Autostrade: la replica dei Benetton a Conte, le reazioni della politica

Pubblicato il 15 Luglio 2020 alle 00:31
Aggiornato il: 17 Luglio 2020 alle 18:57
Autore: Eugenio Galioto

Autostrade: la replica dei Benetton a Conte, le reazioni della politica: Matteo Renzi all’attacco del governo, Pd diviso, il M5S esutla

Ponte Morandi
Autostrade: la replica dei Benetton a Conte, le reazioni della politica

Dopo l‘ultimatum di Conte ai Benetton, nel mondo politico c’è stata una vera e propria levata di scudi contro il Premier da parte di Italia Viva che, sul caso della revoca delle concessioni ad Autostrade (controllata da Atlantia), difende a spada tratta i Benetton.

Lo scontro riguarda nella fattispecie la vendita delle quote di maggioranza che Atlantia dei Benetton detiene sul gruppo Autostrade per l’Italia e l’intervento, in sua sostituzione, della Cassa Deposito e Prestiti.

Mentre l’Amministratore Delegato di Atlantia ha ribadito che la società non ha “intenzione di uscire” dal gruppo Autostrade, il viceministro ai trasporti Giancarlo Cancelleri in quota M5S ha dichiarato che qualora i Benetton uscissero di scena, “lo Stato non ci rimetterebbe nulla”.

Di fatti, il Premier Conte sembra intenzionato a non mollare. Nell’intervista a Il Fatto Quotidiano, il Presidente del Consiglio ha bollato l’offerta di Autostrade per evitare la revoca come “irricevibile”: “quando ho letto la proposta ho pensato a uno scherzo”, ha detto il premier, dichiarando la non disponibilità da parte del governo per un fifty-fifty tra Stato e Benetton nella gestione di Autostrade. Riferendosi al crollo del ponte Morandi, che provocò 43 vittime, il Premier ha ribadito di non voler sacrificare “il bene pubblico per i loro interessi” (dei Benetton, Ndr). Non si è fatta attendere la reazione dei Benetton che sostengono di aver “sempre rispettato le istituzioni“.

Autostrade: Matteo Renzi all’attacco del governo, Pd diviso

Tornano a farsi sentire i malumori all’interno della maggioranza, con Renzi che torna all’attacco sul caso Autostrade: “i populisti chiedono da due anni la revoca della concessione. Facile da dire, difficile da fare. Perché se revochi senza titolo fai un regalo ai privati, ai Benetton, ai soci e apri un contenzioso miliardario che crea incertezza, blocco cantieri, licenziamenti. Questa è la verità”- è quanto afferma il leader di Italia Viva da sempre contrario alla revoca della concessione.

Intanto, la Borsa ieri ha registrato un crollo di oltre il 15% di Atlantia e l’operazione di Renzi è tutta giocata a contenere quella parte del Pd che, via via, si sta spostando sulle posizioni dei pentastellati.

Infatti, mentre il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci  definisce quello di Autostrade un “passo avanti”, il sottosegretario all’ambiente in quota dem Roberto Morassut ribadisce che “l’interesse dello Stato risiede in primo luogo nella tutela della sicurezza dei cittadini e della integrità del patrimonio pubblico”, per cui, assicura, “sarà il governo a decidere nelle prossime ore mettendo al centro questo interesse”.

A fianco del M5S si chiara Liberi e Uguali che ha assicurato “totale sostegno al presidente Conte nell’impegno, ben motivato in un’intervista stamattina, a revocare a Aspi (Autostrade per l’Italia, ndr) la concessione”, stante alle parole di Stefano Fassina.

Ma Renzi insiste: “si perdono forse punti nei sondaggi, ma si salvano le nuove generazioni da miliardi di debiti”. E suggerisce una soluzione che consentirebbe di togliere parzialmente il controllo di Autostrade ai Benetton, salvaguardando al contempo gli interessi privati: “Se proprio lo Stato vuole tornare nella proprietà, l’unica possibilità è una operazione su Atlantia con un aumento di capitale e l’intervento di Cassa Depositi e Prestiti. Operazione trasparente, società quotata, progetto industriale globale. Non ci sono alternative serie e credibili. Il populismo urla slogan, la politica propone soluzioni”. Parole queste rilanciate dalla deputata di Italia Viva Raffaella Paita: “noi pensiamo che la revoca sia un atto tecnicamente difficile e rischiosissimo, con ricorsi e contenziosi che pagheranno i cittadini. Non abbiamo mai difeso nemmeno un giorno i Benetton, ma pensiamo che le cose vadano chiarite in tribunale e non al tribunale dei populisti”.

Soluzione, questa, che sembrerebbe soddisfare anche i vertici di Atlantia.  Carlo Bertazzo sottolinea come Atlantia non abbia alcuna “intenzione di uscire da Aspi, ha riconosciuto gli errori e ora vuole avere l’orgoglio e la pazienza di rimediare, anche con altri soci” e conferma la disponibilità da parte della società di cedere la maggioranza del capitale azionario (quindi scendere sotto il 51% della quota in Autostrade per l’Italia).  Roberto Tomasi di Autostrade, in linea con Berazzo evidenzia come questa proposta nasca da “un confronto durato quasi un anno”, per cui Autostrade si impegna a stanziare 3,4 miliardi suddivisi tra oneri di ricostruzione, riduzione modulare dei pedaggi e ulteriori manutenzioni delle infrastrutture, tutti elementi a nostro carico”.

La linea dura del Premier e del M5S

Tuttavia, il Premier Conte e il M5S non sono disposti ad arretrare di un centimetro e i margini di autonomia del Partito Democratico appaiono sempre più risicati, nonostante i mal di pancia interni di chi rimprovera al Partito di essere ostaggio della linea “dura” di Conte e dei 5 Stelle.

Indubbiamente, la sentenza della Corte Costituzionale ha fornito un assist decisivo alla linea maggioritaria del governo convinta della legittimità della revoca. Il volano viene afferrato al volo da Paola De Micheli che ricorda come con il decreto Milleproroghe lo Stato è pronto a stanziare 7 miliardi per l’indennizzo senza rimetterci nulla perché “diventerebbero la cifra che dovrebbe sborsare il nuovo concessionario, una volta messi a gara i tratti oggi gestiti da Autostrade. Una procedura che non farebbe perdere nemmeno un posto di lavoro”.

A fare quadrato sul Premier Conte, questa volta, è intervenuto persino Alessandro Di Battista che ha dichiarato: “non mi era mai capitato di leggere parole così nette da parte di un premier a sostegno dell’interesse generale”. Poi prosegue: “quando Conte dice: ‘Questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull’altare dei loro interessi privati’, io mi sento orgoglioso e gli dico grazie. Io sono per la nazionalizzazione di Autostrade oggi in mano ai Benetton – chiarisce– Magari su questo io e Conte non la pensiamo allo stesso modo”. Ma quando “dice che lo Stato non può essere ‘socio di chi prende in giro le famiglie delle vittime’, io sono assolutamente con lui. Avanti tutta, su questa battaglia tutto il Paese è con il presidente del Consiglio, perché tutti gli italiani sanno che la durezza di oggi eviterà tragedie future”.

L'autore: Eugenio Galioto

Sociologo, un passato da ricercatore sociale e un presente da analista politico. Scrivo principalmente di economia e politica interna. Amo il jazz, ma considero l'improvvisazione qualcosa che solo i virtuosi possono permettersi.
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