Legge di bilancio 2019: nuova bozza, cosa cambia alla fine

Pubblicato il 8 Novembre 2018 alle 06:36 Autore: Giovanni De Mizio
Pace fiscale legge di bilancio

Legge di bilancio 2019: nuova bozza, cosa cambia alla fine

Cambiamenti finali Legge di bilancio


Continuano i lavori sulla legge di bilancio 2019, che continua a gonfiarsi. Dai 73 articoli iniziali, l’ultima bozza ne prevede ben 115. Fra le novità l’assenza di “reddito di cittadinanza” (RdC) e quota 100 che saranno introdotti con un disegno di legge ad hoc.

Legge di bilancio: che fine hanno fatto RdC e quota 100

La bozza, datata 29 ottobre, prevede che lo stanziamento di 9 miliardi per il “reddito di cittadinanza” (che non è un reddito di cittadinanza) e di 6,7 miliardi per le pensioni. Quest’ultimo fondo dovrebbe salire a 7 miliardi nel 2020.

Non tutti i miliardi stanziati per il “reddito di cittadinanza” finiranno nelle tasche di disoccupati e working poors: un miliardo verrà girato ai centri per l’impiego, mentre fino a 10 milioni andranno all’ANPAL, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive e il Lavoro. L’argomento è particolarmente delicato, perché i centri dell’impiego saranno fondamentali per evitare che il reddito di cittadinanza non si riduca a una mera distribuzione di soldi dall’elicottero.

Come verranno introdotti quota 100 e “reddito di cittadinanza”? Ma soprattutto quando? Questo è ancora in fase di discussione, e per questo il governo avrebbe deciso di rinviare il tutto a dei provvedimenti appositi. Prendendo tempo, insomma.

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Legge di bilancio: le altre novità

Il problema sono sempre le coperture, e tutto fa brodo. Arriva una flat tax sulle ripetizioni private: gli insegnanti titolari di cattedre in scuole di ogni ordine e grado potranno vedere tassati gli introiti da ripetizioni private al 15%. L’imposta sostitutiva coprirebbe anche le addizionali regionali e comunali. Resta salva l’ipotesi di dichiarare il reddito aggiuntivo per vie ordinarie (cioè con le normali aliquote IRPEF).

Interessante poi la norma che punisce le Regioni che non adeguano i vitalizi a quanto deciso dall’Ufficio di Presidenza della Camera lo scorso luglio. In pratica, se le Regioni non ridurranno i vitalizi lo Stato potrà decidere di non versare fino all’80% dei fondi destinati a servizi non fondamentali (salvi quindi sanità e trasporto pubblico, per esempio). Le regioni, stando all’articolo 76 della bozza di legge di bilancio, avranno fra quattro e sei mesi di tempo, nel caso fossero necessarie modifiche agli Statuti regionali.

Non mancano i tradizionali tagli da fondo del barile, tipici di molte manovre recenti. Questa legge di bilancio non prevede l’incremento previsto per il fondo di sostegno alla natalità (100 milioni). Previsti piccoli tagli per circa 50 milioni l’anno alle spese militari (spalmati su 12 anni), per un totale di 531 milioni. Chiude la breve rassegna il taglio di alcuni crediti d’imposta, come quelli di cui beneficiano sale cinematografiche, librerie e imprese editoriali.

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