Travaglio vs Severgnini a Otto e mezzo: è bagarre sul Def

Pubblicato il 16 Ottobre 2018 alle 11:22 Autore: Chiara Fazio

Travaglio vs Severgnini a Otto e mezzo: è bagarre sul Def

Clima arroventato in studio qualche sera fa a Otto e mezzo tra il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio e l’editorialista del Corriere della Sera Beppe Severgnini.

A Otto e mezzo, discussione sul def

I due giornalisti, da sempre schierati su posizioni diverse in materia di governo, hanno discusso animatamente a seguito delle dichiarazioni rilasciate dai vicepremier Di Maio e Salvini sulla volontà di perseguire gli obiettivi dichiarati nella nota di aggiornamento al Def (riforma della legge Fornero, reddito di cittadinanza e flat tax) nonostante la bocciatura alla manovra da parte di Bankitalia e Fondo monetario internazionale.

Travaglio, convinto del fatto che le due istituzioni in questione non debbano interferire sulle scelte del governo – né sulle leggi da fare e quelle da cambiare -, si richiama alla Costituzione ricordando che «la sovranità appartiene al popolo» e non «a Bankitalia o al Fondo monetario». Ancora, afferma che «noi non possiamo far comandare i mercati, dobbiamo avere una politica forte che fronteggi i mercati e cerchi di persuaderli sulla bontà delle sue decisioni senza delegare a loro quelli che sono compiti della politica, che deve fare quello che ha promesso ai cittadini».

Botta e risposta: filo-governativo a chi?

Immediata la replica di Severgnini: «Marco e io ci conosciamo da tanti anni e devo ammettere che questa sua versione filo-governativa mi mancava, devo dire che mi colpisce». Il direttore del Fatto risponde piccato di non esserlo affatto e di aver detto, al contrario, che questo governo si muove come l’armata Brancaleone.

Poi lo invita a smettere di fare la caricatura e lo incalza: «Io potrei citare tutte le cose che hai scritto sui precedenti governi quelli che hanno ingigantito il nostro debito e che tu descrivevi come i salvatori della patria».

Nessuna remora da parte di Severgnini nell’ammettere di essersi sentito “più tranquillo” con Gentiloni poiché non crede al fatto che l’attuale governo possa effettivamente realizzare quanto ha promesso: «Quando un governo fa qualcosa che non ci convince, a noi giornalisti tocca dirlo. Questo non vuol dire andare contro la democrazia, vuol dire fare il nostro mestiere».

«Io non ho detto che non possono toccare la riforma delle pensioni, – continua il direttore di Sette – ho detto che secondo me è un’idea sbagliata perché non ce la possiamo permettere. Se loro la vogliono cambiare devono convincere me, elettore, che hanno i soldi per fare questa cosa». E conclude: «Non hanno i soldi per fare la riforma delle pensioni, non hanno i soldi per fare la flat tax, uno dice 700 milioni, l’altro dice un miliardo e otto. Siamo alle comiche? Sto solo raccontando quello che è successo nelle ultime 24 ore in Italia, altro che caricatura».

Qui, i focus sui principali candidati alla segreteria del PD;

Marco Travaglio e Beppe Severgini: un confronto “storico”

I due non sono nuovi a simili botta e risposta nel salotto della Gruber: lo scorso 20 settembre, ad esempio, Travaglio aveva sottolineato come l’Italia sia l’unico Paese d’Europa a non avere il reddito di cittadinanza e, rivolgendosi a Severgnini, aveva detto «Mi meraviglio di lui che ha girato il mondo».

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