Pensioni ultime notizie: pericoli post-covid e Quota 100, parla Cazzola

Pubblicato il 23 Luglio 2020 alle 07:58 Autore: Daniele Sforza

Pensioni ultime notizie: quali rischi si nascondono dopo l’emergenza sanitaria e cosa sarà assolutamente da evitare dopo Quota 100.

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Pensioni ultime notizie: pericoli post-covid e Quota 100, parla Cazzola

Pensioni ultime notizie: riforma generale del sistema pensionistico, post-Quota 100, Covid-19 e Recovery Fund. Tutti questi ingredienti, messi in un solo calderone, cambiano le carte sul tavolo previdenziale. Dal tavolo europeo sono arrivati rimproveri per le misure per l’aumento della spesa pensionistica (tutti contro Quota 100) e anche da questo si deve leggere la diffidenza dei Paesi frugali nei confronti del nostro. L’obiettivo è quello di ridurre la spesa pensionistica, pensare al futuro del Paese, rilanciare l’occupazione e il mercato del lavoro, favorire economia verde e digitalizzazione. Sul fronte previdenziale, però, meglio la Legge Fornero che una Quota 100 qualsiasi.

Pensioni ultime notizie: Quota 100 solo “ammortizzatore sociale”

Come scrive Giuliano Cazzola su ilsussidiario.net, Quota 100 ha cambiato totalmente finalità, visto che sono ormai falliti gli obiettivi di ricambio occupazionale tra fasce più anziane e fasce più giovani. Pertanto oggi Quota 100 è più un ammortizzatore sociale e sarà utile nel momento in cui le aziende dovranno fare i conti con gli esuberi. “Inoltre”, spiega Cazzola, “Quota 100 e il blocco dei requisiti del pensionamento anticipato non sono riforme strutturali, ma deroghe temporanee, alla cui scadenza torneranno pienamente in vigore le regole della riforma 2011”. Senza contare che i lavoratori che hanno beneficiato di questi “sconti” rappresentano circa la metà di quelli originariamente previsti.

Flessibilità in uscita e gradualità: le ipotesi sul tavolo

L’economista cita poi il Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti, nel quale si evince che l’età media dei fruitori di Quota 100 si attesta a 64 anni e che l’anzianità contributiva si attesta in media a 41 anni. Visti i rigidi requisiti della misura, è accaduto che molti lavoratori hanno raggiunto il requisito anagrafico prima di quello contributivo o viceversa. Resta poi quello scalone che si andrebbe a formare a partire dal 1° gennaio 2022 da evitare e ne parla anche la Corte dei Conti (l’età per il pensionamento passerà da 62 a 67 anni) e per questo “la flessibilizzazione potrebbe essere accordata dentro uno schema che vada gradualmente a uniformarsi ai 64 anni previsti per l’uscita degli assicurati in regime totalmente contributivo”. Una ipotesi potrebbe riguardare il rialzo del requisito anagrafico graduale, con 63 anni nel 2024-2025 e 64 anni a partire dal 2026. Ritornerà poi l’indicizzazione dei requisiti per il pensionamento alla speranza di vita.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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