Padania sì, Padania no

Pubblicato il 23 Giugno 2010 alle 03:56 Autore: Giuseppe Spadaro
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Pontida è  un comune di tremiladuecentotrenta anime situato a pochi chilometri da Bergamo. Ogni anno a Pontida, tradizionalmente in una domenica di Giugno, la Lega Nord rievoca una cerimonia che il 7 Aprile del 1167 avrebbe sancito l’allenza tra i Comuni lombardi contro il Sacro Romano Impero di Federico Barbarossa.

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Quello di “Padania” è uno dei concetti-chiave della Lega Nord. Umberto Bossi oggi (22 giugno, ndr), in un’intervista pubblicata da uno dei principali quotidiani nazionali, ha definito la Padania come «un luogo abitato da un popolo che sa benissimo di appartenere al Nord e alla Padania. È quel mondo che sta al di sopra al Po dove una volta Cavour voleva fare il regno del Nord. I padani sono gente che produce, che paga le tasse e che tiene in piedi tutta la baracca». In poche parole per Bossi la Padania è la parte sana del Paese. Quella parte d’Italia che lavora, produce e traina gli altri.

Trovo sbagliato inquadrare tutta la faccenda come una questione solo e soltanto politica. A Bossi ha risposto a muso duro Fini, per il quale semplicemente la Padania «non esiste». È «un’invenzione». Più che un’invenzione forse sarebbe più corretto parlare della Padania come di una convenzione creata ad arte da Bossi e dalla Lega per alimentare uno spirito di identificazione tra i cittadini del nord. La Lega affronta il tema sempre secondo le categoria del bene e del male: la controprova sta in definizioni tipiche come “Roma ladrona”. Bossi chiede che l’Italia segua gli esempi di decentramento di Francia e Germania. Domenica a Pontida ha lanciato l’idea di trasferire alcuni ministeri da Roma a città come Milano, Torino o Venezia aggiungendo: «per i centralisti che campano nelle pieghe dello Stato il decentramento è solo un motivo di preoccupazione».

 

Spostando l’attenzione dalla questione semantica sull’esistenza o meno della Padania ai dati oggettivi, c’è da riconoscere che la Lega Nord negli ultimi due decenni ha drenato consensi notevoli al nord e conquistato centralità politica. È riuscita a farlo grazie alla capacità di alternare simbolismo a senso pratico. Nel caso di specie cavalca e accarezza l’anti-italianità di buona parte della sua base elettorale ma al tempo stesso si offre come interlocutore ideale del Colle per l’approvazione della legge sulle intercettazioni. A volte però commette l’errore di forzare troppo la mano. È successo  in occasione di Italia-Paraguay. Il fatto che Radio Padania e la Lega Nord abbiano tifato contro l’Italia ha fatto indignare chi non commenterebbe mai nessun fatto politico. Fossi in Lippi giovedì dedicherei a Bossi e a tutta la Lega la qualificazione agli ottavi di finale del Mondiale. Sempre che la Slovacchia non si riveli alleata della Padania.

 

 

Giuseppe Spadaro

 

 

(Sullo stesso argomento: Tra Italia e Padania, sul baratro del nulla di Fabio Chiusi)

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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