Elezioni Svezia: il punto sulla formazione del governo

Pubblicato il 15 Settembre 2018 alle 13:11 Autore: Antonio Scafati
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Elezioni Svezia: il punto sulla formazione del governo

A una settimana dalle elezioni in Svezia, il destino politico del paese è ancora incerto. Il margine è strettissimo: 40.7 per cento per il centrosinistra, 40.3 per il centrodestra e 17.5 per i Democratici Svedesi. Il blocco guidato dai Socialdemocratici parte dunque da una situazione di minimo vantaggio. Il centrosinistra si è aggiudicato infatti 144 seggi in Parlamento. Il centrodestra se ne è presi 143. I Democratici Svedesi ne hanno 49. Sono necessari 145 seggi per la maggioranza parlamentare.

Elezioni Svezia: da dove si parte

Due blocchi, quindi. Più i Democratici Svedesi. Le elezioni in Svezia hanno prodotto lo stallo anticipato da molti sondaggi. Socialdemocratici, Partito della Sinistra e Verdi da una parte. Moderati, Partito di Centro, Liberali e Democratici Cristiani dall’altra. E poi, appunto, i Democratici Svedesi. Nessuno dei due blocchi può governare da solo. Serve un appoggio esterno. O alleanze piuttosto variopinte. Sulla carta, qualcosa a cui Stoccolma è in parte abituata.

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Photo by Jorge Làscar (CC-BY 2.0)

La Svezia ha avuto spesso governi di minoranza, infatti. Stavolta però le trattative per la formazione del governo saranno probabilmente lunghe e complesse. Il blocco di centrodestra e quello di centrosinistra (o pezzi importanti dei due) potrebbero trovare la quadra. Una soluzione alla tedesca, per intenderci. Oppure i Democratici Svedesi potrebbero ritagliarsi un ruolo cruciale sostenendo (da dentro o da fuori) l’esecutivo che nascerà. Qualcosa di simile al modello austriaco. Ancor più probabile è che invece alla fine a risultare decisivi saranno formazioni di centro come i Liberali e il Partito di centro.

Elezioni Svezia: l’avvio delle trattative

Il primo ministro socialdemocratico Stefan Löfven è già al lavoro. Punta ad altri quattro anni al governo ed esclude qualunque tipo di collaborazione con i Democratici Svedesi. Il suo richiamo al dialogo con l’opposizione è caduto nel vuoto, per ora. Ulf Kristersson, leader del blocco di centrodestra, ha invitato Löfven a sedersi al tavolo e discutere una soluzione per uscire dallo stallo politico. Ma ha posto una condizione preliminare: Löfven deve presentare le dimissioni. Il blocco delle opposizione “è chiaramente il più ampio e il governo deve andarsene” ha dichiarato Kristersson.

Ipotesi “illogica” e “non democratica” per il leader socialdemocratico, considerato che la coalizione di centrodestra è finita alle spalle del centrosinistra. “Ulf Kristersson deve ammettere di aver perso e che dunque non può reclamare il posto di primo ministro”, ha aggiunto Jonas Sjöstedt, leader del Partito di Sinistra.

I Democratici Svedesi, nel frattempo, non sono rimasti a guardare. “Chi capisce per primo che può parlare con me avrà più facilmente modo di formare un governo e guidare questo paese per i prossimi quattro anni”, ha affermato il leader Jimmie Åkesson. Annunciando allo stesso tempo che il suo partito ha già pronta una lista di richieste da presentare ai negoziati. I primi giorni a Stoccolma sono in sostanza stati quelli che era facile immaginare: dichiarazioni esplorative, partiti che mostrano i muscoli e tengono il punto. Qualcosa, però, dovrà necessariamente cambiare.

Elezioni Svezia: l’Europa osserva da vicino

La storia politica di Stoccolma è piena di esecutivi di minoranza. Stavolta la vita del prossimo governo potrebbe non essere così agevole. Né nella sua formazione, né nella sua quotidiana navigazione parlamentare. Anche per questo, l’Europa segue tutto con molta attenzione.

Bruxelles confida in un governo abbastanza forte da reggere gli urti euroscettici che premono sul Continente. E il fatto che le elezioni della settimana scorsa abbiano restituito un parlamento dove i critici verso l’UE sono circa un terzo dei deputati costringe Bruxelles ad avere uno sguardo ancor più attento. Inoltre, l’anno prossimo ci saranno proprio le elezioni europee. Un ulteriore motivo, questo, per capire cosa succederà in Svezia e che ruolo giocheranno i Democratici Svedesi.

Foto di copertina by Chas B (CC-BY 2.0)

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L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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