Campana d’allarme per Alfa Romeo

Pubblicato il 14 Gennaio 2010 alle 17:30 Autore: Luigi Zoppoli
sergio marchionne

Campana d’allarme per Alfa Romeo

 

di GOBETTIANO ed il suo nuovo sito

Campana d’allarme per Alfa Romeo

Le dichiarazioni (riportate anche da Quattroruote) rese dall’AD FIAT Sergio Marchionne al Salone di Detroit aperto l’11 Gennaio 2010 suonano, per alcuni versi, come una campana a morto per il marchio Alfa Romeo. Credo opportuno dare qualche flash relativo agli scenari del mondo dell’auto per inquadrare il ragionamento. Proprio a Detroit le Case automobilistiche hanno cominciato a rendere concrete le tendenze strategiche già leggibili da tempo e cennate sia pure superficialmente qui.

Parlando di Detroit si parla ovviamente di USA dove, se andrà male si venderanno 10/11 milioni di vetture circa ma l’orientamento di fondo tenderà ad essere analogo in tutto il mondo.

Primo punto. Negli USA dunque vuoi per gli effetti della crisi, vuoi per il rincaro dei carburanti, vuoi per l’orientamento deciso dall’Aministrazione verso le economie verdi è ipotizzabile che apra il mercato a tipologie di vetture diverse dalle enormi ed ipermotorizzate vetture o dagli incredibili SUV e Pick Up. Il processo in corso non è volto solo a vetture elettriche o ibride ma a vetture tradizionali tra le quali quelle a gasolio per le quali soprattutto i produttori tedeschi spingono. Dimensioni più compatte, motorizzazioni meno esagerate e molto più efficienti senza rinunce per la qualità e soprattutto confort che gli americani richiedono. Attenzione! Questo non vuol dire azzeramento del tradizionale prodotto americano ma tendenza oramai evidente ed in via di consolidamento. Dal che viene una prima conclusione: per essere competitivi su quel mercato, per puntare a significative quote di mercato, occorre per un player globale essere presente in numerosi segmenti del mercato con un forte e credibile portafoglio prodotti. E di seguito vedremo cosa occorre, tra le altre cose, per attribuire forxza e credibilità ed appeal ai prodotti.

Secondo punto. La diffusione dell’auto nei paesi emergenti quali Cina ed India sta generando una rivoluzione. Cina primo mercato mondiale già nel 2009 con 13 milioni di vetture vendute; produttori cinesi in spolvero, a marciare a tappe forzate verso vetture competitive, di qualità crescente il tutto accompagnato dai primi tentativi di internazionalizzazione in coerenza con l’approccio esportatore dell’economia cinese. L’acquisto di Volvo da parte di GEELY (fatevi un giro nel sito. C’è anche in Inglese)ne è un esempio piuttosto che le joint venture di imprese cinesi con produttori occidentali i quali, tra l’altro, funzionano come acceleratori nell’acquisizione di competenze tecnologiche e nel trasferimento di know how. L’area asiatica, fortemente popolata ed in impetuoso sviluppo, conta ad oggi centinaia di milioni di consumatori con risorse e potenziali di consumo comparabili con i livelli occidentali. L’auto quindi non può trascurare queste aree che avranno sì la necessità di vetture low cost ma presentano dimensioni di mercato per vetture di caratura occidentale che sarebbe del tutto imprudente ignorare.

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