Targa clonata: reato, cosa si rischia e come controllare online

Pubblicato il 31 Gennaio 2020 alle 18:50 Autore: Claudio Garau

Targa clonata: di quali illeciti si tratta? quando scattano le sanzioni penali? Come verificare se un’auto di provenienza sospetta, è stata rubata?

Targa clonata reato, cosa si rischia e come controllare online
Targa clonata: reato, cosa si rischia e come controllare online

Utilizzare un mezzo a motore su cui è stata apposta una targa clonata o falsa può comportare rischi di seri problemi con la giustizia. C’è chi falsifica o riesce ad ottenere una targa clonata perché magari, ad esempio, vuole sfuggire alla multa tramite autovelox o telelaser, ovvero intende con questo artificio sottrarsi alla contravvenzione per violazione del CdS. Tuttavia, il pericolo concreto è quello di imbattersi – con questa condotta – in un illecito penale, ben più grave. Vediamo allora di seguito quali sono gli aspetti penali della circolazione con targa clonata. Facciamo chiarezza.

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Targa clonata: perché è così diffusa? quali finalità?

In effetti, risulta preferibile accettare la multa per esser passati con il rosso o per aver superato il limite di velocità – circolando con la propria legittima targa – invece che utilizzare l’artificio della targa clonata: la sanzione penale che ne conseguirebbe sarebbe gravosa per la fedina penale, ma anche sul piano economico (dato che non scatta il possibile sconto del 30% per chi paga entro 5 giorni, come invece vale per le normali multe stradali). Attenzione anche agli acquisti di auto usate: se il prezzo è molto basso, potrebbe trattarsi di auto rubata e con targa contraffatta. Ma per quali motivi c’è chi decide di realizzare una targa clonata? Semplicemente per eludere più facilmente la giustizia: la duplicazione/clonazione di targhe auto, già legalmente immatricolate e quindi installate in altri veicoli, è solitamente finalizzata a porre nuovamente in circolazione mezzi di trasporto rubati, oppure ad organizzare e svolgere gare clandestine, o ancora a commettere rapine. Com’è evidente, le motivazioni “illecite” dei delinquenti sono potenzialmente assai diverse e tutte purtroppo usate frequentemente: basta documentarsi con le notizie di cronaca che ogni giorno raccontano di episodi di clonazione targhe.

Di quali reati si tratta?

La regola generale vuole che i reati penali abbiano la loro fonte di riferimento nel Codice Penale, tuttavia in taluni casi, sono le leggi speciali ad indicare la disciplina applicabile, come nel caso dell’uso di targa clonata. Infatti, il Codice della Strada non riguarda soltanto le tipiche multe, che sono sì illeciti ma soltanto amministrativi e mai penali, ma anche talvolta sanziona comportamenti più gravi, come quelli attinenti alla circolazione con targa clonata. Dal complesso di norme rilevanti in materia, rintracciabili però non solo dal CdS, ma anche in via “integrativa” dal Codice Penale, abbiamo che, in tema di targa clonata, possono scattare diversi reati, vediamoli sinteticamente:

  • anzitutto, secondo la Cassazione, sussistono gli estremi del reato di furto d’uso se il soggetto che materialmente fa la clonazione targa, trattiene per un certo lasso di tempo e usa la targa altrui per duplicarla illecitamente, con riapposizione sul veicolo originario in un secondo tempo;
  • se non c’è stata materiale realizzazione o contraffazione della targa clonata, ma solo circolazione con un mezzo con targa clonata, il responsabile automobilista dovrà far fronte ad un mero illecito amministrativo, consistente nel pagamento di una sanzione in denaro, oscillante tra un minimo di 2.050 euro ed un massimo che supera gli 8.000 euro. Non poco insomma;
  • laddove invece il responsabile abbia di fatto clonato la targa, sarà responsabile del reato di “falsità materiale”: in queste circostanze, si tratta di un illecito penale a tutti gli effetti, che prevede la possibile reclusione da sei mesi a tre anni;
  • conseguenze ancora più gravi nei casi in cui la targa clonata sia finalizzata a “coprire” una o più auto precedentemente rubate. Pertanto se il guidatore sa di usare un mezzo rubato e con targa clonata per coprire la provenienza delittuosa del bene, potrà essere condannato per il reato di ricettazione, che prevede la reclusione anche fino a otto anni e la multa fino a 10.329 euro;
  • peggio ancora per colui che oltre a quanto appena detto, si rende responsabile anche della materiale alterazione della targa. In queste circostanze infatti non sarà in gioco la ricettazione, bensì il reato di riciclaggio (deve però esservi la prova della contraffazione). La sanzione penale sale ancora, con il concreto rischio di una galera fino a dodici anni e la multa fino a 25.000 euro.

Alla luce di quanto appena riassunto schematicamente, è chiaro che il legislatore non fa sconti quanto alle sanzioni penali per le condotte che, a vario titolo, sono connesse al fenomeno della targa clonata. È chiaro che la circolazione dei veicoli deve rispettare non solo le regole della circolazione, ma anche quelle della legalità dal punto di vista penale e specialmente in connessione alle targhe contraffatte, rilevano altre e più gravi violazioni.

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Come controllare online?

A questo punto la domanda è legittima: un comune cittadino che magari vuole acquistare una auto usata, attratto dal prezzo conveniente, come può verificare che non ci sia sotto un tentativo di truffa o un reato di rapina e utilizzo di targa clonata?

Ebbene, la risposta è semplice: basta collegarsi al servizio web offerto dal Ministero dell’Interno, compilare il form apposito e visualizzare i risultati. Per questa via, sarà possibile sapere se si ha a che fare con un mezzo rubato e magari con una targa clonata al posto di quella autorizzata. Invece, nel caso in cui ci si accorga di aver già acquistato un auto con targa clonata, l’unica cosa da fare – per evitare possibili incriminazioni – è quella di denunciare prontamente il fatto alle forze dell’ordine.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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