Investire e guadagnare col coronavirus

Pubblicato il 5 Aprile 2020 alle 12:00 Autore: Giovanni Frulio

Chi oggi intende investire, in tempi di emergenza per la salute e di crisi economica, fa i conti con una realtà che può anche nascondere delle opportunità.

Investire e guadagnare col coronavirus
Investire e guadagnare col coronavirus

Ciò che è iniziato come un’emergenza per la salute pubblica, è presto diventata anche una crisi economica. Chi oggi intende investire, fa i conti con una realtà che già vede migliaia di persone in tutto il mondo perdere il lavoro nelle ultime due settimane a causa delle norme governative sul distanziamento sociale; altre migliaia di posti di lavoro sono poi a rischio se il COVID-19 continuerà la sua inesorabile marcia. La parte peggiore è che non è possibile prevedere con esattezza ancora per quanto tempo andrà avanti. Alla luce di questa incertezza, si stanno muovendo gli ingranaggi dei meccanismi di sostegno economico soprattutto per gli individui e le famiglie più vulnerabili dal punto di vista economico e sociale.

Si sa che, ora più che mai e soprattutto per le famiglie, non c’è nulla di più utile che valutare di costituire una riserva di denaro dalla quale attingere nel caso in cui l’emergenza si protrarrà oltre un limite sostenibile. Chi è nelle condizioni di poter lavorare è chiaramente agevolato rispetto chi si vede impossibilitato a svolgere la propria attività per effetto delle direttive ministeriali e regionali. Gli effetti – anche per chi è proiettato ad investire – sono evidenti, ma un fattore che agevola il risparmio è proprio la chiusura di ristoranti, centri sportivi, cinema e praticamente ogni altra attività che fornisca servizi turistici e di intrattenimento.

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Investire in questo momento: si può?

Tra proroghe delle scadenze fiscali, bonus e sospensioni dei mutui, ognuno è alle prese con la gestione del proprio denaro, allo stesso modo per chi possiede un portafoglio finanziario. Il contesto? Possiamo osservare che il FTSE-100 è diminuito di un terzo nell’ultimo mese ed altri indici come lo S& P-500, il giapponese Nikkei e il tedesco Dax hanno posizioni pressoché simili. All’atto pratico, quindi, parliamo di una potenziale perdita non di poco conto ma c’è da ricordare che nulla è davvero perso fin quando non si concretizzano gli effetti della vendita. La linea di principio, che collega questo concetto alla consapevolezza che i periodi di crisi possano generare comunque importanti occasioni di profitto per chi intende investire, è possibile tradurla con un invito a non disfarsi dei propri titoli per fare cassa ma, anzi, valutare un’attenta diversificazione del proprio portafoglio in modo da inglobare quegli assets che oggi hanno da promettere.

Questa non è la prima volta che i mercati sono precipitati in modo spettacolare: ancora in tanti portano le cicatrici della crisi finanziaria del 2008. Non solo, il Black Monday del 1987 ha scioccato il mondo anche perché è stato un fulmine a ciel sereno, per la maggior parte. Eppure, coloro che sono rimasti fermi sulla propria volontà di investire a lungo termine, hanno saputo superare questi eventi traumatici.

Cosa evitare e cosa no

Difendersi dalla volatilità e ragionare sul lungo periodo sono gli elementi fondamentali di una strategia che punti al successo piuttosto che all’incassare le perdite nell’immediato. Pertanto, la chiave sarebbe il posizionarsi al ribasso sui mercati (su quei mercati che stanno “tenendo meglio”, nonostante comunque le ampie perdite, come il Dax) ed escludere le aziende che oggi sono più soggette di forti speculazioni: ovvero i produttori di dispositivi di protezione individuale e dispositivi sanitari, ma anche le cosiddette BigPharma. Queste, infatti, incoraggerebbero all’acquisto in un’ottica a breve termine ma dovranno poi affrontare il dopo pandemia con probabili notevoli perdite di capitalizzazione. Quindi titoli decisamente non adatti a chi voglia di investire con strategie per il lungo periodo.

È da prendere in considerazione, invece, il panorama degli indici, ma soprattutto quello degli ETF. In questo modo ci si potrebbe posizionare su quegli strumenti che siano collegati ad aziende di medie dimensioni che in questo periodo vedono una notevole discesa verso il basso ma che, passata la tempesta, sono la categoria che meglio potrà avere slancio di ricrescita.

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L'autore: Giovanni Frulio

Appassionato di management aziendale ed energetico, seguo attivamente la politica ed il mondo delle imprese e della finanza.
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