Aumento busta paga 2021: le categorie che guadagnano di più

Pubblicato il 27 Ottobre 2020 alle 11:56 Autore: Claudio Garau
Aumento busta paga 2021: le categorie che guadagnano di più

Aumento busta paga 2021: le categorie che guadagnano di più

Se ne sta parlando molto in questi giorni, in cui il Governo e il mondo delle istituzioni stanno cercando di trovare una quadra e di rintracciare le risorse necessarie per rimettere in moto il paese, in vista del 2021 e – si spera – di un efficace vaccino anti-covid: l‘aumento busta paga 2021 è infatti una delle tematiche cruciali della manovra prevista nell’agenda politica delle prossime settimane. Ma il prossimo anno, chi potrà in concreto giovarsi di una retribuzione più corposa? Cerchiamo di capirlo di seguito.

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Aumento busta paga: le previsioni per il settore pubblico

Secondo quanto emerge dal mondo delle istituzioni, sarebbe in arrivo un incremento di 83 euro lordi sullo stipendio dei dipendenti del settore pubblico. D’altronde, l’ultimo aumento busta paga si riferisce al triennio 2016-2018 in cui i dipendenti hanno percepito circa 85 euro lordi. Ricordiamo altresì che lo stipendio del lavoratore cresce all’aumentare dell’età, secondo la regola degli scatti di anzianità.

La legge di Bilancio 2021 stanzierebbe ingenti risorse economiche e tali da comportare un aumento busta paga corrispondente al 4,19%, ovvero circa 112 euro lordi: questo quanto rilevato da Confsal-Unsa. Ma in verità secondo il parere di diversi sindacati, nel fondo di 3,8 miliardi di euro che lo Stato ha destinato alle buste paga sono incluse anche altre voci di spesa che non si riferiscono agli stipendi. Infatti, in base alle previsioni dei sindacati, è in arrivo se mai un ben più realistico e fattibile aumento di 83 euro sullo stipendio dei dipendenti pubblici.

In sintesi, se è vero che il Ministro dell’Economia Gualtieri ritiene che lo stanziamento dell’Esecutivo garantirà un aumento busta paga di circa il 4%, ovvero 112 euro lordi in più in busta paga, i sindacati sostengono la diversa idea per cui l’aumento non sarà più alto quello precedente, riferito al triennio 2016-2018. Insomma, si tratterebbe di 83 euro lordi, giacchè le risorse economiche a disposizione avranno altra destinazione; in altre parole è previsto il frazionamento del finanziamento in più voci di spesa, tali da non poter rendere più corposo l’aumento busta paga dipendenti pubblici.

Cosa succede nel settore privato?

Per quanto riguarda il settore privato, le ultime novità in tema di manovra ci dicono che vi sarà un taglio strutturale del cuneo fiscale per le fasce di reddito comprese tra i 28mila e i 40mila euro annui. Ecco dunque buste paga più pesanti anche per i lavoratori subordinati dell’ambito privato.

Secondo quanto si apprende, l’aumento busta paga sarà strettamente collegato ad inquadramento contrattuale e CCNL di categoria: in ogni caso, si tratterebbe di un incremento oscillante tra l’1% e il 4,7% annuo.

Negli ultimi mesi, Governo ed in primis Ministero dell’Economia erano già intervenuti con provvedimenti mirati a favorire l’aumento busta paga, come – ad esempio – quello relativo all’introduzione a luglio del bonus Lavoro – in sostituzione del bonus Renzi – pari a 100 euro al mese per coloro che guadagnano meno di 28mila euro ogni anno.

Come appena accennato, la novità sostanziale della manovra è appunto la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale per la fascia di reddito 28mila-40mila euro annui. Si tratta insomma di un taglio strutturale e di un trattamento che viene assicurato dal sostituto d’imposta. Riguarderà però determinate categorie di lavoratori:

  • titolari di partita Iva in forma autonoma o di impresa;
  • collaboratori con contratto di co.co.co.;
  • lavoratori dipendenti o assimilati;
  • titolari di pensioni di previdenza complementare;
  • lavoratori soci delle cooperative;
  • sacerdoti
  • titolari di reddito da borse di studio o da assegno, premio o sussidio per motivi di studio o di formazione professionale.

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Si tratta, come si può ben notare, di non poche categorie professionali che potranno giovarsi dell’aumento busta paga, a condizione però che l’imposta lorda di riferimento sia superiore alle detrazioni di lavoro. In buona sostanza, gli incapienti non potranno contare su uno stipendio più corposo, ovvero i contribuenti che hanno un reddito così basso da non dover presentare la dichiarazione dei redditi o, pur presentandola, non possono beneficiare di detrazioni. Vedremo dunque a breve quali saranno gli effettivi contenuti della manovra sul punto e cosa verrà messo nero su bianco.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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