricambio d’aria che porta anche a una consistente riduzione della concentrazione di CO2. Più precisamente la percentuale di anidride carbonica espirata che viene re-inalata varia da un minimo del 3% (visiera) a un massimo del 14% (mascherina artigianale)”.

Mancanza d’aria: la sensazione non è legata alla mancanza di ossigeno

In generale, riguardo al rapporto tra l’indossare la mascherina e l’inalazione di una quantità eccessiva di anidride carbonica, bisogna ricordare che le molecole di Co2 sono più piccole delle goccioline del respiro (droplets) veicolo del virus: in pratica, l’anidride carbonica non può essere intrappolata dal materiale delle mascherine. Allo stesso modo il materiale di cui sono fatte non limita la quantità di ossigeno inalato.

Le sensazioni di mancanza d’aria e scomodità sono legate ad a meccanismi di natura neurologica e psicologica. Sostanzialmente, il disagio provato con la mascherina è stato associato da diversi studi a reazioni neurologiche (aumento di impulsi che arrivano dall’area altamente termosensibile del viso coperta o aumento della temperatura dell’aria inspirata) e a manifestazioni psicologiche (ansia, claustrofobia o risposte emozionali alla percezione di una difficoltà nel respirare).

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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