Liberazione Italia: anno, frasi e personaggi passati alla storia

Pubblicato il 17 Aprile 2019 alle 10:00 Autore: Cristina Maciariello

Festa della Liberazione Italiana, perché è importante il 25 aprile 1945, e la Resistenza. Fatti, Frasi, personaggi e protagonisti passati alla storia

Liberazione Italia, anno, frasi e personaggi passati alla storia
Liberazione Italia: anno, frasi e personaggi passati alla storia

La festa della Liberazione, il 25 aprile, è il giorno in cui in Italia si celebra l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo avvenuta nella primavera del 1945. Il 25 aprile o anche anniversario della Resistenza è una festa nazionale della Repubblica Italiana.

La decisione di celebrare il 25 aprile la “festa della Liberazione” o “anniversario della Liberazione d’Italia” fu presa il 22 aprile 1946. Il governo italiano provvisorio del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, emanò un decreto legislativo che dichiarava: «A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale

La data fu stabilita definitivamente con la legge n. 269 del maggio 1949. Il 25 aprile, come le domeniche, il primo maggio, il giorno di Natale e il 2 giugno è un giorno festivo.

Festa della Liberazione, 25 aprile: la data simbolo della Liberazione

La guerra, l’occupazione nazista e fascista in Italia non terminò in un solo giorno, ma la Liberazione si celebra il 25 aprile come data simbolo, perché quel giorno del 1945 inizia la ritirata dei soldati tedeschi e di quelli fascisti della repubblica di Salò dalle città di Torino e di Milano.

La guerra, dunque, non finì il 25 aprile 1945, continuò ancora per qualche tempo. In altri paesi europei celebrano la fine dell’occupazione nazi-fascista, in date diverse, per esempio: in Olanda e Danimarca si festeggia il 5 maggio, in Norvegia l’8 maggio, in Romania il 23 agosto.

In Etiopia si festeggia il 5 maggio la festa della Liberazione, ma in questo caso si ricorda la fine dell’occupazione coloniale italiana, avvenuta nel 1941.

Come si arrivò al 25 aprile 1945: personaggi e fatti passati alla storia

L’Italia, che allo scoppio del secondo conflitto mondiale sceglie la formula della “non belligeranza”, era legata alla Germania dal Patto d’Acciaio (22/5/1939) e alla Germania e al Giappone dal Patto Tripartito (27/9/1940). Il fascismo entra in guerra solo un anno dopo, nel giugno 1940.

Le dichiarazioni di guerra: alla Francia, alla Gran Bretagna, e il 28 ottobre 1940 alla Grecia, impegnano l’esercito italiano su più fronti. Il primo è quello delle Alpi occidentali (fino all’armistizio con la Francia, il 24 giugno 1940); il secondo è quello dell’Africa orientale, dove si combatte contro i britannici (gli italiani perdono già nel maggio 1941; è una sconfitta che comporta la perdita delle colonie e la fine della cosiddetta Africa Orientale Italiana).

I militari italiani combattono, dal 10 giugno 1940, anche in Africa Settentrionale, che si rivelerà il fronte di combattimento sul quale l’alleanza italo-tedesca regge più a lungo. Le forze dell’Asse, infatti, saranno sconfitte solo nel maggio 1943, dopo le importanti battaglie di El Alamein (Egitto, 1942).

In Africa Settentrionale gli italiani affrontano anche le truppe americane, sbarcate in Marocco e Algeria dal novembre 1942. Altro fronte di combattimento italiano è quello balcanico: italiani e tedeschi occupano entro l’aprile del 1941 Jugoslavia e Grecia.

Oltre alla guerra sul Mediterraneo tra Regia Marina (sostenuta dalla Kriegsmarine tedesca) e Royal Navy britannica, l’esercito italiano è impegnato, dal luglio del 1941 al gennaio del 1943, nell’Operazione Barbarossa, la campagna di Russia, che finirà con la disfatta completa dell’Armata Italiana in Russia.

Liberazione dell’Italia: gli Alleati e la Resistenza

Tra il 9 e il 10 luglio 1943 gli Alleati sbarcano in Sicilia e cominciano la conquista/liberazione dell’Italia. Internamente, si iniziano a far notare le prime palesi insofferenze. Nel marzo del 1943 le regioni del nord sono infiammate da un’ondata di scioperi (le prime manifestazioni da quando il fascismo lo aveva reso reato).

Tra il 24 e il 25 luglio del 1943, il Gran Consiglio del fascismo decreta l’estromissione di Mussolini dal governo. Poco dopo, l’ex duce viene arrestato per volere del re. L’Italia tutta interpreta questi fatti come la caduta del fascismo e come la fine della guerra. Badoglio si affretta però a chiarire che la guerra non è finita, ma continuaal fianco degli alleati tedeschi.

I tedeschi, teoricamente, per dare supporto ai reparti italiani che stanno affrontando gli Alleati in Sicilia, entrano in forze nel paese. Il 3 settembre 1943, però, viene stipulato l’armistizio tra Italia e anglo-americani. La stipulazione dell’armistizio è resa nota solo l’8 settembre, senza però avere un programma per fronteggiare le truppe tedesche presenti sul territorio.

Festa della Liberazione e Anniversario della Resistenza: un anno simbolico, una data da celebrare

I militari e militanti italiani, lasciati al loro destino, provano a resistere, ma questi primi atti di Resistenza si concludono, la maggior parte delle volte, con la reazione violenta degli ex camerata tedeschi. Tedeschi che uccidono migliaia e migliaia di soldati italiani, e ne mandano centinaia di migliaia nei campi di concentramento.

Il re, la sua famiglia e il governo, abbandonano la capitale e fuggono a Brindisi. Mussolini, prigioniero, viene liberato dai tedeschi. Incontra Hitler, e dà vita alla Repubblica Sociale Italiana (con sede a Salò, sul Lago di Garda): uno stato autonomo sottoposto però a una stretta “sorveglianza” tedesca.

Nei primi mesi del 1945 già diverse decine di migliaia di italiani, per lo più partigiani, combattevano contro l’occupazione tedesca e i militari della repubblica di Salò nell’Italia nord, con una discreta organizzazione.

Nell’aprile di questo stesso anno, sia il Partito Comunista – che diffuse la “Direttiva n. 16”, in cui si leggeva: «scatenare l’attacco definitivo»-; sia il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – che diede istruzioni di insurrezione generale.

I partigiani organizzarono e avviarono attacchi verso le maggiori città, come Bologna, che è stata attaccata dai partigiani il 19 aprile e definitivamente liberata con l’aiuto degli alleati il 21. Il 24 aprile 1945 gli alleati superarono il Po, e il 25 aprile i soldati tedeschi e della repubblica di Salò cominciarono a ritirarsi da Milano e da Torino.

Festa della Liberazione: personaggi e protagonisti passati alla storia

«Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire!»
Sandro Pertini proclama lo sciopero generale, Milano, 25 aprile 1945

A Milano, dalla mattina del 24 aprile 1945, era stato proclamato uno sciopero generale, annunciato alla radio “Milano Libera” da Sandro Pertini, futuro presidente della Repubblica, allora partigiano e membro del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN).

Il 28 aprile 1945, nei giorni della Liberazione dei maggiori centri urbani del nord Italia, Mussolini fu catturato dai partigiani mentre tentava di arrivare in Svizzera, e fucilato su ordine del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI).

Tra l’8 e il 9 maggio, la Germania si arrende, la guerra in Europa è finalmente finita. La guerra nel Pacifico, tuttavia, dura ancora per alcuni mesi, e termina solo dopo l’attacco atomico americano su Hiroshima (6/8/1945) e Nagasaki (9/8/1945). Il 14 agosto 1945 il Giappone si arrende.

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L'autore: Cristina Maciariello