Corea del Nord, ultime notizie: Pyongyang effettua nuovo test missilistico

Pubblicato il 31 Luglio 2019 alle 15:53 Autore: Michele Mastandrea

Le ragioni alla base del nuovo test della Corea del Nord. Le divergenze con gli Usa sul futuro della Penisola Coreana. A breve riprendono i colloqui?

Corea del Nord, ultime notizie: Pyongyang effettua nuovo test missilistico
Corea del Nord, ultime notizie: Pyongyang effettua nuovo test missilistico

La Corea del Nord ha effettuato un nuovo test missilistico nella mattinata di mercoledì 31 luglio 2019. Due missili balistici a corto raggio sono stati lanciati intorno alle cinque del mattino ora locale dalla zona di Kalma, nei pressi di Wonsan, città portuale sulla costa orientale del paese. Le due testate hanno viaggiato per un totale di circa 250 chilometri, ad un’altitudine media di circa 30 chilometri, concludendo la propria corsa nel mar del Giappone.

Nessun danno è stato registrato a persone e cose. Le forze armate sudcoreane hanno intimato al Nord di bloccare questo genere di iniziative, ritenute “inutili ai fini della riduzione delle tensioni nell’area”. Anche gli USA hanno confermato l’azione di Pyongyang, aggiungendo che né Washington né i suoi alleati sono stati minacciati dai missili. Il premier giapponese Shinzo Abe ha minimizzato la portata del test, sottolineando la continua cooperazione del suo paese con Washington e gli altri alleati nella regione.

Lo stallo nelle discussioni sul futuro della Penisola Coreana

La decisione di Pyongyang testimonia lo stallo in corso rispetto al processo di pacificazione della penisola coreana. I mancati passi in avanti sul dossier, dovuti al fallimento del vertice svoltosi a Febbraio ad Hanoi tra Kim Jong un e Donald Trump, sono testimonianti anche dal nuovo test.

Quanto avvenuto questa mattina segue di una sola settimana il lancio di altri due nuovi missili, narrato come “solenne avvertimento” da parte della Corea del Nord nei confronti di Seul. La Corea del Sud ha infatti in programma nel corso del prossimo mese una serie di esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti. Secondo il Nord, questi test sarebbero da cancellare, come già avvenuto lo scorso anno.

La cancellazione sarebbe stata promessa dallo stesso Trump a Kim nel corso del vertice del 30 giugno scorso a Pamnumjom. Dichiarazioni non confermate dal tycoon e a cui non è seguita evidentemente alcuna azione concreta. Da notare, come appariva chiaro per certi versi anche sul momento, che neanche lo storico primo passo di un presidente Usa dal lato nord del 38esimo parallelo abbia portato ad oggi a un miglioramento sostanziale dei rapporti tra i due paesi.

Corea del Nord, a breve riprendono i colloqui ufficiali con gli USA?

Lo stallo riguarda ancora adesso le modalità con cui portare avanti la pacificazione della regione. Uno dei temi che da sempre la Corea del Nord mette sul tavolo è la demilitarizzazione della penisola, leggasi il ritiro del contingente americano nella zona. Una questione che ha uno spettatore molto interessato nella Cina, che vede di buon occhio ogni arretramento di Washington dal suo estero vicino. Ma che preoccupa paesi come Giappone e Corea del Sud, che temono un ribaltamento dei rapporti di forza proprio a favore di Pechino.

Da parte loro gli Usa non accettano la richiesta nordcoreana di mettere fine alle sanzioni in cambio di una progressiva denuclearizzazione. La politica di non allentare la presa sull’economia del paese, nota come maximum pressure, rimane quella adottata dagli americani per forzare il Nord a un compromesso. Ad ogni modo, a quanto riferito dal Segretario di Stato Mike Pompeo, i colloqui tra Usa e Corea del Nord dovrebbero ripartire “molto presto”.

A conferma di ciò, come riferito dall’agenzia sudcoreana Yonhap, la scorsa settimana ci sarebbe già stato un incontro segreto tra esponenti dei due governi. Il lancio dei missili da parte di Kim potrebbe aver avuto in questo senso la funzione di forzare un’accelerazione dei colloqui, attraverso una mossa volta a “impressionare” l’opinione pubblica.

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L'autore: Michele Mastandrea

Nato nel 1988, vive a Bologna. Laureato in Relazioni Internazionali all'università felsinea, su Termometro Politico scrive di politica estera ed economia.
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