Atletico Madrid: il cholismo finalmente sconfigge i galacticos

Pubblicato il 16 Agosto 2018 alle 16:08 Autore: Cesare Fabrizi
Atlético Madrid

Supercoppa Uefa 2018: il cholismo finalmente sconfigge i galacticos. L’ Atletico Madrid sconfigge la maledizione.

Ieri sera, a Tallinn, è andata in scena la finale di Supercoppa Uefa tra Real Madrid e Atletico Madrid: uno scontro emozionante, con più rovesciamenti di risultato: alla fine la banda del Cholo ha avuto la meglio, grazie soprattutto a un Diego Costa in stato di grazia, che segna una doppietta e partecipa alle altre 2 reti (4-2 per i rojiblancos il risultato finale: le altre reti dei giocatori dell’Atletico sono state di Saul e Koke, di Benzema e di Sergio Ramos su rigore le 2 delle Merengues) . Ormai per i Colchoneros i cugini Madridisti erano diventati una maledizione in Europa, dal momento che negli ultimi 5 anni sono stati eliminati da loro in Champions League in 4 occasioni in altrettanti scontri diretti, e la vittoria di ieri sera può essere un punto di svolta nella storia dell’Atletico, il quale punta molto in alto in questa stagione, dal momento che il Real Madrid sembra essere in una stagione di transizione e che la finale di Champions League si giocherà nel Wanda Metropolitano.

Atletico Madrid: il trionfo del Cholismo

Ormai è da anni che si parla di Cholismo, termine coniato per individuare il lavoro, la mentalità e il gioco che imprime alla propria squadra Diego Pablo Simeone, l’allenatore dei Colchoneros, e che in Europa e nel mondo divide gli appassionati di Calcio: c’è chi dice che è meraviglioso vedere giocatori lottare come fratelli(come dicono le parole dell’inno dell’Atletico Madrid) per una causa e per un obiettivo che sembrano irraggiungibili. Poi, ci sono i puristi e gli esteti del gioco che lo criticano dicendo che il gioco di Simeone è un “non gioco”, che è brutto, “sparagnino”, “catenacciaro”, non divertente.

Ma cosa è in realtà il Cholismo? Se ne parlate con un tifoso vero dell’Atleti questo vi dirà che è una religione laica, una disciplina simile a quella militare, è lavoro per raggiungere obiettivi che sembrano fuori dalla propria portata(come arrivare per 2 volte in finale di Champions e vincere l’Europa League e la Supercoppa Uefa: tutto in appena 5 anni, per una squadra con budget e blasone inferiore a molte altre del Vecchio Continente), è dare l’anima sul campo e in allenamento, è attaccamento alla maglia.

Come tutte le religioni, anche questa ha dei funzionari: il Pontefice e di fatto creatore di questo stile di vita è il Cholo, Diego Simeone, l’allenatore dell’Atletico Madrid; da giocatore era grintoso e molto forte fisicamente, doti che lo hanno fatto apprezzare ovunque abbia giocato. Da allenatore ha trasmesso queste sue caratteristiche ai suoi giocatori, che lo seguono e che gli vogliono bene come un padre e che gli devono una crescita calcistica eccezionale per le proprie potenzialità. Sotto di lui ci sono il Mono German Burgos(anch’egli, come Simeone, ex calciatore dell’Atletico), allenatore in seconda e preparatore dei portieri, di fatto il luogotenente del Cholo assieme al Profe Ortega, preparatore atletico, uno dei segreti della resistenza fisica degli uomini in biancorosso.

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Atletico Madrid: i soldati del Cholo

E ora passiamo ai calciatori, quelli che più di tutti devono ringraziare Simeone: l’obiettivo dell’allenatore argentino è quello di far sentire tutti i calciatori parte di un gruppo, di una famiglia, ed è per questo che praticamente tutti i calciatori in prima squadra, a differenza di tutte le altre squadre del mondo, potrebbero indossare la fascia di capitano in questa meravigliosa squadra. Pensate ad esempio all’ex Juventino Tiago: era arrivato all’Atletico 8 anni fa da scarto della Juventus, il Cholo lo ha reso centrale nel progetto Atleti e ora che non gioca più è addirittura in dirigenza.

Poi ci sono i canterani: Gabi Fernandez era uno come tanti, il Cholo lo ha reso capitano di questa squadra leggendaria e lui ha sollevato 2 Europa League, 1 Supercoppa Uefa, 1 Liga, 1 Copa del Rey e 1 Supercoppa Spagnola; Koke e Saúl hanno fatto tutta la trafila delle giovanili e adesso sono i leader del centrocampo Colchonero, Thomas fino all’anno scorso il campo lo vedeva pochissimo, ma Simeone ha sempre creduto in lui perchè il Ghanese è un grande lavoratore e alla fine la sua etica lo ha ripagato: l’anno scorso è stato uno degli uomini più impiegati dell’Atletico.

Godin, da quest’anno capitano, era un buonissimo giocatore prima che arrivasse a Madrid: col Cholo però è diventato uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Jan Oblak ha faticato a trovare spazio nella prima stagione a Madrid, ora è forse il miglior portiere al mondo.

Dulcis in fundo gli attaccanti: Antoine Griezmann è la stella di questa squadra ed è rimasto all’Atletico perchè sua figlia di notte si addormenta solo sentendo l’inno del Club; Diego Costa è l’allenatore in campo e, nonostante sia tutto tranne che bello da vedere tecnicamente, è uno dei manifesti più rappresentativi di questa squadra e la sua cattiveria agonistica e la sua fame lo rendono fondamentale per il suo team.

Atletico Madrid: i tifosi

E ora il tifo, l’aficiòn, i fedeli del Cholismo: i tifosi colchoneri hanno sofferto prima e dopo l’arrivo di Simeone: hanno visto la squadra scendere in Segunda Division, l’hanno vista risalire pian piano grazie ai gol di un giovanissimo Fernando Torres, hanno subito l’onta di vedere uno dei loro beniamini più amati, Arda Turan, baciare lo stemma del Barcellona, hanno sofferto vedendo i cugini del Real Madrid sollevare 4 volte negli ultimi 5 anni la Champions League, di cui 2 proprio contro di loro. Hanno sofferto ma hanno sempre scelto di tifare Atletico perchè tifare Atletico è meraviglioso, cosa per cui Fernando Torres dovrà sempre ringraziare suo nonno che gli ha mostrato quanto è bello vivere con questi colori “tatuati” sulla pelle.

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