Sondaggi TP per Coffee Break (La7): Conte nuovo leader di M5S in ripresa

Pubblicato il 12 Agosto 2019 alle 16:43 Autore: Alessandro Faggiano

Sondaggi TP per Coffee Break (La7): Conte nuovo leader di M5S in ripresa. Chi ha la colpa della crisi? Con chi deve allearsi la Lega? E molto altro.

Sondaggi TP per Coffee Break (La7): Conte nuovo leader di M5S in ripresa

Sondaggi TP – Gianluca Borrelli, presidente e fondatore di Termometro Politico, ha presentato in esclusiva il nostro ultimo sondaggio. Si parla, ovviamente, della crisi di governo, aperta ufficialmente l’8 agosto da Matteo Salvini, in un incontro pubblico dal litorale pescarese. Il ministro dell’Interno continua il suo Estate Italia Tour che lo porterà sulle spiagge del Sud Italia, per quello che potrebbe essere l’antipasto della campagna elettorale.

Il sondaggio è stato effettuato tra il 9 e il 10 agosto, con un campione basato su 2500 rispondenti con metodo CAWI.

Sondaggi elettorali TP: la crisi fa bene al Movimento

L’ultimo sondaggio elettorale – effettuato dopo l’inizio della crisi di governo, tra il 9 e il 10 agosto – evidenzia il calo della Lega e la crescita del Movimento 5 Stelle. Nell’ultimo sondaggio di TP pre-crisi, infatti, la Lega toccava il 37,5%. Nel giro di circa una settimana, il partito di Matteo Salvini è crollato di 1,4 punti, mentre il Movimento 5 Stelle ha recuperato l’1,2% (passando dal 17% al 18,2%). Il divario tra il primo e il secondo partito (il PD, al 23,4% e in rialzo di 0,8 punti) rimane comunque molto amplio. Leggere variazioni per FDI e FI, con i primi che salgono al 7,1% (+0,2) e Forza Italia che perde due decimi, fermandosi al 6%.

Tra i partiti dal centro (+Europa) verso sinistra (PC), non c’è nessuno che superi la soglia di sbarramento. Solo la formazione europeista si avvicina al fatidico 3%, ma manca ancora uno 0,7%. Molto indietro sia La Sinistra che i Verdi (appaiati con l’1,8% delle preferenze). Infine, il Partito Comunista ottiene l’1%.

Le rilevazioni sulle intenzioni di voto, del 9 e 10 agosto, non mostrano l’impatto delle più recenti dichiarazioni di Salvini sulla strategia elettorale. Salvini ha teso la mano a Berlusconi e, come vedremo in questo sondaggio, potrebbe essere una scelta elettoralmente infelice (almeno per la Lega).

Sondaggi TP: di chi è la colpa della crisi di governo? Cosa fare?

Dopo le rilevazioni sulle intenzioni di voto, abbiamo chiesto chi è il responsabile della crisi di governo. È colpa della Lega? Del Movimento 5 Stelle? Di entrambi? Ebbene, la risposta più frequente è proprio quella che attribuisce le colpe ai due partner del governo giallo-verse, e che mette Lega e M5S sullo stesso piano. Così risponde il 43,1 percento degli intervistati. Poi, il 29% crede che la colpa sia attribuibile maggiormente alla Lega. Risultato “migliore” per i 5 Stelle, a cui viene data la colpa in maniera esclusiva dal 23,6%. Nonostante Salvini sia stato il leader che ha “dato il là” alla crisi, secondo le risposte offerte dal campione non c’è una differenza marcata tra i due partner di governo.

Ci si chiede, a questo punto, cosa sia meglio: tornare subito al voto? Formare un governo di scopo che salvi l’Italia dall’incremento dell’IVA a causa dell’attivazione delle clausole di salvaguardia? O, ancora, optare per un governo politico – quindi, non tecnico -, composto da M5S, PD e LeU?

Quasi un italiano su due, vorrebbe le elezioni anticipate. Si può immaginare che una gran parte dei leghisti e degli elettori di Fratelli d’Italia manifesti il pieno appoggio al ritorno alle urne in tempi brevi. C’è comunque una gran fetta del campione – 3 su 10 – che preferirebbero il governo di scopo. Un esecutivo di breve durata, nato solo per assolvere compiti di estrema importanza.

L’ipotesi del governo politico basato su una nuova maggioranza parlamentare non sembra convincere eccessivamente. Anzi: solo l’11,6% la considera la miglior opzione possibile.

Sondaggi TP: tra voto utile e alleanze

Abbiamo chiesto anche se il voto utile possa incidere sulle proprie intenzioni di voto. A quanto pare, Il PD dovrebbe essere il partito che godrebbe maggiormente di questo elemento. La risposta è abbastanza ovvia: nessun partito a sinistra del Partito Democratico raggiungerebbe, sempre in teoria, la soglia di sbarramento. Tranne per +Europa che si avvicina e dista pochi decimi dai tre punti, le altre formazioni – dai Verdi, a La Sinistra fino a Potere al Popolo – sono ancora molto distanti. Pertanto, si può pensare che proprio da quelle parti lì, dei partiti minori di sinistra, arriverà un piccolo surplus per il PD. Anche Movimento e Lega vedrebbero un effetto positivo. Probabilmente, la Lega si porterebbe dietro i voti di alcuni forzisti, mentre il M5S potrebbe attingere prevalentemente dall’astensione. L’importanza e l’influenza del voto utile, però, variano anche in funzione delle coalizioni.

Sondaggi TP: il centrodestra unito non è l’opzione più gradita

È notizia recente il riavvicinamento tra Salvini e Berlusconi, con il primo che tende la mano al fondatore di Forza Italia per replicare la coalizione di centrodestra delle ultime elezioni generali. Ovviamente, con un cambio decisivo nei rapporti di forza interni. Salvini punta a Palazzo Chigi e il peso elettorale di FI non permette al patriarca del centrodestra di avanzare pretese eccessive. Secondo il nostro ultimo sondaggio, c’è una buona varietà di opinioni. Il 23,5 percento degli intervistati crede che la Lega dovrebbe presentarsi alle elezioni in solitaria, per poi cercare eventuali alleanze. Anche la possibilità di una alleanza con FDI – al 17,4% -, o estesa al nuovo soggetto politico di Toti (17,2%), gode di una certa approvazione. Un po’ meno, invece, l’opzione di includere tutte le forze politiche di centrodestra (solo il 12,3% del campione crede che la Lega dovrebbe guidare una coalizione che includa anche Forza Italia). Se prendiamo in esame solo le risposte date dal segmento elettorale leghista, i sostenitori del carroccio preferirebbero un’alleanza con la sola Meloni o, al più, includendo il nuovo soggetto di Toti.

Conte nuovo leader del Movimento 5 Stelle?

Se la Lega è alle prese con la gestione (e gestazione) delle alleanze in seno al centrodestra, il Movimento 5 Stelle si ritrova a vivere una difficile crisi interna. Di Maio sembra aver perso l’appoggio degli stessi elettori pentastellati, che lo scaricano per il premier Conte. Il discorso da Palazzo Chigi dell’8 agosto sembra aver marcato un “prima” e un “dopo”, con un Conte più politico e orientato maggiormente all’azione. Si chiede chi sarebbe il candidato premier ideale per il M5S. Le risposte date dagli elettori pentastellati sono estremamente eloquenti: il 71,4% vuole un Conte bis, possibilmente con un ruolo più centrale e realmente politico, piuttosto che come “garante” o mediatore di un accordo di governo. Sempre tra i pentastellati, uno su cinque vorrebbe Di Battista. Percentuali quasi irrisorie per il presidente della Camera, Fico (3,4%) e per un “Altro” nome, non specificato nel sondaggio (2,9%).

Anche se prendiamo il campione nel suo complesso, il miglior candidato rimane Giuseppe Conte (33,6%), seguito da Roberto Fico (12,6%) e, per ultimo, Alessandro Di Battista (9,6%). Risultati sicuramente interessanti, perché dimostrano come Di Battista – ben voluto all’interno del M5S – risulti tra le figure più “ingombranti” e divisive per gli altri segmenti elettorali. Roberto Fico, invece, godrebbe di maggior approvazione all’interno del centrosinistra (oltre metà dei voti ricevuti da Fico arrivano proprio da chi voterebbe PD alle prossime elezioni).

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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