Chi è Dario Corallo: carriera, laurea, partito politico e biografia

Pubblicato il 16 Ottobre 2018 alle 10:35 Autore: Mauro Biagi
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Chi è Dario Corallo: carriera, laurea, partito politico e biografia

La vera novità del Congresso del Partito Democratico è Dario Corallo. Giovane (30 anni), laureato in Filosofia con una tesi su Marx e Gramsci. Membro dal 2016 della Segreteria nazionale dei Giovani Democratici e responsabile Cultura GD per i primi due mandati. E’ iscritto al PD sezione Laurentino 38, dalla sua fondazione. Ha lavorato al fianco di Maurizio Martina al ministero delle Politiche Agricole. Corallo ha annunciato la propria candidatura alle primarie del PD con un post su Facebook. Sfiderà i big del partito Nicola Zingaretti, Matteo Richetti e Francesco Boccia.

La contestazione della classe dirigente del PD

La prima cosa che emerge dalle dichiarazioni di Dario Corallo è la contestazione dell’attuale classe dirigente del Partito Democratico, che andrebbe completamente azzerata. Ciò che Corallo imputa alla dirigenza PD è in primis avere “chiesto il voto delle classi popolari per poi tradirle in favore dei soliti noti”.

Ma anche di non avere tenuto in alcun conto le istanze provenienti dalla base. Dopo 10 anni dalla sua fondazione il Partito non è più ormai rappresentato da alcun lavoratore, ma solo da professionisti: avvocati, medici o imprenditori. Inoltre fra le cause del declino del PD, Corallo aggiunge l’abbandono dei temi cari alla sinistra e fa alcuni esempi: il sostegno all’abolizione del finanziamento pubblico, definito nel suo post su Facebook “attacco fascistoide alla democrazia”, l’abbandono della legge sullo ius soli e l’inserimento del pareggio di bilancio nella Costituzione.

Impossibile perciò, che a porre rimedio alla situazione del PD siano gli stessi individui che ne sono la causa. E che hanno contribuito con le loro politiche a far salire la quota dei poveri sopra i 5 milioni, sostiene Corallo.

L’analisi di Dario Corallo della sconfitta del PD il 4 marzo

Partendo dalla contestazione alla classe dirigente del PD, Dario Corallo passa ad analizzare il motivo della sconfitta alle elezioni del 4 Marzo: semplicemente il popolo non crede più nel PD.

Le categorie tradizionalmente rappresentate dalla Sinistra – lavoratori, disoccupati, studenti – non trovano più nel Partito Democratico un referente autorevole. Di conseguenza votano altrove. Ed è inutile, sostiene Corallo, dire poi che “quel popolo non ha capito”.

I dirigenti del partito sono andati incontro alla sconfitta perché sono anni che non mettono in discussione nulla di ciò che accade loro intorno. “Sono 6 mesi che aspettiamo che qualcuno si renda conto che abbiamo preso il 18%”, aggiunge, sottolineando l’autoreferenzialità della vecchia classe dirigente.

Le proposte di Dario Corallo

Dario Corallo va oltre il semplice e un po’ abusato concetto di “rottamazione” degli attuali dirigenti del Partito. La sua proposta è piuttosto articolata e l’azzeramento della nomenclatura ne è solo il punto di partenza. Questo non servirà a nulla se non sarà accompagnato da uno Statuto completamente nuovo che abbia una visione di ampio respiro e tracci l’azione del Partito Democratico per un arco di 30-50 anni.

Indispensabile è poi per Corallo l’allargamento di democrazia e partecipazione interne. Perché, dice, anche per esse passa la sconfitta della destra. Questo significa ad esempio, non essere subalterni alla Lega per ciò che riguarda l’immigrazione, rivendicando i risultati ottenuti da Minniti. Ma porsi come forza di sinistra che rappresenta anche gli immigrati. Questo perché “c’è un altro grandissimo nodo: in Italia abbiamo 5 milioni di persone che lavorano, pagano le tasse, ma non hanno diritto di voto. Questi sono proprio gli immigrati” spiega Corallo in una lettera a Peppino Caldarola.

Inoltre propone una legge di attuazione dell’articolo 49 che comprenda anche il finanziamento pubblico. Per finire, individuato nel senso di disgregazione del tessuto sociale uno dei pericoli più gravi dell’Italia, prospetta una maggiore interazione fra le varie componenti della società.

La candidatura di Dario Corallo: motivazioni

La candidatura di Dario Corallo per usare le parole usate nella lettera a Caldarola, “si infila proprio nel solco della riscoperta della complessità del mondo, delle sue sfaccettature e delle sue metamorfosi”. Per fare questo si deve necessariamente azzerare il partito e rifondarlo. Il suo programma mira anche a un recupero dei contatti con la base, con le sezioni finora trascurate al punto di non avere uno strumento per conoscere quello che vi accade e discuterne le eventuali proposte.

Ciò che ha in mente il giovane esponente del PD è un partito che si pone come ricostituente per l’Italia e l’Europa, andando oltre la contrapposizione “populisti contro responsabili”. Che non è reale, secondo Corallo, perché anche i partiti di sinistra che promuovono questa visione sono “populisti di sinistra”, uguali e opposti ai loro avversari. Le primarie sono state fissate da Maurizio Martina per il 27 Gennaio: vedremo allora se la visione di Corallo lo condurrà alla guida del Partito Democratico. O se sarà stata comunque utile a smuovere le acque immobili del primo partito della sinistra italiana.

Qui, i focus sui principali candidati alla segreteria del PD;

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