Investimenti all’estero 2020: dove indirizzare i capitali

Pubblicato il 6 Gennaio 2020 alle 07:45 Autore: Giovanni Frulio

Ambire al successo del proprio business può significare muovere i propri investimenti all’estero. Quale Paese accoglie meglio un capitale da far fruttare?

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Investimenti all’estero 2020: dove indirizzare i capitali

Viviamo l’epoca dei mercati globalizzati, dell’annullamento delle distanze grazie alle telecomunicazioni e di una rete di trasporti che copre ogni angolo del mondo. È quindi opportuno considerare, per i propri investimenti all’estero, che molte nazioni nel mondo hanno del potenziale per farlo fruttare. Non a caso anche nel mondo della finanza è pratica diffusa diversificare il proprio portafoglio finanziario geograficamente, questo per limitare le influenze che la geopolitica può avere sui mercati tramite eventi non sempre positivi. Se l’Italia non riesce a soddisfare le esigenze di sicurezza e di profitto, pur avendo uno standard piuttosto rispettabile, ci sono Paesi pronti ad accogliere capitali per garantire il valore oppure incrementarlo.

Quali fattori tenere in considerazione per gli investimenti fuori dal Paese

Risulta importante fissare dei parametri per poter definire quale Paese possa essere più attraente o meno per gli investimenti e per mettere al riparo il proprio capitale. Un primo parametro che può venire in mente è certamente la stabilità economica del Paese, intesa come scorte, prospettive di disoccupazione, inflazione e, quindi, volatilità della valuta. Per questi parametri, stando a quanto dichiara Bloomberg, i rischi minori si avrebbero in Paesi come l’Arabia Saudita, la Cina e la Thailandia. Chiaramente, la lingua ed una cultura non troppo vicina a quella occidentale rappresenterebbero dei limiti non di poco conto per poter accedere a questi Paesi.

Alternative altrettanto valide sul piano della stabilità economica e che non risentono di gravosi gap linguistici e culturali sono Israele e Danimarca. Pertanto si potrebbe aggiungere un ulteriore parametro che possa aiutare a comprendere se indirizzare investimenti all’estero: la facilità di condurre un business. Questo aspetto è fondamentale per le conseguenze sociali ed economiche che comporta nel Paese. Nella classifica stilata da Doing Business per l’anno 2018, l’Italia è al 51esimo posto per la facilità di condurre un business, Israele è al 49esimo e la Danimarca è al terzo posto, con la prima e la seconda posizione occupate rispettivamente da Nuova Zelanda e Singapore.

Investimenti all’estero e in Europa, focus sulla Danimarca

Ecco che la soluzione per i propri investimenti all’estero nel 2020 può essere proprio affidarsi all’economia danese. Anche dal punto di vista finanziario, magari con un occhio di riguardo verso la DFDS, azienda che si è distinta per la maggiore acquisizione del 2018 assorbendo il 98,8% delle quote della compagnia di navigazione turca UN Ro-Ro per un valore di 950 milioni di dollari. Un’acquisizione strutturale che comprende anche le concessioni per il Terminal di Trieste rinnovate fino al 2041.

La Danimarca risulta quindi il Paese che meglio può rispondere all’esigenza di spostare i propri investimenti all’estero, nonostante dal punto di vista fiscale non sia il Paese preferito da chi scappa dalle tasse. La Danimarca ha una pressione fiscale in relazione al PIL anche superiore all’Italia ma con una spesa pubblica tra le più basse in Europa, indice di elevata efficienza; inoltre verosimilmente non soffrirà troppo le difficoltà dell’economia europea ormai stagnante in quanto può ancora contare su una solida domanda interna e su un mercato del lavoro sano. Condizione comunque ben differente dai Paesi del continente europeo più convenienti, sul piano fiscale, come Lussemburgo, Malta, Svizzera ed Olanda. Proprio in Olanda, infatti, per gli investimenti più consistenti è possibile accordarsi sulla tassazione direttamente con il Ministero delle Finanze. Un assetto che, come per la velocità della burocrazia in Lussemburgo, è particolarmente capace di attirare capitali.

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L'autore: Giovanni Frulio

Appassionato di management aziendale ed energetico, seguo attivamente la politica ed il mondo delle imprese e della finanza.
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