Occupazione giovanile, le mappe sulla situazione in Europa

Pubblicato il 28 Settembre 2018 alle 10:29 Autore: Gianni Balduzzi
occupazione giovanile

Occupazione giovanile, le mappe sulla situazione in Europa

È un problema mediterraneo  quanto pare quello dell’occupazione giovanile. È evidente anche dalle mappe realizzate da Jodi.graphics, che illustrano la differenza nel tasso di occupazione di coloro che negli ultimi tre anni si sono diplomati o laureati

Che è enorme. In Germania, Paesi Bassi, Islanda, Malta, Repubblica Ceca questo è superiore al 90%. Di fatto tutti coloro che finiscono di studiare lavorano subito.

All’estremo opposto Grecia e Macedonia, con meno del 50%.

L’Italia è anch’essa in fondo alla classifica con un 53,6%

In mezzo gran parte degli altri Paesi dove la percentuale va dal 70% al 90%. Anche in Spagna, con il 70,7%, una percentuale molto alta per un Paese che è uscito da una crisi peggiore della nostra, nonchè in Portogallo, con il 79%

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La mappa per regioni rende più visibile la concentrazione del lavoro per i giovani, a prescindere dalla data di fine degli studi, che è molto più presente nell’Europa centrale, nelle regioni della Germania meridionale, dell’Austria, della Repubblica Ceca, dei Paesi Bassi, della Svezia e della Norvegia. Si noti come anche l’Italia del Nord non riesca a distinguersi molto da quella del Sud, cui è più vicina di quanto lo sia all’Europa centrale.

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Occupazione giovanile, cosa è cambiato dal 2010

Tra 2010 e 2017, data cui si riferiscono i dati attuali, molte cose sono cambiate. Sono stati gli anni della crisi in molti Paesi, in primis in Italia, e della ripresa, che però non ha influito allo stesso modo ovunque.

È a Est che l’occupazione è salita di più, in particolare nei Paesi Baltici, dove è cresciuta del 18,6%. Segue la Lettonia e la Slovacchia, entrambe con aumenti superiori al 10%. E poi Irlanda, Lituania, Ungheria. Sono Paesi che nel 2009-2010 avevano vissuto una crisi pesantissima ma repentina, e da cui si sono ripresi molto in fretta.

Al contrario dell’Italia, che è tra i Paesi in cui il livello di quest’occupazione è ancora minore rispetto al 2010 del 2,2%. In una situazione simile anche Francia Belgio, Paesi Bassi, ma naturalmente su valori molto maggiori.

Peggio che a tutti è andata a Cipro e Grecia, dove il crollo del tasso d’occupazione è stato superiore all’8%.

Insomma, una ulteriore conferma del fatto che il baricentro dell’economia e dell’occupazione del futuro si sposta in Europa a Nord e a Est. Unica eccezione, anche qui, la Spagna, la cui ripresa è stata così incisiva da permettere un recupero anche occupazionale già nel 2017.

 

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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