Legge di Bilancio 2019: penalizzazioni contro l’Italia, quali pericoli?

Pubblicato il 10 Gennaio 2019 alle 06:17 Autore: Giovanni De Mizio

Il governo ha deciso di tirare dritto per la sua strada e andare allo scontro con la UE sulla legge di bilancio. Ma un modo per salvare la situazione c’è.

Reddito di cittadinanza in legge di bilancio
Legge di Bilancio 2019: penalizzazioni contro l’Italia, quali pericoli?

Bruxelles contro Italia su Legge di Bilancio: penalizzazioni in arrivo?


Il governo ha deciso di proseguire dritto per la sua strada, confermando per la grandissima parte la legge di bilancio presentata nei giorni scorsi. Confermate quindi le intenzioni di introdurre nuova spesa pubblica corrente, sotto forma di sussidi a chi non lavora (pensionati e disoccupati) e a chi guadagna meno della soglia di povertà (780 euro).

Questo significa che il governo si prepara allo scontro con l’Unione Europea. Bruxelles aveva respinto al mittente la bozza di legge di bilancio perché prevede un deficit ben oltre quanto concordato dal governo Conte nei mesi scorsi. Questo ha conseguenze minacciose sul debito pubblico italiano, che potrebbe finire fuori controllo.

Possibile quindi che la UE deciderà per penalizzare l’Italia nei prossimi mesi (se non settimane). Ma una possibile via di uscita c’è.

Legge di bilancio: quali penalità per l’Italia?

Anche i cosiddetti “alleati” di Matteo Salvini, come i nazionalisti austriaci e ungheresi, sembrano volergli voltare le spalle. Se l’Italia non riga dritto sui conti, i partner europei minacciano tempesta sotto forma di procedura per deficit eccessivo.

Si tratta di un fatto inedito: è la prima volta dal 2013 (anno in cui fu introdotta questa procedura) che la UE respinge la bozza di legge di bilancio di un Paese membro. Ricordiamo che l’UE non entra nel merito delle misure (non ha bocciato la riforma delle pensioni, per capirci), ma esprime i suoi giudizi solo sui “totali” (proiezioni di deficit e debito, per esempio).

L’Italia ha avuto tre settimane di tempo per modificare la manovra, ma ha deciso di non farlo. La Commissione Europea si riunirà quindi il prossimo 21 novembre per decidere sul da farsi.

Due le “finestre” di azione: nel primo caso l’UE agirà subito, con le previsioni autunnali previste per questo mese; nel secondo verrebbe tutto rimandato a primavera, magari con una Commissione più “morbida”.

L’apertura della procedura di infrazione prevede la richiesta all’Italia di rientrare, entro un tempo ben definito, dal disavanzo eccessivo. Parliamo di due o tre anni, dopo i quali entrerebbero in vigore delle sanzioni.

Intanto però l’Italia perderebbe la possibilità di chiedere la celebre “flessibilità” sui conti, che negli anni scorsi è stata utile (almeno in teoria) a seguito di disastri naturali, per esempio.

Legge di bilancio: c’è una via d’uscita

Molto probabilmente verrà rinviato tutto alla primavera. Né alla UE né all’Italia conviene andare allo scontro, non subito almeno. All’ attuale maggioranza conviene evitare tempeste finanziarie per poter “tranquillamente” fare campagna elettorale contro la UE in vista delle elezioni europee. Lo stesso vale per Bruxelles, ma ovviamente in senso opposto: la Commissione non vuole apparire come il cattivo della situazione.

A salvare capra e cavoli potrebbe essere la promessa di piegare il debito al 126% del PIL entro il 2021 dal 131,2% del 2017. La riduzione avverrà grazie a maggiori dismissioni del patrimonio pubblico, vale a dire privatizzazioni. Questa “dimostrazione di buona volontà” permetterebbe di rimandare alla primavera la resa dei conti sulle conseguenze della legge di bilancio.

La speranza del governo è che nel frattempo ci sia stata una ripresa del PIL in grado di realizzare le “promesse” del ministro Tria all’Europa. Il governo prevede una crescita dell’1,5% nel 2019, 1,6% nel 2020 e 1,4% negli anni successivi.

Nell’ultimo trimestre l’Italia ha registrato crescita zero, il consenso per gli anni futuri è per una crescita dell’1%. La congiuntura economica europea e globale, peraltro, è in vistoso rallentamento.

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